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frazione di San Felice sul Panaro Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Rivara è una frazione del comune di San Felice sul Panaro, in provincia di Modena. È situata a circa 2,5 km dal capoluogo comunale.
Rivara frazione | |
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Chiesa di Rivara nel 2022 | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Modena |
Comune | San Felice sul Panaro |
Territorio | |
Coordinate | 44°50′26.41″N 11°10′10.63″E |
Altitudine | 18 m s.l.m. |
Abitanti | 759[1] |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | rivaresi |
Patrono | Natività della Beata Vergine Maria |
Giorno festivo | 8 settembre |
Cartografia | |
Originariamente chiamata Riparia o Riva di Fiumara per la vicinanza ad un ramo del fiume Panaro, la località è citata in un diploma di Lotario I dell'anno 827 con cui venivano donati alcuni terreni all'abbazia di Nonantola.[2] Nel 961, a seguito dell'aumento della popolazione, la parrocchia di Rivara si distaccò da quella di San Felice.[3]
Nel 1598 il priore di Rivara, don Antonio Monticelli, scomunicò i rivaresi che gli avevano negato le primizie; in seguito all'intercessione della Comunità di San Felice, il vescovo di Modena tolse la scomunica.[4]
Nel 1703, durante la guerra di successione spagnola, le truppe tedesche saccheggiarono il territorio di Rivara così duramente, che gli abitanti dovettero nascondere i viveri sulle cime degli alberi più frondosi o sotto terra.[5]
Dal 1803 al 1809, durante il Regno Italico, venne istituito il comune di Rivara.[6] Nel censimemto del 1881 vennero registrati 2 944 abitanti.[7] L'8 aprile 1884 venne inaugurata la stazione di Rivara sulla diramazione Cavezzo/Villafranca-Finale Emilia della ferrovia Modena-Mirandola, rimasta attiva fino al 6 settembre 1964.
Negli anni 2000 vi fu la proposta di realizzare nel sottosuolo della frazione un sito di stoccaggio sotterraneo di gas metano a uso energetico, che avrebbe avuto una capacità di 3.700 milioni di metri cubi di gas, di cui circa 3.200 milioni di metri cubi di working gas (il gas iniettato a pressione, e successivamente ri-estratto) e 500 milioni di metri cubi di "cushion gas" (gas cuscinetto, utilizzato per mantenere "isolato" il "working gas");[8] il progetto fu oggetto di forti contestazioni da parte della popolazione dei comuni interessati, in quanto considerato pericoloso (per la sismicità del sottosuolo e altre motivazioni relative ai gas prodotti in superficie), portando alla formazione di un comitato di cittadini "No-Gas"[9] e alla contrarietà anche delle amministrazioni locali coinvolte (San Felice Sul Panaro, Camposanto, Mirandola, Crevalcore, Finale Emilia, oltre alla Provincia di Modena e alla Regione Emilia-Romagna), supportate anche da perizie tecniche.[10][11]
La chiesa della Natività di Maria Santissima, fondata nel X secolo, fu ricostruita nel 1608. Nel 1645 vennero realizzate le cappelle e gli altari di Maria Annunziata, di San Giuseppe e di San Francesco, ampliata la canonica e rifatta la sagrestia. Io campanile, alto 26 metri, venne inaugurato il 12 ottobre 1486.[12]
La villa Pezzini, edificata tra il XIV e il XVIII secolo, presenta una torre ricca di affreschi e una grottesca del Cinquecento con il mito di Fetonte; al piano nobile, gli affreschi settecenteschi raffigurano personaggi classici. Un lungo viale di pioppi collega il giardino alla chiesa parrocchiale.[13]
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