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artista italiano (1905-1982) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Renato Righetti (Verona, 19 settembre 1905 – Negrar, 19 dicembre 1982) è stato uno scultore e pittore italiano.
Artista anche conosciuto con il nome d’arte di Renato Di Bosso, Renato Righetti nasce in una famiglia di scultori del legno (il padre Silvio e lo zio Emilio), studia alla scuola d’arte decorativa Napoleone Nani di Verona e si diploma nel 1925 all’Accademia Cignaroli della stessa città.
L'anno successivo espone a Cuneo con opere che risentono ancora dello stile verista di memoria ottocentesca. La sua svolta artistica avviene sul finire degli anni Venti grazie al libro Pittura e scultura futurista di Boccioni.
Nel 1929 partecipa alla Mostra d’arte permanente di Verona, l’anno successivo alla Triennale di Milano.
Nel 1931 fonda il Gruppo futurista veronese. E’intorno a questi anni che, seguendo il consiglio di Marinetti, assume lo pseudonimo Di Bosso, dalla qualità del legno che predilige per eseguire le sue sculture.
Nel 1932 partecipa alla I Mostra futurista triveneta di Padova e firma con Marinetti e altri artisti il Manifesto futurista per la scenografia del teatro lirico all’aperto all’Arena di Verona.
Nel 1933, con Ignazio Scurto firma il Manifesto futurista sulla cravatta italiana, arrivando a realizzare In alluminio, le sue famose Anticravatte. Ancora con Scurto e altri artisti firma il Manifesto futurista per la città musicale.
Espone in mostre futuriste a Mantova, Roma e a Milano alla Galleria Pesaro.
Dalla metà degli anni Trenta, grazie a ripetute esperienze di volo, inizia a dedicarsi all’aeropittura. Numerosi lavori sono dedicati al golfo della Spezia, luogo prediletto dai futuristi.
Nel 1934 è alla XVIII Biennale di Venezia e alla I Mostra nazionale di plastica murale di Genova. Espone alle Quadriennali d’arte nazionale di Roma nel 1935, e nel 1939. Nel 1941, presso la Casa d’Artisti di Milano, presenta il manifesto L’aereosilografia.
Nel 1942 pubblica con Alfredo Gauro Ambrosi un opuscolo, Eroi macchine ali contro nature morte, con il quale ripropone la critica futurista a questo genere artistico.
Nel 1943 partecipa nuovamente alla IV Quadriennale d’arte nazionale di Roma. Molte sue opere sono distrutte nel suo studio a causa dei bombardamenti della guerra mondiale e la sua attività artistica ne è danneggiata.
Torna ad esporre a Milano nel 1953 e si dedica a scrivere articoli di critica d’arte per riviste specialistiche.
Nella seconda metà degli anni Sessanta, grazie alla riscoperta critica del futurismo, come molti altri pittori protagonisti del cosiddetto secondo futurismo, riprende a dipingerne soggetti, con nuovi lavori d’ispirazione aeronautica.
Nel 1971 si trasferisce a Negrar, dove muore nel 1982.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 811062 · ISNI (EN) 0000 0000 8190 9857 · SBN CFIV079804 · ULAN (EN) 500199658 · LCCN (EN) nr89010732 · GND (DE) 118928023 · BNF (FR) cb12140704r (data) |
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