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Regolamento dei campi di concentramento nazisti
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I campi di concentramento della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale erano dotati di un regolamento comportamentale a cui i deportati dovevano rigorosamente attenersi.

Prima che le forze alleate anglo-americane e le truppe dell'esercito sovietico stringessero definitivamente d'assedio ciò che restava del Terzo Reich, i lager furono in gran parte abbandonati dalle SS che, prima della fuga, distrussero gran parte della documentazione contenuta nei campi di prigionìa, incluso questa sorta di memorandum.
Il contenuto del regolamento dei campi di concentramento nazisti è tuttavia desumibile da una copia datata dal campo di Sachsenhausen-Oranienburg (52°45′57″N 13°15′51″E ) 8 novembre 1942, rinvenuta in circostanze fortunose dal governo austriaco nel lago Toplitz e il cui testo è stato incluso come appendice dallo scrittore Christian Bernadac - studioso della deportazione nei campi di lavoro dell'Alta Austria e della Germania meridionale - nel libro I giorni senza fine, pubblicato in Francia negli anni settanta per le Éditions France-Empire (da Edizioni Ferni, Ginevra, per la versione in lingua italiana)[1].
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Il regolamento
Riepilogo
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Il regolamento che scandiva gli obblighi cui erano sottoposti i reclusi detenuti di varie nazionalità accusati di reati politici, reati comuni, o imprigionati per avversione al nazismo e al fascismo, fra cui esponenti della Resistenza dei vari paesi occupati dal Reich - non sempre, secondo l'autore del saggio, veniva tenuto in considerazione da parte dei responsabili dei campi di lavoro. In taluni casi, quelli che sembravano essere privilegi concessi per rendere meno pesante la vita del deportato, costituivano per i prigionieri, con la loro vanificazione, un motivo aggiuntivo di sgomento e frustrazione.
Rispetto a quello trascritto nel suo libro, Bernadac scrive di avere ragione di ritenere che di tale manuale vi fosse copia omologa nell'ufficio del comandante di campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, cui facevano capo diversi sottocampi satellite situati specialmente in prossimità di Linz.
Il documento regolava in diciassette punti il comportamento dei detenuti all'interno del lager e si concludeva con le seguenti parole:
«Esiste una via che conduce alla libertà: i suoi punti fondamentali si chiamano:
- Obbedienza, assiduità al lavoro, onestà, ordine, pulizia, sobrietà, gusto della verità, spirito di sacrificio e amor di patria.»
Per sommi capi, e nella sostanza delle disposizioni, il testo è così riassumibile:
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