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Quinto Ostorio Scapula (in latino: Quintus Ostorius Scapula; 1 a.C. circa – dopo il 41 o il 44) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.
Quinto era membro della gens Ostoria, famiglia di rango equestre proveniente probabilmente dal centro-sud Italia[1] (dalla regio I o più probabilmente dalla regio IV[2][3], forse dalla città di Amiternum[4]) ma in possesso di terreni vinicoli[5] e centri di produzione laterizia[6] nella regio XI Transpadana occidentale[7][8] e forse proprietaria anche del Mausoleo della Celsa sulla Via Flaminia[9]. La famiglia era ascesa alle massime cariche aperte all'ordo equester forse grazie ai legami con i Sallustii Crispi[4][10]: i verosimilmente fratelli[1][11][12][13][14] Quinto[15] e Publio Ostorio Scapula[16] avevano infatti raggiunto rispettivamente la prefettura del pretorio come primo prefetto insieme a Publio Salvio Apro nel 2 a.C.[17], e la prefettura d'Egitto nella seconda metà del principato di Augusto (tra il 3 e il 10)[14]. Sembra che fosse il prefetto d'Egitto Publio ad aver sposato Sallustia Calvina[18], figlia di Gaio Sallustio Crispo (figlio adottivo dello storiografo Sallustio) e Domizia Calvina (discendente del consul iterum del 40 a.C. Gneo Domizio Calvino)[16][19][20]: da questa unione è stato proposto[12][21] sia disceso (come figlio[1][16][22] o, meno probabilmente, come nipote[12]) il più noto Publio Ostorio Scapula[22], console nei primi anni di Claudio e legatus Augusti pro praetore di Britannia, con cui Quinto fu per lungo tempo confuso[1]. Figlio[1][15][21], o meno probabilmente nipote[12], del prefetto del pretorio Quinto fu invece Quinto Ostorio Scapula[21], ricostruito come cugino o persino fratello del legato di Britannia Publio[21]. Data l'alternanza dei praenomina Quinto e Publio all'interno della gens Ostoria, è però difficile definire con esattezza l'ascendenza dei consoli claudiani[14].
Della carriera di Quinto, homo novus[1], non molto è noto. Entrato probabilmente in senato sotto Tiberio[1], l'unica carica finora attestata lo vede al vertice dello stato romano: Quinto è attestato infatti come console suffetto insieme a Publio Suillio Rufo[23][24][25][26] il 10 novembre[25] di uno dei primi anni di regno di Claudio, con ogni probabilità o il 41 o il 44[27]. Noto è però un importante provvedimento giuridico promosso da Quinto durante il suo consolato: il senatusconsultum Ostorianum de adsignandis libertis[26][28], che statuiva sulle assegnazioni dei liberti che il patrono poteva fare ai propri figli e che probabilmente introdusse l'istituto della adsignatio libertorum[28][29].
Dopo il consolato, Quinto scompare dalla storia.
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