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quarta divisione professionistica semi-dilettantistica del campionato italiano di calcio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il campionato nazionale Serie D,[2] colloquialmente abbreviato in Serie D, è una divisione semiprofessionistica, la quarta nonché ultima serie nazionale del campionato italiano di calcio, gestita dal Dipartimento Interregionale della Lega Dilettanti.
Serie D | |
---|---|
Sport | |
Tipo | Club |
Federazione | FIGC |
Paese | Italia |
Organizzatore | Lega Nazionale Dilettanti |
Titolo | Campione d'Italia di Serie D |
Cadenza | annuale |
Apertura | settembre |
Chiusura | maggio |
Partecipanti | 166 squadre[1] |
Formula | 9 gironi all'italiana + play-off e play-out |
Promozione in | Serie C |
Retrocessione in | Eccellenza |
Sito Internet | seried.lnd.it |
Storia | |
Fondazione | 1948-1949 |
Numero edizioni | 76 |
Detentore | Campobasso |
Record vittorie | Siena (2) |
Edizione in corso | Serie D 2024-2025 |
Scudetto tricolore | |
Le società partecipanti alla Serie D sono ripartite in 9 gironi organizzati in base a criteri geografici.
Per le situazioni di parità in classifica, a partire dalla stagione 2011-2012, viene utilizzato il criterio della classifica avulsa,[3] mentre lo spareggio è previsto in caso di parità al primo posto o all'ultimo disponibile per raggiungere la salvezza o i playout: l'articolo 51 delle N.O.I.F. dispone che lo spareggio è da disputarsi in gara unica e campo neutro. Se tre o più squadre chiudono la stagione regolare in prima posizione, i risultati degli scontri diretti determinano quali sosterranno l'incontro.
La prima classificata di ogni girone è promossa in Serie C e accede allo Scudetto Serie D per l'assegnazione del titolo di Campione d'Italia della Lega Nazionale Dilettanti.[4] Le squadre giunte dal secondo al quinto posto partecipano invece ai play-off, i cui vincitori affrontano le finaliste e una semifinalista della Coppa Italia Serie D. In tal modo, viene stilata una graduatoria delle eventuali candidate a subentrare in Serie C, nel caso di rinuncia o di mancata iscrizione al campionato.
Per la finale è invece prevista l'immediata esecuzione dei rigori, qualora al termine dei 90' regolamentari il risultato sia in parità.
Per ogni girone sono previste 4 retrocessioni nel campionato di Eccellenza: le ultime due direttamente, le altre attraverso i play-out tra le squadre classificate dal terzultimo al sestultimo posto, sempre che il distacco in classifica non sia superiore a 7 punti.
Anche in questo caso non sono previsti i rigori e in caso di parità al 120' prevale la squadra che ha raggiunto la miglior posizione nella stagione regolare.
L'antenata della Serie D non nasce, come da più parti erroneamente ritenuto, nel 1952[5] con la riforma del calcio italiano di quell'anno, ma nel 1948 con la riforma del campionato di Serie C, al quale partecipano un numero assolutamente sproporzionato di squadre, e con la contestuale istituzione della Promozione. In quell'anno, infatti, il presidente federale Ottorino Barassi propone di resettare la struttura della piramide calcistica italiana, riportandola, come già si era fatto nel 1935, alla situazione del 1929. Se però la Seconda Divisione, congegnata da Leandro Arpinati tra il 1928 e il 1929, perde nel giro di due anni il suo carattere interregionale per essere assegnata all'ambito regionale, nel 1948 Barassi vuole che la Promozione mantenga come quarta serie un respiro più ampio di quello localistico. Il campionato viene quindi gestito da tre diverse Leghe Interregionali, le stesse che si erano sobbarcate gli ultimi due tornei di Serie C. La manifestazione vuole riesumare non solo nel nome, ma anche nella sostanza quella Promozione che era stata soppressa nel 1922: il valore delle squadre cui vi partecipano nei due casi è infatti equivalente, essendo del tutto simile la numerosità delle società partecipanti alle categorie ad esse superiori.
Il campionato diviene poi la IV Serie nel 1952,[6] quando le tre leghe vengono unificate in un'unica Lega Nazionale IV Serie che organizza 8 gironi. Nel 1957 una convulsa lotta di potere nella FIGC dà vita al Campionato Interregionale, mentre è del 1959 la nascita della vera e propria Serie D su 6 gironi gestiti dalla Lega Nazionale Semiprofessionisti di Firenze. Dal 1967 si passa a una formula a 9 gironi.
Nel 1978, con la riforma della Lega Nazionale Semiprofessionisti, la Serie C viene sdoppiata in Serie C1 e Serie C2 e il campionato di Serie D diventa il quinto livello del calcio italiano, il terzo semiprofessionistico, organizzato su 5 gironi. A partire dalla stagione 1981-1982 una riforma dei campionati porta alla trasformazione della Lega Nazionale Semiprofessionisti in Lega Nazionale Serie C, con C1 e C2 che diventano professionistiche, mentre la Serie D si trasforma nel Campionato Interregionale, strutturato su 12 gironi, e passa di competenza alla Lega Nazionale Dilettanti, che a sua volta ne demanda la gestione al Comitato Nazionale per l'Attività Interregionale costituito appositamente.[7] Il campionato assume la configurazione a 162 squadre e 9 gironi a partire dalla riforma del 1992, anno in cui cambia nome in Campionato Nazionale Dilettanti (CND), per poi tornare al nome di Serie D nel 1999.
Con la riforma dei campionati della Lega Pro, a partire dalla stagione 2014-2015 la Serie D torna ad essere, come fino al 1978, il quarto livello del calcio italiano.
Al termine delle stagioni tra il 1953 e il 1958 e a partire dal 1992, viene disputata una fase finale coinvolgente le squadre vincitrici di ogni girone che assegna un titolo nazionale di categoria. Il trofeo ha assunto in sequenza il nome di Scudetto IV Serie, Titolo di Lega Interregionale, Scudetto Dilettanti e infine Scudetto Serie D.
Fra il 1988 e il 1992, inoltre, si è disputata una poule ufficiale, denominata Trofeo Jacinto, che decretava il campione d'Italia Interregionale. La Lega Nazionale Dilettanti, tuttavia, non riconosce la competizione come uno scudetto di categoria, bensì come un titolo alternativo.[8]
Alle diverse edizioni disputate a partire dalla stagione 1948-1949 hanno partecipato un numero di squadre variabile da un minimo di 108 ad un massimo di 236. Tutte le 20 regioni italiane sono state rappresentate in Serie D da almeno una società, con l'aggiunta dei club esteri provenienti da San Marino.
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