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Il Principato di Scaletta fu uno stato feudale esistito in Sicilia tra il XVII secolo e gli inizi del XIX secolo, che corrispondeva al territorio dell'odierno comune di Scaletta Zanclea, in provincia di Messina.
Principato di Scaletta | |||||
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Informazioni generali | |||||
Nome ufficiale | Principato della Scaletta | ||||
Capoluogo | Scaletta | ||||
Popolazione | 607 abitanti (1798[1]) | ||||
Dipendente da | Regno di Sicilia | ||||
Amministrazione | |||||
Principe della Scaletta | Marchese (1613-1669), Ventimiglia (1670-1672), Ruffo di Calabria (1673-1812) | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | 1614 con Francesco Marchese Settimo | ||||
Causa | Investitura a Principe di Scaletta di Francesco Marchese Settimo da parte di re Filippo II di Sicilia | ||||
Fine | 1812 | ||||
Causa | Abolizione del feudalesimo con la promulgazione della Costituzione siciliana | ||||
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Principe della Scaletta | |
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Parìa | Parìa di Sicilia |
Data di creazione | 22 luglio 1614 |
Creato da | Filippo II di Sicilia |
Primo detentore | Francesco Marchese Settimo |
Trasmissione | Maschio primogenito |
Titoli sussidiari | Principe della Floresta, Nobile patrizio di Messina |
Trattamento d'onore | Sua eccellenza |
Famiglia | |
Feudi detenuti |
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Dimore | Palazzo Ruffo della Scaletta |
La terra e il castello di Scaletta, vicino a Messina, vennero infeudate nel 1325 da Pellegrino di Patti, cancelliere del re Pietro II di Sicilia, che ne divenne il primo barone.[1] I discendenti del Patti ne tennero il possesso fino al 1397, quando l'ultimo di essi, Nicolò, li donò al nipote Salimbene Marchese, figlio di una sua sorella.[2]
La baronia di Scaletta fu elevata a principato con Francesco Marchese Settimo, che per privilegio concesso dal re Filippo II di Sicilia il 22 luglio 1614, esecutoriato il 14 febbraio 1615, fu investito del titolo di I principe della Scaletta.[3] A questi, morto senza eredi, succedette il fratello Blasco, che sposato con Laura Valdina del Bosco dei principi di Valdina, ebbe una sola figlia, Felicia, a sua volta sposata a Giovanni Ventimiglia Spadafora, marchese di Geraci, con la quale lo Stato passò in dote ai Ventimiglia.[3]
Francesco Rodrigo Ventimiglia Valdina, IV principe della Scaletta, nel 1672 vendette il titolo e lo Stato ad Antonio Ruffo Spadafora (1610-1678) dei duchi della Bagnara, di cui ebbe investitura il 30 luglio 1673.[3] La famiglia Ruffo tenne il possesso del Principato di Scaletta fino al 1812, anno in cui venne deliberata l'abolizione del feudalesimo nel Regno di Sicilia che portò alla sua soppressione. Ottenne un seggio ereditario alla Camera dei pari del Regno di Sicilia nel 1812-16[4], ma non in quella del 1848-49, in quanto legata ai Borbone.
Il titolo di Principe della Scaletta venne legalmente riconosciuto dal Regno d'Italia, con decreti ministeriali del 15 giugno 1898 e 22 maggio 1900, ad Antonio Ruffo von Wbrna und Freudenthal (1845-1928), XIV principe della Scaletta.[5]
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