Porto d'Ascoli
quartiere del comune italiano di San Benedetto del Tronto (AP) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Porto d'Ascoli è una località delle Marche, quartiere di San Benedetto del Tronto,[1] situato presso la foce del fiume Tronto.[2] Possiede anche una stazione ferroviaria,[3][4] sulla linea adriatica Pescara-Ancona.
Porto d'Ascoli | |
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Porto d'Ascoli vista dalla parte nord di San Benedetto del Tronto, con la Maiella sullo sfondo | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Ascoli Piceno |
Città | San Benedetto del Tronto |
Codice postale | 63074 |
Nome abitanti | sambenedettesi |
Patrono | san Benedetto martire |
Giorno festivo | 13 ottobre |
Situato nella zona a sud della città di San Benedetto del Tronto, sorge lungo il tracciato dell'antica strada consolare Via Salaria, della quale è il punto di arrivo, e Via del Mare, che collega l'entroterra al mare Adriatico. Si estende tra il quartiere Ragnola, che prende il nome dall'omonimo torrente, e la Sentina.
Nel nome ricorda la concessione di Federico II del 1245, fatta alla città di Ascoli, per la costruzione di un porto alla foce del Tronto.[5]
Porto d'Ascoli apparteneva allo Stato della Chiesa e rientrava nella provincia denominata Marca Fermana; il suo territorio giungeva al Tronto, secolare confine col Regno di Napoli, poi Regno delle Due Sicilie. Infatti vicino all'antico ponte di barche alla foce del fiume Tronto, nel 1847 fu posto l'ultimo cippo di confine (il numero 649) che indicava il confine tra gli stati pontifici e il regno delle Due Sicilie. Questi cippi in pietra, alti circa un metro e riportanti gli stemmi papali e borbonici, furono posti al confine fra i due Stati nel 1846 e 1847 partendo dalla foce del torrente Canneto (tra Fondi e Terracina) sul mar Tirreno e finendo appunto alla foce del Tronto sul mar Adriatico.[5]
Nel 1935, mediante regio decreto, in attuazione dell'esito di un referendum dove l'80% dei cittadini di Porto d’Ascoli che è il primo atto previsto dalla legge per iniziare la pratica di separazione da Monteprandone. Il decreto di separazione e aggregazione controfirmato da Benito Mussolini porta la data del 16 luglio 1935, la frazione di Porto d'Ascoli fu staccata dal comune di Monteprandone e annessa al comune di San Benedetto del Tronto. L'accorpamento, che avvenne dopo molti vani tentativi precedenti, fu determinato da motivi di convenienza territoriale: San Benedetto infatti era all'epoca in piena espansione e aveva bisogno di spazio per il proprio sviluppo.[6][7]
Rimase frazione fino al 1961, anno in cui viene ufficialmente incorporata al nucleo urbano di San Benedetto del Tronto dall'ISTAT (in occasione del Censimento), divenendone parte integrante.
«I due centri di S. Benedetto e Porto d’Ascoli formano un’unica frazione geografica con un unico centro denominato San Benedetto del Tronto, comprendente gli ex centri di S. Benedetto del Tronto e Porto d’Ascoli. Per tali considerazioni è stata soppressa la frazione geografica B Porto d’Ascoli ed il relativo centro di Porto d’Ascoli.»
Anche il Codice di Avviamento Postale di Porto d'Ascoli, contrassegnato dal n. 63037, con la riforma del settembre 2006, è stato abolito: da tale data, l'unico CAP in vigore per tutto il territorio comunale di San Benedetto del Tronto era il 63039. Dal 29 ottobre 2010 il nuovo CAP del comune è 63074.[8]
È ubicata al bivio tra la S.S. 16 Adriatica e la via del Mare, strada principale di Porto d'Ascoli. Edificio cinquecentesco fortificato a pianta quadrangolare con chiostro interno e portale d'ingresso in pietra, conserva ancora lo stemma in pietra della città di Ascoli ed è stata la sede di un'importante dogana pontificia presso il fiume Tronto, per secoli confine col Regno di Napoli divenuto poi Regno delle Due Sicilie.[9][10][11][12] La struttura, in epoca recente, è stata in parte trasformata in luogo di ristorazione.[13][14]
Chiesa parrocchiale dal 1923, sorge lungo il tratto iniziale della Via Salaria, quando era sotto prepositura di Monteprandone. All'interno ci sono decorazioni pittoriche sambendettese Giuseppe Pauri.[15][16] Nel 2016 era parzialmente inaccessibile a seguito dei danni provocati dopo il Terremoto del Centro Italia. Ristrutturata e riaperta alla comunità nell'autunno del 2019.[17]
Di forma esagonale costruita con criteri dell'architettura moderna, è stata progettata nel 1955 dall’architetto Innocenzo Sabbatini. Consacrata il 29 giugno 1961 dal cardinale Luigi Traglia, aperta al pubblico il 2 luglio 1961. nel 1980 è stato completato il campanile dove vi sono 5 campane.[18][19][20] Nel complesso parrocchiale sorge l'anfiteatro Karol Wojtyla, che può ospitare 500 persone.[21]
Con l'annessione a San Benedetto del Tronto, iniziava a prendere forma il lungomare sambendettese. Con l'espansione territoriale di San Benedetto verso sud, sul lungomare ci fu un incremento notevole nella attività alberghiera, dopo il radicale ammodernamento, tra il 2004 e il 2007, su progetto dell'architetto Davarpanah Farnush del settore Progettazione opere pubbliche del Comune di San Benedetto del Tronto, il suggestivo tratto del lungomare, con i suoi nemerosi "giardini tematici" e "oasi esoriche", è considerato il fiore all'occhiello dell'intera opera architettonica.[22][23][24][25][26][27][28]
Si trova all'interno di una villa privata (Marchesi Laureati),[29] ma si può scorgere dalla SS 16 Si tratta di una torre di difesa a base quadrata del XIV secolo con opera a sporgere costituita da beccatelli e piombatoi. Costituita in muratura a sacco con paramenti esterni ed interni in laterizio, faceva parte del forte ricostruito dalla città di Ascoli dopo il 1348, distrutta poi da Gentile da Mogliano, signore di Fermo.[30][31][9]
Situata a nord della foce del fiume Tronto, la riserva naturale regionale Sentina è un'area di 200 ettari nella quale sono presenti solo pochissimi edifici rurali e che, nonostante qualche zona coltivata e nonostante i tentativi di bonifica integrali effettuati nel passato, presenta una zona umida di grandissima importanza a livello biologico e aviofaunistico.[32]
La World Sporting Academy ha la propria sede di allenamento presso la tensostruttura per la ginnastica all'interno del centro sportivo "Sabatino D'Angelo", di cui rivendica la gestione.[33][34]
La principale squadra di calcio del luogo è stata l' S.S.D. Porto d'Ascoli S.r.l., storica società dilettantistica sambenedettese fondata nel 1963, che militava nel campionato di Serie D. Il 23 giugno 2023 il titolo sportivo e la matricola del Porto d'Ascoli S.r.l., cambiano nome, colori sociali e diventano San Benedetto Calcio S.r.l. per poi trasformarsi in U.S. Sambenedettese,[35][36][37][38] militando nel campionato di Serie D.[39] Le altre squadre di calcio sono: A.S.D. Molo Sud e Agraria Club che militano entrambe in Seconda Categoria.
La principale voce dell'economia è il turismo. Porto d'Ascoli infatti è una nota stazione balneare di San Benedetto del Tronto, veicolata dal marchio Riviera delle Palme.[44][45] Sono presenti numerose aziende del settore agro-alimentare (soprattutto nel campo dei surgelati), che costituiscono un vero e proprio "distretto".[46]
La stazione ferroviaria di Porto d'Ascoli, posta lungo ferrovia Adriatica, è località di diramazione della ferrovia Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto, servita dalle relazioni regionali Trenitalia svolte nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Marche.
Il trasporto pubblico urbano e suburbano è gestito con autolinee della società START.
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