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personaggio immaginario dei cartoni e dei fumetti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Braccio di Ferro (Popeye) è un personaggio immaginario statunitense creato da Elzie Crisler Segar,[2] apparso in strisce giornaliere e tavole domenicali a fumetti e in cartoni animati cinematografici e televisivi[3]. Esordisce il 17 gennaio 1929 nella striscia a fumetti Thimble Theatre (traducibile come “piccolo teatro”), che successivamente viene ribattezzata "Popeye"[4], grazie all'inaspettato successo del personaggio. La sua prima comparsa in Italia è nel marzo 1935 su una tavola dal titolo "Il teatro dei bei tipi"[5][6][3][7].
Braccio di Ferro | |
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Braccio di Ferro e la sua fidanzata Olivia nel cortometraggio Baby Wants a Battle | |
Nome orig. | Popeye |
Lingua orig. | Inglese |
Autore | Elzie Crisler Segar |
Editore | Bud Sagendorf |
1ª app. | 17 gennaio 1929 |
Editore it. | Renato Bianconi |
1ª app. it. | 1935 |
Interpretato da | Robin Williams (Popeye - Braccio di Ferro) |
Voci orig. |
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Voci italiane |
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Caratteristiche immaginarie | |
Specie | Umana |
Sesso | Maschio |
Luogo di nascita | Santa Monica, California[1] |
Professione |
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Poteri |
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Fra i più celebri personaggi dei fumetti di tutti i tempi[8][9], raggiunge presto una notevole popolarità, tanto che nel 1933 gli viene dedicata un'omonima serie di cortometraggi animati cinematografici realizzati dai Fleischer Studios,[8] da subito molto popolare[3] al punto che la sua fama è ora più legata ad essa.
Nel corso degli anni il personaggio è apparso anche in comic book, in cartoni animati televisivi, in videogiochi, pubblicità ed è stato oggetto di un diffuso merchandising; nel 1980 il regista Robert Altman ne trasse un film[7]; nel 2002 TV Guide classificò il personaggio al 20º posto nella sua lista dei "50 Greatest Cartoon Characters of All Time"[10], mentre LiveAbout lo classificò all'8º posto nella lista "The Top 50 Cartoon Characters of All Time"[11]. Nel 1995 fu una delle venti serie a fumetti incluse nella serie commemorativa di francobolli statunitensi Comic Strip Classics.[12][13][14]
Il personaggio venne ideato dal fumettista Segar inizialmente come comprimario all'interno della serie di fumetti a strisce The Thimble Theatre quando Castor Oyl, protagonista iniziale della serie, vuole partire per l'Africa ma prima deve trovare un marinaio in grado di condurre la nave e incontra Popeye, un tipo magro, guercio da un occhio e dalla parlata molto caratteristica. Dopo le prime apparizioni, Segar decide di promuoverlo a protagonista della serie che viene anche ribattezzata con il suo nome. L'esuberante e irascibile Popeye è sempre pronto a venire alle mani per risolvere le questioni anche grazie alla sua formidabile forza la quale, inizialmente, non è chiaro da cosa gli derivi, ma in seguito Segar fornirà una giustificazione negli spinaci che fa ingurgitare al personaggio (espediente riproposto nei cartoni e destinato a diventare il segno distintivo del personaggio).[3]
Il taglio del disegno è scarno ed essenziale. A differenza di altri fumetti contemporanei, come Flash Gordon, le vignette sono disegnate in maniera tale da prediligere il tratto e l'effetto. I paesaggi dello sfondo sono privi di molti dettagli.
Popeye parrebbe ispirato a Frank "Rocky" Fiegel (1868-1947), compaesano di Segar, noto per essere un attaccabrighe[15] e che viveva di lavori occasionali come operaio e barista.[16]
Il personaggio comparve per la prima volta nella striscia Thimble Theatre che Segar disegnava ormai da dieci anni e ne divenne rapidamente il protagonista[7] facendola diventare una delle serie a fumetti del King Features Syndicate più popolari degli anni trenta[7][9]. La striscia Thimble Theatre[17] veniva pubblicata già dal 19 dicembre 1919 sul New York Journal (un giornale gestito da William Randolph Hearst, proprietario del King Features) riscuotendo un discreto successo ma non confrontabile con la fama che raggiungerà con l'introduzione del personaggio di Popeye che era stato inserito come comparsa per un singolo episodio e destinato, nelle intenzioni originali dell'autore, a scomparire con la conclusione della vicenda narrata (striscia del 17 gennaio 1929)[8]. I protagonisti della striscia erano Castor Oyl e sua sorella Olivia, la quale diverrà poi l'eterna fidanzata di Popeye, un marinaio guercio[18] dalla parlata sgrammaticata e piuttosto scorbutico nell'episodio La gallina fischiona africana (Whiffle Hen), assunto da Castor per condurre una nave. Da questo esordio raggiunge un apprezzamento da parte del pubblico tale da spingere il suo autore a renderlo il personaggio di punta della striscia.[8] Questa caratterizzazione del personaggio per opera di Segar è molto diversa da quella che si troverà nei cortometraggi nei quali lo schema narrativo si chiude solitamente con una inevitabile scazzottata e con l'aiuto in extremis di una scatola di spinaci dalla quale attingere la forza per sconfiggere il nemico di turno. Nelle prime storie infatti gli spinaci non compaiono. Nei fumetti il personaggio è protagonista di storie di ampio respiro e in cui, oltre a lui, vi sono altri protagonisti di vicende che, attraverso la successione di strisce quotidiane, sviluppano trame lunghe e complesse. Alle storie realizzate in strisce quotidiane e utilizzate per narrare racconti lunghi e articolati si affiancheranno poi le tavole domenicali. Segar realizzerà una trentina di storie fino alla sua morte, nel 1938.[8]
Dal 1938 la striscia venne continuata da Tom Sims fino al 1954 e poi da Ralph Stein fino al 1959 per i testi mentre per i disegni delle strisce giornaliere da Doc Winner fino al 1939 e per quelli delle tavole domenicali Joe Musial fino al 1939 per poi passare a Bill Zaboly che disegnerà il personaggio fino al 1959, perdendo però col tempo il loro originario mordente e diventando quasi esclusivamente umoristiche. Successivamente l'assistente di Segar, Bud Sagendorf, si occuperà delle strisce quotidiane e delle tavole domenicali dal 1959, infondendole nuova vitalità e lavorandoci per quasi trent'anni quando nel 1986 passerà il compito di realizzare le strisce a Bobby London che le disegnerà fino al 1992 mentre continuerà a dedicarsi solo alle tavole fino al 1994 quando Hy Eisman porterà avanti le storie del personaggio nella sola versione a tavole domenicali.[7][9] Dal lunedì al sabato vengono quindi pubblicate ristampe delle strisce di Bud Sagendorf mentre la domenica viene pubblicata una tavola inedita realizzate dal 1994 da Hy Eisman.[19]
All'estero le storie a strisce realizzate da Segar sono state a lungo prive di una edizione completa e organica[8].
La pubblicazione in Italia delle storie di Braccio di Ferro è stata abbastanza discontinua sebbene siano state pubblicate già negli anni Trenta su diverse testate ma per molto tempo non si è riusciti ad averne una edizione integrale[8] ma nonostante questo ha subito goduto di vasta fama[7] venendo pubblicato su varie testate sin dal 1935 soprattutto della Mondadori[9]. Nel 1939 vengono pubblicati come supplementi alla collana Albi d'Oro prima serie della A.P.I. Anonima Periodici Italiani (denominazione della Mondadori) 13 volumi che presentano la ristampa sia delle strisce giornaliere che delle tavole domenicali già apparse su testate dell'Editore Lotario Vecchi e della Mondadori, con l'aggiunta di materiale inedito.[20] Nel secondo dopoguerra continua a essere pubblicato per vari editori comparendo anche sulla rivista culturale Il Politecnico diretta da Elio Vittorini ed edita da Einaudi.[9]
Le ristampe continuano negli anni sessanta su una testata dedicata edita da Giuseppe Vita Editore per 12 numeri dal 1962 al 1963 e omonima del personaggio che ripropone le storie disegnate da Sagendorf e, negli ultimi numeri, da Segar[21] mentre sul quotidiano L'Unità tra il 1962 e il 1967 viene proposta la versione a strisce giornaliere di Sagendorf e Zaboly[9] mentre quella di Segar sono state pubblicate sulla rivista Linus. Durante gli anni settanta le strisce giornaliere di Sagendorf vengono pubblicate sul quotidiano Paese Sera e sul supplemento Paese Sera Domenica tra il 1974 e il 1979. Il personaggio continua a essere riproposto anche negli anni ottanta e novanta sul Radiocorriere TV e su alcuni supplementi della rivista Lupo Alberto edita da Macchia Nera.[9] Molte delle storie originali di Segar sono state pubblicate anche negli Oscar Mondadori, in una serie di dieci albi dall'editore Comic Art (1994-1995) che hanno riproposto quasi tutte le vignette originali di Segar del periodo che va dal 1929 al 1938[8][22]; successivamente la Rizzoli ha pubblicato un volume dedicato al personaggio nella collana I classici del fumetto della Biblioteca Universale Rizzoli nel 1999[8]; Planeta de Agostini ha ristampato due volumi di grande formato, strisce giornaliere e tavole domenicali a colori senza però terminare la collana. I volumi sono la traduzione dei primi 2 numeri dell'edizione Popeye edita da Fantagraphics Books nel 2012 e composta da 6 volumi.
Ad oggi, l'opera più completa che raccoglie tutte le pubblicazioni delle strisce giornaliere e delle tavole domenicali di Segar è Popeye edita da La Gazzetta dello Sport curata da Luca Boschi e composta da 60 albi brossurati ed uscita in edicola con cadenza settimanale tra il 2017 e il 2018[23].
In America fu pubblicata la collana a fumetti Popeye (Popeye the Sailor dal numero 66) dal 1948 al 1984, composta da 171 numeri con storie inedite[24].
Il personaggio è stato anche protagonista di storie realizzate in Italia e pubblicate dall'editore Bianconi che, dagli anni sessanta, su licenza del King Features Syndicate, incaricò i suoi autori italiani di realizzare un restyling del personaggio mirato al pubblico infantile che portò alla pubblicazione di varie testate in formato libretto sull'onda del successo di Topolino della Mondadori che godranno per decenni di un importante successo che porterà le storie italiane a venire prodotte e ristampate più volte per almeno cinquant'anni e a venire acquistate anche da editori stranieri.[7] La collana venne pubblicata in Italia dal 1963 al 1994 dall'Editoriale Metro fondata dall'editore Renato Bianconi e conteneva storie inedite realizzate in Italia[8][25] caratterizzate da una profonda rivisitazione del personaggio originario modificandone i contenuti per potersi rivolgere a un pubblico infantile,[26] presentano una propria originalità introducendone nuovi personaggi o recuperandone altri poco presenti nella versione originaria americana e conferendogli estrema rilevanza[8][27] o rinominandone altri[28].
Nel 1933 i Fleischer Studios di Max e Dave Fleischer adattarono i personaggi di Thimble Theatre per una serie di cortometraggi animati cinematografici intitolata Braccio di Ferro; i Famous Studios della Paramount Pictures ne continuarono la produzione fino al 1957, realizzandone oltre duecento.[7]
Successivamente furono prodotte altre serie di cartoni animati per la televisione:
Nel 2004 è stato distribuito un film d'animazione direct-to-video dal titolo Il viaggio di Natale di Braccio di Ferro (Popeye's Voyage: The Quest for Pappy), creato in occasione del 75º anniversario della nascita del personaggio.
Braccio di Ferro è un marinaio, guercio di un occhio, con una pipa sempre in bocca; ha un corpo nerboruto con gambe corte e avambracci sproporzionati, entrambi col tatuaggio di un'ancora. Il personaggio, rude e scorbutico, è un eroe che soccorre fanciulle in pericolo e vive straordinarie avventure in giro per il mondo. Fortissimo di suo, ricorre in casi estremi agli spinaci che gli conferiscono una forza e una resistenza incredibili che gli consentono di abbattere i suoi avversari.[7]
Braccio di Ferro sembra privo di buone maniere e ignorante, eppure spesso escogita soluzioni a problemi che sembrano insormontabili per la polizia o la comunità scientifica. Braccio di Ferro ha mostrato abilità investigative, ingegno scientifico o argomentazioni diplomatiche semplificate. E' rappresentato come un duro con un cuore d'oro, che preferisce non picchiare i piantagrane o i bulli, a meno che non sia costretto a reagire. E' coraggioso e compassionevole, poiché non si tira indietro di fronte a nessun nemico e non sopporta di vedere i deboli e gli indifesi essere maltrattati.
Nei cartoni animati la sua pipa si dimostra anche molto versatile; tra le altre cose, è servita come fiamma ossidrica, un motore a reazione, un'elica, un periscopio e, naturalmente, un fischietto con cui produce il suo caratteristico suono. A volte mangia gli spinaci attraverso la sua pipa, aspirandoli dalla scatola. Dagli anni 70, Braccio di Ferro usa raramente la sua pipa per fumare tabacco.
Essendo un marinaio, ama il mare e non si lascia sfuggire l'occasione di un'avventura, e sebbene a volte sia una specie di cacciatore di tesori, non è avido. Detesta mostri, fantasmi e altri terrori del genere, avendone affrontati diversi lui stesso e preferisce fingere che non esistano. Ama profondamente la sua amata Olivia Oyl, nonostante il loro difficile inizio, e farebbe di tutto per proteggerla e renderla felice, dimostrando di essere un uomo molto cavalleresco e romantico, nonostante la sua natura rude, dura e burbera. E' molto affettuoso anche con suo figlio adottivo Pisellino.
I nomi di alcuni dei personaggi variano a seconda delle edizioni. Talvolta sono utilizzati i nomi originali.
Il personaggio di Braccio di Ferro è stato usato nella pubblicità o come mascotte da diverse aziende, società ed enti, in vari settori. In ambito calcistico italiano è il simbolo della frangia del tifo organizzato Granata South Force del club della Salernitana.[34]
Nell'estate del 1976, a Tokyo viene fondata "Popeye - Magazine for City Boys", la prima rivista giapponese di moda e attualità rivolta ai ragazzi. Fu scelto questo nome perché il figlio del fondatore della rivista era un grande fan di Braccio di Ferro.[35]
Da Braccio di Ferro a Super Mario
Grazie al personaggio di Braccio di ferro nacque uno dei personaggi videoludici più iconici al mondo, ovvero Super Mario. Mario apparve per la prima volta nell'arcade game Donkey Kong, frutto delle modifiche apportate da Shigeru Miyamoto a un videogioco su Braccio di ferro di cui la Nintendo aveva perso la licenza. La trama era appunto basata sulla serie Braccio di ferro: il forzuto marinaio e Olivia vennero sostituiti da Mario(all'epoca conosciuto con il nome di Jumpman) e dalla fidanzata Pauline, mentre per il ruolo di Bluto venne scelto un epigono di King Kong, chiamato Donkey Kong, che Jumpman doveva raggiungere scalando un edificio in costruzione[36]
Ritenuto un alimento ad alto contenuto di ferro, gli spinaci furono associati alla forza sovrumana del personaggio, invogliando il consumo nell'infanzia nell'epoca della Grande depressione in un contesto di una diffusa malnutrizione, perpetuando a lungo l'idea dell'effetto benefico nonostante analisi accurate stabilissero un tasso di circa 3 mg per 100 g di foglie fresche, assai minore di quanto propagandato.[37] La popolarità di Braccio di Ferro ha contribuito ad aumentare le vendite di spinaci,[38][39] e uno studio del 2010 ha confermato che molti bambini hanno aumentato il consumo di verdure dopo aver visto i cartoni animati su Braccio di Ferro.[40] Favorì anche la fortuna dei coltivatori di spinaci, tanto che nella località texana di Crystal City gli venne eretto un monumento commemorativo.[7][41][42]
I videogiochi ufficiali su Braccio di Ferro non appartengono a un'unica serie e sono poco collegati tra loro.
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