Playmen
rivista mensile italiana erotica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Playmen è stata una rivista erotica italiana per adulti fondata nel 1967 da Adelina Tattilo e diretta da Luciano Oppo[1] e dove hanno lavorato fotografi come Roberto Rocchi, Franco Marocco, Mimmo Cattarinich e Paolo Tallarigo. La rivista in Italia raggiunse, e per certi versi superò, la fama di Playboy nella sua versione italiana.
Playmen | |
---|---|
Stato | Italia |
Lingua | italiano |
Periodicità | mensile |
Genere | stampa nazionale |
Formato | magazine |
Fondazione | 1967 |
Chiusura | 2001 |
Sede | Roma |
Editore | Adelina Tattilo |
Diffusione cartacea | 450 000 (1971) |
Direttore | Luciano Oppo Adelina Tattilo |
La rivista sopravvisse fino al 2001 e pubblicò mensilmente fotografie di nudo erotico femminile, assieme a vari articoli sulla moda, lo sport, i beni di consumo e personaggi pubblici. L'uso di foto softcore fatto da Playmen la pose in contrasto con le tante riviste hardcore e voleva richiamarsi, più che all'allora montante ondata porno, proprio all'erotismo "di classe" ed "educato" di cui era portabandiera la rivista di Hugh Hefner.
Mentre conduceva una battaglia con la censura, Playmen raggiunse una circolazione di 450 000 copie in meno di quattro anni dalla sua uscita nel 1967. Nei primi anni, ogni mese, la magistratura, in diverse città, ordinava un ritiro di massa della rivista, Playmen veniva quindi acquistato dai lettori nelle prime ore dopo la sua apparizione in edicola.[2] In quel periodo Playmen era impaginato da Fulvio Jacometti e Umberto Jacolucci (quest'ultimo impaginava anche Sogno, periodico settimanale della Rizzoli).
La rivista cominciò imitando Playboy, anche se la prima "Ragazza del mese", Brigitte Bardot, poneva le proprie mani sopra il seno. In seguito, Playmen prese uno stile tutto suo, riflettendo il gusto europeo e non sovraesponendo seni come la rivista americana. In un'intervista concessa al settimanale statunitense Time, Adelina Tattilo disse: "Gli Stati Uniti sono un matriarcato. Penso che sia questa la ragione per cui gli uomini americani preferiscono le donne con seni esagerati, voluminosi, vere calde bambinaie con un rassicurante aspetto materno". Le donne scelte dalla Tattilo erano più magre e più mature rispetto alle scelte di Hugh Hefner.
Molte celebrità cominciarono la loro carriera - o utilizzarono la rivista per un rilancio - apparendo sulla copertina di Playmen: Pamela Villoresi, la cantante Patty Pravo, la francese Brigitte Bardot, Ornella Muti, la cantante Amanda Lear e molte altre. Ursula Andress comparve nuda per l'ultima volta a 45 anni sulla copertina di Playmen nel marzo 1982. La rivista ospitò le immagini di celebri attrici e modelle come Teresa Ann Savoy, Lilli Carati e Camille Keaton. Nel 1972 Playmen ottenne uno scoop internazionale: pubblicò le foto di Jacqueline Kennedy, allora moglie di Aristotele Onassis, mentre, nuda, si abbronzava ai bordi della piscina nella loro villa nell'isola di Skorpios.[3][4] Oltre alle foto di celebrità svestite, la rivista conteneva interviste a personaggi che operavano nell'ambito di letteratura, cinema, arte, politica e sport. Sulla rivista apparve anche un'intervista al filosofo tradizionalista Julius Evola e di questi una parte del saggio Cavalcare la tigre.[5] Nel luglio 1968 l'edizione pubblicò un articolo di Henry Miller.
Negli anni novanta, con la massiccia esplosione del mercato delle videocassette erotiche e pornografiche, la rivista accusò un grave colpo; quando alla già grave flessione delle vendite si sommò la sempre più facile diffusione di materiale audiovisivo erotico (e gratuito) tramite la rete l'impero della Tattilo entrò definitivamente in crisi, fino alla chiusura di Playmen nel 2001. Il figlio di Adelina Tattilo e di Saro Balsamo, dopo la chiusura della rivista fondata dai propri genitori, ha pubblicato alcune edizioni del Calendario Playmen: in particolare per gli anni 2004 e 2005, dedicati a Loredana Bontempi.[6]
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