Pietro Paolo Bonzi

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Pietro Paolo Bonzi

Pietro Paolo Bonzi o Bonsi, noto anche con lo pseudonimo di Gobbo dei Carracci o Gobbo dei frutti (Cortona, 1576Roma, 1636), è stato un pittore italiano.

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Testa di un vecchio, Museo del Prado

Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Si formò artisticamente a Bologna presso gli esponenti della scuola carraccesca, da cui prese lo pseudonimo, ma lavorò prevalentemente a Roma.[1]

Assieme al Salini si perfezionò all'accademia privata dei Crescenzi, dilettandosi in varie tendenze pittoriche, dal ritratto al paesaggio.[1]

Tra il 1620 e il 1624 operò nella galleria di palazzo Mattei assieme al Tassi e a Pietro da Cortona, eseguendo 'bizzarrie' con festoni di frutta.[2]

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Frutta, vegetali e farfalla, 1620

Le opere di Bonzi sono presenti nell'inventario di Giustiniani e del principe Lorenzo Onofrio Colonna.

Un'altra commissione citata dal Baglione incluse lavori al Palazzo Pallavicini-Rospigliosi.[2]

I suoi temi più ricorrenti risultarono le nature morte con frutta, come La verduriera di casa Palencia a Madrid e quelle nella collezione Wetzlar di Cannero e Lorenzelli di Bergamo, firmate 'Pietro Paolo da Cortona'.[1]

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Diana e la ninfa Callisto, Palazzo Pitti, Firenze

È da notare come alcune opere attribuite in un primo tempo a Bonzi, furono successivamente assegnate al Salini.[1]

Tra le attribuzioni, sulle quali i critici d'arte non concordano, si possono menzionare un San Pietro e santa Caterina per la chiesa romana di Santa Maria della Rotonda; un Fanciullo con colomba, già a Monaco, i Paesaggi dei giardini dei cardinali Montalto e Pio; il Paesaggio per il casino Ludovisi, i Paesaggi per i palazzi Giustiniani e Rospigliosi.[2] L'Incredulità di san Tommaso (1633), sempre per la chiesa della Rotonda al Pantheon, fu invece certamente eseguita da Bonzi.

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Paesaggio, Museo Capitolino

Le sue nature morte, diversamente dal Salini, non subirono l'influenza caravaggesca, ma evidenziarono caratteristiche accademiche manieristiche, basate su un'illuminazione concorde sui singoli frutti e non di sintesi, rafforzata da un gusto del vero e da una certa compostezza.[1]

Bonzi nel 1634 fu iscritto all'Accademia nazionale di San Luca e negli ultimi anni di vita abitò vicino al Domenichino.[2]

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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