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erudito e storico veneziano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pietro Gradenigo (Venezia, 7 agosto 1695 – Venezia, 4 dicembre 1776) è stato uno storico italiano, patrizio veneziano.
Nacque da Jacopo Gradenigo e Paola Morosini ed apparteneva al ramo dei Gradenigo di Santa Giustina, era quindi discendente del doge Bartolomeo[1].
Coprì un certo numero di cariche pubbliche, anche rilevanti come quelle di Savio di Terra Ferma e Provveditore alle Biade, com'era d'uso nelle carriere patrizie.
Il suo nome è però rilevante per l'attività di studioso della storia veneziana e di annalista dei fatti a lui contemporanei. A questo scopo raccolse, in cinquant'anni, una vasta collezione di manoscritti acquisiti da altre casate patrizie realizzando una biblioteca aperta anche ad altri, di qualsivoglia ceto, che fossero interessati.
i suoi scritti non avevano lo scopo di essere pubblicati ma costituirono una preziosa fonte per i successivi storici ed eruditi. Di questo ampio lavoro sono giunti a noi, passando dai suoi nipoti alla collezione Correr, i 26 volumi dei Commemoriali Veneti – una miscellanea di argomenti veneziani e qualche volta esteri – i 38 volumi dei Notatori – iniziati nel 1747 e proseguiti per il resto della sua vita – e il primo volume degli Annali – dal 1º gennaio 1773 al 31 marzo 1774, un secondo successivo volume di cui si ha notizia risulta disperso[2].
Il Gradenigo si avvalse anche di collaboratori come copisti di antichi manoscritti e anche del disegnatore Giovanni Grevembroch per documentare visivamente alcuni aspetti della civiltà veneziana: gli Abiti dei Veneziani (più noti a un largo pubblico perché pubblicati integralmente nel 1981) e i Monumenta Veneta ex antiquis ruderibus una rassegna di sculture e ornati spesso scomparsi dopo la caduta della repubblica consultabile al museo Correr.
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