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pittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pietro D'Asaro detto il Monocolo di Racalmuto (Racalmuto, 1579 – 1647) è stato un pittore italiano.
«Pittore locale non ignobile e di vita inquieta che ha qui lasciato, quasi in ogni chiesa, familiari santi e momenti della Passione.»
Pietro D’Asaro, in arte il «Monocolo di Racalmuto» perché cieco da un occhio, è stato un artista siciliano vissuto tra il 1579 e il 1647. La sua attività pittorica è tra le più importanti testimonianze figurative della tarda maniera siciliana. La vita e l’attività pittorica di questo artista è da sempre avvolta nel mistero. Pochissime notizie certe ci permettono di dedurre che la sua prima formazione avvenne presumibilmente a Racalmuto, sua città di origine, e che poi l’artista completò la sua educazione artistica tra Palermo, quasi certamente presso la bottega del più anziano e affermato pittore Gaspare Vazzano alias lo «Zoppo di Gangi», i centri più aggiornati dell’Italia controriformata come Roma, Napoli, Genova e forse anche Milano dove entrò in contatto con l’opera di Caravaggio. Dall’arte del Merisi, Pietro D’Asaro, cercò di acquisire l’uso razionale della luce e un certo realismo che gli permise di moderare la sua pittura di maniera. Ciò che, tuttavia, con molta probabilità lo influenzò maggiormente fu la particolare poetica di Caravaggio, compresa solo nel ‘900 dal celebre storico dell’arte Roberto Longhi, attenta alla trasmissione di valori riconducibili al cosiddetto “cristianesimo delle origini” e ravvisabile, nelle opere del D’Asaro, soprattutto nel mutato modo di sentire e quindi di dipingere il volto della Vergine Maria. Un senso di profonda umiltà ed elegante riservatezza viene trasmesso dalle giovanissime Madonne dasariane, che come gigli di superba bellezza si offrono al riguardante che le sa osservare. Nel particolare modo del Monocolo di raffigurare i soggetti sacri è, inoltre, riscontrabile un doppio registro linguistico in cui il pittore utilizza il realismo caravaggesco per comunicare con più franchezza la veridicità del concetto cristiano e l’eleganza della maniera per rappresentare la potenza divina. Della sua vita e della sua formazione artistica sono pervenute pochissime informazioni contenute in "riveli", documenti e atti notarili. Benché non esistano evidenze documentarie che supportino la tesi di un apprendistato del D. presso il Vazzano, alcune evidenze stilistiche, reciproche contaminazioni nelle opere di entrambi i pittori ed il matrimonio stipulato tra Caterinella, la sorella del Monocolo e Antonino Vazzano, figlio del maestro di Gangi sembrano avvalorarne la credibilità. Nonostante gli sforzi di indagine archivistica e documentaria profusi, tutt'oggi il periodo della vita biografica e professionale del D. compreso tra il 1600 e 1607 rimane oscuro. Si é supposto che l'artista in questo periodo avesse potuto intraprendere un soggiorno di studio tra i maggiori centri della penisola italiana del quale però non rimane memoria scritta. L’unica eccezione sarebbe la notizia riportata dall’erudito pittore cappuccino padre Fedele da San Biagio che lo dice «ritornato da Roma, dove fece il suo studio e da Genova dove si fece commodo». Ad appoggiare l’ipotesi della sosta genovese concorre, inoltre, la probabilità che a finanziare il viaggio possano essere stati i Conti Del Carretto, potenti nobili di Racalmuto di origine ligure e committenti in più occasioni del pittore. In tale viaggio di studio si è supposto che il D’Asaro avesse visitato anche Roma (verosimilmente attratto dall’anno giubilare 1600), Genova, Napoli e Milano. La prima notizia di una opera del Monocolo è di Antonino Mongitore (Ms del sec. XVIII) e risale al 1607. Si tratta del perduto San Michele Arcangelo visto dall’erudito presso la chiesa di Santa Maria di Gesù dei Francescani Osservanti fuori le mura di Palermo. La prima opera esistente è invece datata al 1608 ed è il San Giuliano conservato presso la chiesa eponima di Racalmuto. Bisogna però tenere conto della tela raffigurante la Adorazione dei Magi di Aragona datata 1607 che, seppur recante una firma parziale alludente allo Zoppo di Gangi, si ritiene piuttosto opera del Monocolo.
Chiesa di Maria Santissima della Stella:
Studi preparatori di pale d'altare provenienti dalla collezione Sgadari di Lo Monaco:
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