Picio

termine proveniente dalla lingua piemontese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Picio è un termine usato in età contemporanea comune nel registro colloquiale basso del Nord Italia, con diversi significati. In lingua piemontese[1] ha il significato letterale di "pene". Se la parola viene usata in lingua piemontese la pronuncia corretta è piciu.[2] Al contrario, se la si usa in lingua italiana il termine si legge con la "o" finale.[3][4] Il termine non varia tra plurale e singolare.[5] Il termine ha origini più antiche: è presente, nella forma "pincio", nel Libro di sonetti di Franco e Luca Pulci ed è registrato, con diverse varianti ("piciu", "pinchio", "pincio") nei dialetti calabresi da Gerhard Rohlfs nel suo Dizionario dialettale delle tre Calabrie (Milano-Halle, 1932-39).[6] Il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia offre come primo significato "membro virile" e, per estensione, "persona sciocca, stupido[7], imbecille (anche con valore aggettivale e per lo più come ingiuria)" e rimanda a "pincio" (prima e seconda accezione della voce "Pinco").

Utilizzo

Thumb
Saluzzo: graffito con l'insulto piciu

Picio viene usato nel linguaggio comune per indicare una persona stupida, sciocca, e/o boccalona,[8] e si adotta anche in frasi denigratorie popolari come, ad esempio, un picio ch'a marcia (che indica una persona capace abile solo nel camminare) e it sés pì picio dël mè picio ch'a l'é 'n picio da stantetre ani ("sei più stupido del mio pene, che è un pene da settantatré anni").[9] Entra inoltre nella composizione di insulti più elaborati come picio 'd nata ("'d nata" = "di sughero") o picio 'd merda.[10]

In alcuni casi, viene usato il vezzeggiativo piciola.[11] L'equivalente femminile di picio è picia, e indica invece una prostituta.[12]

La parola trova il suo corrispettivo nei milanesi "pirla" e "pistola".[8][13]

Nella letteratura e nei media

Riepilogo
Prospettiva

A volte anche in testi scritti in italiano il termine picio viene reso nella forma piciu[5][14][15] per rendere la pronuncia piemontese, anche in espressioni quali faccia da piciu[16] (o da picio)[17] o comportarsi da piciu.[18] La parola viene utilizzata principalmente da scrittori di area piemontese, ma anche da alcuni di altre zone del paese,[19][20][21] nel Canton Ticino[22] e in traduzioni da lingue straniere.[23]

Il lemma picio, oltre a venire utilizzato o evocato in brani musicali scritti in tutto o in parte in piemontese, ad esempio in testi di Gipo Farassino[24] o nelle tracce 4 piciu al bar e Machu Picchu dei Farinei dla Brigna[25], compare anche in altri pezzi come nella traccia Il burattino senza fichi di Elio e le Storie Tese (1996, album Eat the Phikis), dove il protagonista della canzone descrive sé stesso come un pupo senza picio, esplicitando poi l'accezione anatomica del termine con i versi ... soffro tanto senza pistulino, godrei molto con un cazzo. Ecco che il mì babbo me lo fa.[26]

Nelle opere del disegnatore lombardo Pietro Vanessi uno dei suoi personaggi (un membro virile parlante) si chiama Picio e a lui è stato dedicato un libro dal titolo Picio alla riscossa![27]

Note

Bibliografia

Voci correlate

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