Piana di Gioia Tauro
pianura calabrese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La piana di Gioia Tauro, localmente A Chjiana, è una pianura alluvionale della Calabria, che confina ad ovest con il Mar Tirreno (golfo di Gioia Tauro), a nord con il Monte Poro, ad est con il Dossone della Melia e a sud con il Monte Sant'Elia di Palmi. È per estensione, dopo la Piana di Sibari, la seconda delle tre pianure calabresi con 150 705 abitanti. I fiumi più importanti sono il Petrace e il Mesima.
Piana di Gioia Tauro | |
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Panorama sulla Piana di Gioia Tauro | |
Stati | Italia |
Regioni | Calabria |
Province | Reggio Calabria |
Località principali | Gioia Tauro, Cittanova,Palmi, Rosarno, Polistena, Taurianova |
Fiume | Mésima e Petrace |
Superficie | 243[senza fonte] km² |
Abitanti | 150 705 (2023[senza fonte]) |
Altitudine | media: m s.l.m. |
Nome abitanti | pianigiani |
Il territorio è prevalentemente coltivato ad ulivi ed agrumi e molte delle attività svolte dalla popolazione sono connesse con l'agricoltura (specie l'estrazione dell'olio di oliva, la trasformazione dei prodotti agrumari e oleari).
«[...] nella piana di Gioia Tauro dove ci sono gli uliveti più belli e antichi d'Italia, alberi di quindici, venti metri e sotto quel tetto argenteo, l'oro degli agrumeti, aranci e mandarini profumati e sotto ancora, in un mutar di verdi e di marroni, gli orti, i rampicanti, i prati d'erba tenera già fioriti di margherite a marzo. [...] ora come in un Medioevo feroce vi dettano separata legge le cosche mafiose con pieno potere e crescente ricchezza»
La Piana veniva indicata da romani e bizantini come Vallis Salinarum (probabilmente a causa di acquitrini salmastri all'epoca esistenti sulla costa e alla foce dei fiumi), tale nome fu usato fino al medioevo. In seguito fu denominata Planities Sancti Martini (Piana di San Martino), ad esempio in una provvisione di Re Carlo II, del 1305, si trova: quod habet in Planitie Sancti Martini et Sancti Giorgii, traduzione: “che è (situata) nella Piana di San Martino e San Giorgio”.[1][2]
Nel 1500, all'incirca, prese il nome di Piana di Terranova, infatti Terranova all'epoca era il centro più noto; nell'opera di Leandro Alberti Descrittione di tutta Italia del 1567 viene invece riportata come «una molto larga e lunga pianura di San Giovanni quasi tutta inculta e piena di cespugli e boschi»; il fatto che essa si presentasse così è confermato anche dal Barrio nel suo De antiquitate et situ Calabriae.[2]
Nel 1600, essendo diventato Seminara il centro feudale più importante della Calabria meridionale tirrenica, il territorio ne prese di conseguenza il nome (Piana di Seminara) mentre gli studiosi che la visitarono a causa del terremoto del 1783 la indicarono come piana di Calabria o, più raramente, come Piana di Monteleone, ambedue questi termini rimasero limitati all'ambito letterario ed intellettuale.[3]
Con il decadere di Seminara, l'area fu successivamente indicata come Piana di Palmi, come si può leggere negli scritti dei geografi del '700 e dell'800, questo anche grazie al fatto che nel 1816 la città fu elevata a capoluogo di circondario. Durante il XIX secolo, accanto a tale denominazione, ebbe diffusione anche il toponimo di Piana di Gioia Tauro, dal nome dell'attivo centro in cui si commerciava l'olio d'oliva prodotto nella zona; attualmente quello maggiormente usato. Alcuni autori hanno anche utilizzato in passato altre denominazioni quali Piana di Rizziconi o Piana di Cittanova ma tali termini s'intendono in genere riferiti ai rispettivi territori comunali.[3] Diffuso anche il toponimo Piana di Rosarno, luogo in cui si trova il Consorzio di Bonifica Tirreno Reggino.
Nella "Vallis Salinarum" nacquero personaggi illustri (a cominciare dai Frati Angelo e Francesco da San Martino) e si celebrarono il matrimonio nel 1062 di Giuditta d'Evreux e Ruggero il Normanno e il solenne Parlamento del 1283. Entrambi gli eventi si verificarono nel Castello di S. Martino (castrum Sancti Martini). Dal punto di vista storico la Piana è stata interessata in passato da varie vicende, che hanno dato una svolta alla vita di molti centri creando i presupposti per la nascita di nuovi nuclei abitati. Come tutto il territorio reggino, anche la Piana è stata segnata in particolare da due terremoti che hanno avuto una notevole influenza sulla sua storia urbanistica: quello del 1783 che ha letteralmente sconvolto il territorio obbligando la popolazione a riedificare molti centri abitati, e quello del 1908 che ha provocato danni notevoli in molti paesi.
# | Comune | Abitanti |
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1 | Gioia Tauro | 19 268 |
2 | Palmi | 18 102 |
3 | Taurianova | 14 781 |
4 | Rosarno | 14 370 |
5 | Polistena | 9 899 |
6 | Cittanova | 9 699 |
7 | Rizziconi | 7 685 |
8 | Cinquefrondi | 6 227 |
9 | Oppido Mamertina | 4 740 |
10 | Laureana di Borrello | 4 598 |
11 | Melicucco | 4 862 |
12 | San Ferdinando | 4.250 |
13 | Sant'Eufemia d'Aspromonte | 3 688 |
14 | Delianuova | 3 052 |
15 | San Giorgio Morgeto | 2 937 |
16 | Seminara | 2 452 |
17 | Molochio | 2 198 |
18 | Anoia | 2 024 |
19 | Varapodio | 2 006 |
20 | Sinopoli | 1 871 |
21 | Giffone | 1 596 |
22 | Feroleto della Chiesa | 1 515 |
23 | Galatro | 1 428 |
24 | Maropati | 1 317 |
25 | San Pietro di Caridà | 965 |
26 | Scido | 790 |
27 | Melicuccà | 808 |
28 | Santa Cristina d'Aspromonte | 739 |
29 | Cosoleto | 753 |
30 | Serrata | 785 |
31 | San Procopio | 478 |
32 | Terranova Sappo Minulio | 432 |
33 | Candidoni | 417 |
TOTALE | 150 705 |
La Piana di Gioia Tauro amministrativamente rientra nel territorio della Provincia di Reggio Calabria e forma un circondario di decentramento denominato Circondario di Palmi[5] (ove qui è la sede), fino al 2008 indicato come Circondario della Piana. È uno dei tre circondari di decentramento amministrativo in cui è stata ripartita - dal novembre 1998 - la provincia; gli altri sono il circondario di Reggio (una volta Circondario dello Stretto, soppresso nel 2008), e il circondario di Locri (precedentemente della Locride).[6].
La Varia di Palmi è una festa popolare che si svolge a Palmi in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera, patrona e protettrice della città di Palmi, l'ultima domenica di agosto con cadenza pluriennale. L'evento è la festa principale della regione, nel 2014 ritenuta "festa della Calabria"[senza fonte], e rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane, dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO.
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