Peter Kien
artista e poeta ceco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Peter Kien (Varnsdorf, 1º gennaio 1919 – Auschwitz, ottobre 1944) è stato un artista e poeta ebreo ceco di lingua tedesca. Di origine ebraica, fu vittima dell'Olocausto.
Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Trascorse i primi anni di vita a Varnsdorf, un centro industriale sul confine ceco-tedesco ove il padre aveva un'attività imprenditoriale nel settore tessile.[1] Dopo la grande depressione del 1929, Kien e la famiglia trovarono dimora a Brno[2] e Peter proseguì gli studi al Realgymnasium,[3] conoscendo il pittore e poeta Joseph Hann.[4] Diplomato nel 1936 con il massimo dei voti, si trasferì nello stesso anno a Praga per seguire le lezioni di Hugo Steiner-Prag alla scuola di grafica Officina Pragensis,[5] nonché i corsi di Willy Novak alla Akademie výtvarných umění (Accademia di Belle Arti).[6] Nel 1937-38 fu compagno di studi dello scrittore e drammaturgo Peter Weiss che citò il talentuoso Kien nei racconti autobiografici Abschied von den Eltern (Congedo dai genitori, 1961)[7] e Fluchtpunkt (Punto di fuga, 1962).[8]
Nel 1939 venne istituito il Protettorato di Boemia e Moravia e anche in Cecoslovacchia, così come già in Germania, entrarono in vigore le leggi razziali.[9] Kien fu espulso dall'Accademia ma continuò il percorso artistico all'Officina Pragensis, istituto privato, sotto la guida di Jaroslav Sváb,[10] e insegnò presso la sinagoga di Vinohrady.[11] Nel settembre 1940 sposò Ilse Stránský e, alla pari di altri Ebrei, cercò invano di ottenere un visto di espatrio per sé e per la sua famiglia.[12] A dicembre 1941 venne deportato a Theresienstadt e assegnato all'ufficio grafica e design della Freizeitgestaltung ("Amministrazione del tempo libero"),[13] un organo che gestiva l'attività culturale e artistica della comunità ebraica internata. Ufficialmente stampò cartelloni, poster e le banconote fittizie utilizzate al campo. La sua produzione più interessante avvenne però con mezzi di fortuna e con non pochi rischi personali.[14] Disegnò infatti paesaggi, ritratti e caricature, migliaia di disegni e dipinti testimonianti che Theresienstadt fu a tutti gli effetti un lager e non il «campo modello» che i nazisti propagandavano al mondo esterno.[13] Il nome di Franz Peter Kien è solitamente associato all'opera in atto unico Der Kaiser von Atlantis, composta nel 1943 a Theresienstadt da Viktor Ullmann, opera della quale Kien è autore del libretto.[6]
Opere
Sebbene Kien sia stato citato come uno dei più brillanti poeti di lingua tedesca del XX secolo,[14] poco conosciuta è la sua produzione letteraria.[15][16] Ancor meno note sono le sue commedie teatrali. Medea, Der böse Traum e An der Grenze non vennero mai messe in scena, anche se i testi sono stati preservati.[17] Viene invece considerata perduta Die Marionetten, commedia più volte eseguita a Theresienstadt.[3]
La connotazione delle sue opere è spesso negativa, se non tragica. Fin dalle opere giovanili viene affrontato il tema della morte, inizialmente percepita come inquietudine e messa in versi a Theresienstadt come un inevitabile destino .[14]
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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