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scrittore brasiliano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paulo Coelho de Souza, noto come Paulo Coelho (/ˈpawlu kuˈeʎu/; Rio de Janeiro, 24 agosto 1947) è uno scrittore, poeta e blogger brasiliano[1].
Nato a Rio de Janeiro il 24 agosto 1947 da una famiglia borghese di origini portoghesi, residente nel quartiere residenziale di Botafogo.[2] Coelho sin da giovanissimo mostra una vocazione artistica. Iscritto alla Scuola Gesuita San Ferdinando, mal ne sopporta le regole, soprattutto l'imposizione della preghiera, pur scoprendo qui la propria vocazione letteraria: il suo primo premio letterario lo vinse infatti con un concorso scolastico di poesia.[3]
Il suo rifiuto per ogni regola di comportamento che gli viene imposta lo porta a vivere enormi contrasti con i genitori, soprattutto con la madre. Sono loro che lo fanno ricoverare in un ospedale psichiatrico nel 1965 e nel 1966, convinti che le ribellioni del figlio siano da imputare a una malattia mentale. In un successivo ricovero, nel 1967, lo scrittore viene sottoposto a elettroshock in quanto,[4] egli narra, era sua intenzione avvicinarsi al teatro, allora reputato dalla borghesia brasiliana come una fucina di perversioni ed immoralità.[3]
Dopo un breve periodo in cui si dedica agli studi di economia, per assecondare i voleri del padre, nel 1970 li abbandona per poi partire, nei successivi due anni,[5] alla scoperta del mondo per soddisfare il bisogno di esperienze (complice la sua completa immersione nella cultura hippie del periodo) ma soprattutto per evitare il rischio di venire nuovamente internato.[4]
Nel 1971 conosce Raul Seixas, poeta e cantante ribelle, delle cui tre opere pubblicate tra il 1973 e il 1976 scriverà le presentazioni.[3]
Come lui stesso riferisce, comincia in questi anni a dedicarsi alle arti magiche, spinto dall'angoscia esistenziale e dalla prospettiva infelice «che un giorno tutto sarebbe finito». Sedotto dalla possibilità di fabbricare un elisir di lunga vita che gli consentisse di prolungare la propria esistenza, si profonde nello studio dell'alchimia, che si rivela tuttavia infruttuoso.[6]
«Nel 1973, ormai disperato per la mancanza di progressi, mi comportai in maniera del tutto irresponsabile. All'epoca, lavoravo per il Segretariato di Stato per l'istruzione del Mato Grosso e davo lezioni di teatro. Decisi di impiegare i miei alunni in laboratori teatrali incentrati sul tema della Tavola di Smeraldo. Questo comportamento, in concomitanza con alcune mie incursioni nell'area fumosa della Magia, mi portarono, l'anno successivo, a sperimentare sulla mia pelle la verità del proverbio che dice: chi la fa, l'aspetti. Mi crollò tutto intorno. Trascorsi i successivi sei anni della mia vita in un atteggiamento alquanto scettico per tutto quanto riguardava l'area mistica. In questa sorta di esilio spirituale, appresi molte cose importanti: che accettiamo una verità solo quando prima l'abbiamo negata dal profondo della nostra anima, che non dobbiamo sfuggire al nostro destino, e che la mano di Dio è infinitamente generosa, malgrado il Suo rigore.»
Con Seixas, intanto, si era unito alla Società Alternativa, organizzazione anticapitalista dedita anche a pratiche di magia nera, pubblicando una serie di strisce satiriche a fumetti; questo lo porterà, nel 1974, ad essere arrestato dalla dittatura brasiliana, come sovversivo.[3] Dopo l'incarcerazione ufficiale, Coelho ne subisce una ufficiosa: sequestrato dai militari, viene trattenuto in una caserma e qui torturato per vari giorni, fino a quando non riesce a convincerli di essere pazzo, e viene pertanto liberato.[3]
Profondamente segnato da quest'esperienza, abbandonerà l'attivismo politico e partirà nel 1977 con la prima moglie, per Londra.[3] Vi resterà un solo anno, per poi tornare in Brasile, dove trova un lavoro provvisorio presso la Polygram, finendo per divorziare. Per breve tempo resta sentimentalmente legato all'attrice Renata Sorrah. Nel 1979 incontra una sua vecchia amica, Christina Oiticica, destinata a diventare la sua seconda moglie.[3]
Successivamente, nel 1981, nei Paesi Bassi venne in contatto con un maestro spirituale, da lui denominato "J",[7] che cambia la sua vita e lo riconduce alla religione cristiana.[3] Grazie a lui, nel libro Il Cammino di Santiago afferma di essere diventato membro di un gruppo cattolico denominato RAM (Regnus Agnus Mundi), con "J" come suo Maestro.[5] L'esistenza del gruppo e il nome latino sono tuttavia incerti poiché i suoi libri ne sono l'unica fonte.
Sotto la guida di un esponente del gruppo di RAM intraprende quindi nel 1986 il Cammino di Santiago, un pellegrinaggio il cui percorso risale al Medioevo.[4]
Nel 1982 pubblica a sue spese Arquivos do Inferno, ma riscuote poco successo sul mercato.[8] Nel 1986 pubblica Manual pratico do Vampirismo ma lo fece ritirare dal mercato poco dopo perché lo considerò scritto male e di bassa qualità.[9]
Nel 1987 pubblica il suo primo libro sul suo pellegrinaggio verso Santiago, O diario de um mago, edito in Italia nel 2001 con il titolo Il Cammino di Santiago.[10] In questo libro si trovano le prime tracce di quello che sarà il tema ricorrente della sua produzione: «lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni». Il successo del libro lo spingerà a scrivere L'alchimista, la sua opera di maggior successo.[10] Il libro vende appena 900 copie nella sua prima edizione, per poi esplodere nel 1990, raggiungendo 100 milioni di copie vendute nel mondo;[11] L'alchimista è stato finora il libro di maggior successo mai scritto in lingua portoghese, giungendo anche ad essere inserito nel Guinness dei primati.[11]
Segue nel 1990 la pubblicazione di Brida, nel 1991 de Il dono supremo, opera ispirata da un testo di Henry Drummond,[4] e nel 1992 de Le Valchirie, racconto autobiografico di un viaggio nel deserto statunitense del Mojave, ma tradotti postumi in Italia.
Nel 1994 Coelho pubblicherà Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto; nel 1996 seguirà Monte cinque; nel 1997 sarà la volta di Manuale del guerriero della luce, una raccolta di pensieri filosofici estrapolati dai suoi precedenti lavori. Con Veronika decide di morire (1998) e Il diavolo e la signorina Prym (2000) chiuderà la trilogia e nel settimo giorno... iniziata con Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto (1994); i tre libri parlano di una settimana nella vita di tre persone comuni, costrette a confrontarsi con l'amore, la morte e il potere in questo breve lasso di tempo e a dover decidere del futuro della propria vita.[5]
Nel 2000 sarà la volta de Le confessioni del pellegrino, a cui seguirà Undici minuti (2003). Il 2005 è l'anno de Lo Zahir, un grande successo editoriale. Il 2006 è l'anno di Sono come il fiume che scorre; Pensieri e riflessioni 1998-2005 (2006) è una raccolta di aneddoti, idee e auto-riflessioni che lo scrittore compie traendo spunto dal suo ricco corpus letterario. Nel 2006 viene anche pubblicato Sfide-Agenda 2007, un'agenda dove all'interno è possibile trovare giorno per giorno le citazioni più belle di Coelho. Le sue opere, pubblicate in più di centocinquanta paesi e tradotte in 81 lingue, hanno venduto oltre 200 milioni di copie nel mondo.[12]
All'inizio di maggio del 2007 viene pubblicato in Italia La strega di Portobello (A bruxa de Portobello). Quest'ultimo libro racconta la storia di Athena, narrata da più voci raccolte dall'autore brasiliano. Il 24 settembre 2008 viene pubblicato in Italia Brida (Brida), risalente in realtà al 1990, ma mai tradotto prima. Il 2009 è l'anno di Il vincitore è solo. Il 2010 è l'anno de Le valchirie, risalente in realtà al 1992, ma anch'esso mai tradotto prima. Il 2011 è l'anno di Aleph,[10] il 2012 di Il manoscritto ritrovato ad Accra e il 2014 di Adulterio. Dal 2016 le sue opere sono edite in Italia da La nave di Teseo, presso cui sono usciti La spia (2016), Il cammino dell'arco (2017) e il romanzo autobiografico Hippie (2018).[13]
Nel settembre 2007 l'ONU ha nominato Paulo Coelho come il nuovo «messaggero della pace»,[10] a fianco della principessa giordana Haya, del maestro argentino-israeliano Daniel Barenboim e della violinista giapponese Midori Gotō. L'annuncio è stato fatto durante la cerimonia di commemorazione della Giornata internazionale della pace nella sede dell'ONU a New York. Coelho ha detto: «Accetto questa meravigliosa responsabilità e mi prefiggo di fare il massimo per migliorare questa e la prossima generazione».[14]
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