L'epiteto specifico di Parnassius phoebus è un epiteto del dio Apollo, che deriva dal termine φοῖβος (phoibos), "splendente", "luminoso", "puro"[3]; mentre il nome, Parnassius, significa proprio "di Apollo" o "delle muse".
Adulto
La farfalla febo presenta un leggerissimo dimorfismo sessuale, in quanto le ali posteriori del maschio possiedono due macchie rosse bordate di nero e quelle anteriori con una sola macchia rossa e tre nere, mentre nella femmina i disegni sono più sviluppati: le macchie rosse nelle ali anteriori sono spesso tre e centralmente hanno, a volte, del bianco; nelle ali anteriori le macchie nere sono quattro e, inoltre, sono cosparse di macchioline e sfumature di grigio, molto meno evidenti nel maschio; entrambi hanno un colore di fondo bianco e l'estremità delle ali spesso con assenza di scaglie; le caratteristiche delle ali, comunque, variano molto di sottospecie in sottospecie[4].
♀
♀
♂
♂
Larva
La larva è nera a macchie che vanno dal giallo al rosso.
Questa farfalla è molto simile a Parnassius apollo, dalla quale si distingue, oltre che per l'areale, che in Europa si limita alle Alpi per la farfalla febo, per il funicolo antennale, che in Parnassius phoebus è anellato di bianco-nero/grigiastro, mentre nella farfalla apollo è grigio chiaro-bianco, colori che, ad occhio nudo, possono risultare pressoché omogenei[4].
Nel 2014, è stata condotta una ricerca dall'ICZN[2] che ha provato che non esiste differenza molecolare tra P. phoebus e altre vecchie specie come P. smintheus, delle Montagne Rocciose[5], P. cardinalis, della bassa Svizzera[4] o P. sacerdos, tipica dell'Engadina[4]; per cui queste ed altre vecchie specie sono state unite in un'unica specie, già descritta in precedenza da Brunner, ma considerata per molto tempo non valida per poi diventare ufficiale; con questa ricerca sono stati risolti molti dibattiti e confusioni, e ora le vecchie specie sono diventate sottospecie[2][5][6].
Si tratta di una specie univoltina: la si può incontrare da fine giugno a fine agosto, con variazioni a seconda della località[4].
La larva nelle Alpi si nutre di Saxifraga, in particolare Saxifraga aizoides e in Nord America si nutre di piante del genere Sedum e altre Crassulaceae; In cattività, però, la larva sembra rifiutare la Saxifraga aizoides, bisognerebbe quindi verificare il fatto che le larve europee non si nutrano di Sedum[4].
In ogni caso l'adulto tende a deporre le uova non sulla pianta alimentare della larva, ma in prossimità di essa, su tronchi, vegetazione viva o morta, pietre, muschi e addirittura per terra. La larva successivamente si impupa nel terriccio sottostante la sua pianta alimentare o nel muschio[4].
La si trova in canali, valli umide e corsi d'acqua, quindi luoghi caratteristici delle piante di cui si nutre la larva, dai 1600 ai 2800 m d'altitudine, anche se generalmente dai 1800 ai 2200 m[4].
Segue la tassonomia delle sottospecie e delle varietà di P. phoebus[5]
Parnassius phoebus alpestris Verity, 1911
Parnassius phoebus var. anna Stichel, 1907
Parnassius phoebus aktashicus
Parnassius phoebus alaskensis Eisner, 1956
Parnassius phoebus altaica Ménétriés, 1859
Parnassius phoebus amalthea Bryk & Eisner, 1935
Parnassius phoebus ampliusmaculata Bryk, 1929
Parnassius phoebus apricatus Stichel, 1906
Parnassius phoebus var. aristion Fruhstorfer, 1923
Parnassius phoebus var. astriotes Fruhstorfer, 1923
Tom Tolman, Guida all farfalle d'Europa e Nord Africa, illustrazioni di Richard Lewington, Gennaio 2014, Ricca editore, 2008, p.36-37-38-39, ISBN978-88-6694-002-9.
Tom Tolman, Guida alle farfalle d'Europa e Nord Africa, illustrazioni di Richard Lewington, Gennaio 2014, Ricca editore, 2008, p.36-37-38-39, ISBN978-88-6694-002-9.