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Il parco archeologico e naturalistico di Santa Maria D'Agnano rappresenta un'area di 13 ettari alle falde della Murgia Meridionale, a circa 2 km dal comune di Ostuni, in Puglia. Dal 1987 il sito è oggetto di scavi archeologici condotti da Donato Coppola, con la collaborazione di numerosi studiosi provenienti da università e centri di ricerca italiani e stranieri. Il parco archeologico fu istituito nel 1991 ed è gestito dal museo di civiltà preclassiche della Murgia meridionale.
Parco archeologico e naturalistico di Santa Maria D'Agnano | |
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Epoca | Paleolitico - Medioevo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Ostuni |
Dimensioni | |
Superficie | 130 000 m² |
Scavi | |
Date scavi | 1987 |
Archeologo | Donato Coppola |
Amministrazione | |
Patrimonio | Comune di Ostuni |
Visitabile | sì |
Sito web | www.ostunimuseo.it/parco-archeologico/ |
Mappa di localizzazione | |
Proprio dal 1991 il professore Donato Coppola conduce nel sito ricerche sistematiche che hanno evidenziato come il grande riparo sottoroccia sia stato sede, per circa 30 000 anni, di riti e culti dedicati a un'immagine femminile. Il sito archeologico è raggiungibile dalla strada statale 16 Adriatica Ostuni-Fasano. Nella grande grotta-santuario sono state rinvenute le due sepolture "Ostuni 1" e "Ostuni 2". I calchi dei seppellimenti sono attualmente esposti nel museo e nella stessa grotta di Santa Maria di Agnano: nel museo sono inoltre esposti i resti di Ostuni 1.
La grotta in cui si trovava la donna di Ostuni al momento del ritrovamento dista circa 2 km da Ostuni e costituisce un sito archeologico di primaria importanza per la ricostruzione della storia del paese. In origine la grotta si presentava come un grande ambiente unico.
Qui, infatti, secondo gli studi condotti da Coppola, le testimonianze rinvenute dimostrano che questa cavità e l'area circostante sono state oggetto di riti e culti dedicati all'immagine femminile. All'interno della grotta, oltre ai resti umani, sono stati ritrovati elementi del corredo funebre, bracciali di conchiglie forate al polsi della donna, un copricapo, strumenti in pietra e resti che ci documentano su una ritualità di divinizzazione della defunta, a scopi propiziatori.
All'interno della grotta sono emerse testimonianze che vanno dal Paleolitico fino al Medioevo: in particolare, un focolare e dei cereali sono riconducibili al neolitico.
Una particolare attenzione va posta al ritrovamento della donna di Ostuni: "Ostuni 1" è il nome scientifico attribuito allo scheletro di una gestante di 27 000 anni fa, ritrovato nella grotta di Agnano insieme ai resti di un feto di circa 33 settimane di gestazione. Il corpo della madre è stato rinvenuto in posizione fetale, con la mano sinistra posta sotto il capo e la destra delicatamente appoggiata sul ventre, quasi a proteggere la creatura mai nata. La donna, al momento della morte doveva avere all'incirca 20 anni. Dopo il rinvenimento lo scheletro è stato denominato "Delia" successivamente catalogato con il codice "Ostuni 1". Nella stessa grotta sono stati rinvenuti resti di uno scheletro, denominato "Ostuni 2"; la sua pessima conservazione non ha consentito di determinare il sesso.[1] Non si esclude che in quella zona verranno ritrovati nuovi reperti risalenti al Paleolitico.
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