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Paralepistopsis amoenolens

specie di fungo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Paralepistopsis amoenolens
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Paralepistopsis amoenolens (Malençon) Vizzini[1] è un fungo appartenente alla famiglia Tricholomataceae.

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Fatti in breve Paralepistopsis amoenolens Caratteristiche morfologiche, Cappello ...

Originariamente descritto nel 1975 in Marocco come Clitocybe amoenolens dal micologo francese Georges Jean Louis Malençon[2], è responsabile della sindrome da intossicazione acromelalgica (o eritromelalgica). La sua tossicità venne scoperta a seguito di un'intossicazione subita da un gruppo di persone dopo l'ingestione di questi esemplari per tre anni, raccolti in Moriana, valle francese formata dal fiume Arc e situata nel dipartimento francese della Savoia e scambiati per specie edibili dall'aspetto similare, l'imbutino (Clitocybe gibba) o Paralepista flaccida (precedentemente Lepista inversa).[3]

Nel 2012, a seguito dell'analisi delle sequenze del DNA, i ricercatori Alfredo Vizzini ed Enrico Ercole assegnarono questa specie al nuovo genere Paralepistopsis, formando un clade separato da altri Clitocybe.[4] Questo cambiamento venne accettato da Species Fungorum e Global Biodiversity Information Facility e di conseguenza da allora la specie viene indicata come Paralepistopsis amoenolens.[5][6]

Paralepistopsis amoenolens risulta affine con una specie endemica del Giappone, la Clitocybe acromelalga, localmente nota come "fungo velenoso del bambù nano", la cui tossicità venne scoperta nel 1918.[7]

La risultante sindrome da eritromelalgia indotta da funghi varia nella durata da 8 giorni a 5 mesi, benché sia riportato il caso di una persona che manifestò sintomi per tre anni[8]

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