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Paperino e il ventino fatale (Donald Duck - A Christmas for Shacktown), pubblicata su Four Color n. 367 del gennaio/febbraio 1952 (esordio italiano sul Topolino n.37 dello stesso anno), è una storia a fumetti scritta e disegnata da Carl Barks[1].
Paperino e il ventino fatale | |
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fumetto | |
Titolo orig. | Donald Duck - A Christmas for Shacktown |
Lingua orig. | inglese |
Paese | Stati Uniti |
Autore | Carl Barks |
Testi | Carl Barks |
Disegni | Carl Barks |
Editore | The Walt Disney Company |
1ª edizione | gennaio/febbraio 1952 |
Editore it. | Arnoldo Mondadori Editore, The Walt Disney Company Italia |
1ª edizione it. | 1952 |
Genere | commedia |
Seguito da | La prima invenzione di Archimede |
Nota in Italia anche con il titolo di Zio Paperone e il trenino della felicità, è una delle più celebri storie del Maestro dell'Oregon, prodotta in quegli anni cinquanta che sono il periodo d'oro dell'Uomo dei Paperi. La storia è stata inclusa nella raccolta intitolata "Vita e dollari di Paperon de' Paperoni" pubblicata come Oscar Mondadori n.170 del 1968 (il primo dei cosiddetti Oscar cartoon).
Pur non basandosi su una trama avventurosa in un posto esotico o alla ricerca di un misterioso tesoro, la storia presenta una vasta coralità di personaggi (in effetti mancano solo i "cattivi" e Archimede Pitagorico).
La stessa vicenda ruota attorno a due cardini fondamentali: da un lato la raccolta di beneficenza per i poveri della città, dall'altra i problemi di spazio del Deposito delle monete, ormai straripante ben oltre la sua naturale capienza. Proprio quest'ultimo problema sarà portato alle estreme conseguenze dal ventino del titolo italiano, che in originale era, in realtà, il classico "decino".
Nella storia emergono molti dei tratti tipici del carattere di Paperone, dal lamentarsi spesso di situazioni disperate al mangiare a sbafo dal nipote, fino al suo leggendario fiuto per i soldi.
La storia inizia con Qui, Quo e Qua che, tornando da scuola, passano per le strade di Shacktown (Quartiere Agonia nella traduzione italiana), il quartiere povero di Paperopoli, dove, nonostante l'approssimarsi delle festività natalizie, i bambini hanno uno sguardo triste ed abbacchiato: per Natale, infatti, sotto l'albero non troveranno alcun regalo.
Sulla strada verso casa, i tre nipotini incontrano Paperina, la fidanzata del loro zio Paperino. Detto del perché del loro muso lungo, la giovane papera decide di aiutare i bambini di Shacktown mettendo in moto le socie del Club delle ragazze (qui alla prima apparizione). Nel frattempo Paperino è impegnato con i conti, alla ricerca dei regali per i suoi nipoti con delle finanze che ammontano a soli cinque dollari. Proprio in quel momento arriva Paperina, che espone a Paperino l'idea dei nipotini e gli comunica che alla raccolta di fondi, per poter dare ai bambini una cena dignitosa ed un trenino in regalo, mancano ancora cinquanta dollari.
A questo punto, nonostante fosse in un primo tempo restio, Paperino viene convinto da Paperina, Qui, Quo e Qua ad andare dallo zio Paperone per chiedere tale cifra in beneficenza; il ricco magnate paperopolese, però, saputo che metà di tale cifra è destinata all'acquisto di uno stupido e inutile trenino, dice al nipote che gli darà i venticinque dollari per la cena solo se riuscirà a procurarsi in altro modo i 25 per il trenino. Per risolvere il problema, i 5 paperi iniziano una raccolta di fondi: prima mettono 10 dollari (5 Qui, Quo, Qua e 5 Paperino, rinunciando, così, ai rispettivi regali), quindi partono per strade diverse nel tentativo di recuperare il denaro mancante.
Mentre i nipotini guadagnano 5 dollari spalando neve come GM e Paperina altrettanti vendendo i suoi merletti, Paperino prova, invece, ad imbrogliare lo zio. Infatti, dopo inutili tentativi di chiedere un aiuto ai passanti, il giovane decide di travestirsi da Jake de' Paperoni (qui al debutto anche se solo come foto su un album), zio di Paperone. Così camuffato, Paperino bussa alla porta dell'ufficio del miliardario, che, come al solito, accoglie i visitatori con il cannone armato e pronto a sparare. Il povero Paperino è, però, costretto alla fuga non già dal cannone, ma da Paperone stesso: zio Jake, infatti, deve uno scellino al nipote, che ora rivuole indietro anche con gli interessi.
A questo punto la mente di Paperino partorisce una nuova idea: prima prende in prestito il topino dei nipotini, quindi lo lascia libero tra il denaro e infine lo cattura con un pezzetto di formaggio dopo le suppliche dello zio, guadagnandosi in questo modo i 5 dollari mancanti come ricompensa. Distrattamente, però, infila il biglietto da 5 nella tasca dove ha messo il topino, che ancora affamato frantuma in mille pezzetti la banconota.
Disperato Paperino si dirige verso il parco, dove getta il suo cappello da marinaio per terra: incredibile a dirsi, un passante getta un dollaro d'argento nel copricapo scambiandolo per un mendicante e il giovane papero decide, allora, di contemplare il fondo del suo cappello. È in queste condizioni che lo trova Paperone, che prontamente lo scaccia: un dollaro in cinque minuti è un modo molto ghiotto per guadagnare qualche spicciolo.
Così, mentre l'attesa a Shacktown si fa sempre più importante, Paperino ricomincia la sua ricerca. Provvidenziale è, allora, l'incontro con il fortunatissimo cugino Gastone. Solo la sua fortuna può fargli ottenere i quattro dollari mancanti. I due cugini si dirigono verso un albergo nei pressi e, sotto le finestre degli ospiti, Gastone tende il suo cappello per raccogliere le possibili offerte. Cade solo un decino così rovente da bucare il cappello e sciogliere la neve. Paperino già sta andando via, ma Gastone scavando nel punto dove è caduta la moneta, ritrova un portafogli ben fornito che gli frutta una buona ricompensa, da cui toglie i 4 dollari promessi al cugino.
Paperino però, gli chiede anche il ventino che, poco prima di andare da Paperina, getta come insulto elemosina nella tuba dello zione, ancora in attesa della pioggia di dollari. E ci sarà una vera e propria pioggia allorquando Paperone getta, dal lucernario, il ventino nel suo Deposito delle monete. La monetina, infatti, è la classica goccia che fa traboccare il vaso, causando lo sprofondamento degli oltre tre ettari cubici di denaro del ricco magnate nelle caverne sottostanti. Secondo gli esperti scienziati, è praticamente impossibile recuperare il denaro, e qualsiasi tentativo rischierebbe di far scivolare i dollari verso le sabbie mobili degli strati più interni. Paperone, senza altra speranza, si fa ospitare dal nipote Paperino e, come al solito, non smette di lamentarsi della sua disperata situazione, pur scroccando con gusto ed abbondanza i manicaretti del nipote.
Una mattina, all'avvicinarsi del Natale, i nipotini, a colazione, accennano all'esistenza di un sistema di grotte e caverne che da Shacktown si spostano verso la caverna dove è franato il denaro di Paperone. L'esplorazione porta i paperi fino ad un pertugio, da cui giunge alle narici di Paperone l'amato aroma dei suoi dollari, l'unica cosa che ormai gli è rimasta. Qui, Quo e Qua, però, non si perdono d'animo: vanno a recuperare Pipina, la locomotiva giocattolo delle GM, e la spingono lungo lo stretto pertugio, riuscendo a recuperare il primo pacco di dollari (un centinaio di banconote da mille dollari), che Paperone, in un incredibile moto di generosità, regala loro prima ancora di sapere quanto i tre sarebbero stati in grado di raccogliere. Con questa cifra Paperino ed i ragazzi riescono ad organizzare una splendida festa per Shacktown, mentre Paperone, nella grotta, attende che passino i 272 anni, 11, mesi, 3 settimane e 4 giorni necessari per recuperare il denaro.
L'autore Don Rosa ha realizzato un sequel di questa storia, intitolato La prima invenzione di Archimede (2002). Oltre a celebrare il cinquantesimo anniversario della creazione di Archimede Pitagorico, la storia di Rosa spiega come Paperone è riuscito a recuperare tutto il suo denaro grazie all'aiuto di Archimede senza dover aspettare 272 anni.
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