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poeta italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paolo Febbraro (Roma, 29 gennaio 1965) è un poeta e critico letterario italiano[1][2].
Ha studiato presso l’Università La Sapienza di Roma, dove ha raggiunto il titolo di dottore di ricerca[senza fonte]. Svolge l’attività di insegnante presso le scuole statali superiori. Come poeta ha esordito nel 1993 nella silloge Quarto quaderno italiano, a cura di Franco Buffoni con Disse la voce, che in seguito venne inserita nel suo primo volume di poesie del 1999 intitolato Il secondo fine[2]. Nel 2003 pubblicò l'opera in versi Il diario di Kaspar Hauser iniziando così una riflessione sul personaggio letterario dell'isolamento[2], che lo porterà anche alla pubblicazione di saggi di critica militante e recensioni sull’Annuario critico di Poesia fondato da Giorgio Manacorda, che poi ha curato dal volume Poesia 2006 all’ultimo, Poesia 2012. Ha pubblicato saggi su De Sanctis, Palazzeschi, Penna, Saba, Pontiggia, Berardinelli[2].
Ha tradotto versi di Edwin Muir, Ted Hughes, Seamus Heaney[3] e Geoffrey Brock. Ha pubblicato la prima edizione italiana del poeta inglese Edward Thomas. Le sue poesie sono state tradotte in inglese («Poetry», «PNReview»), francese («Po&sie») e spagnolo («Zibaldone. Estudios italianos»). Ha collaborato con UTET ed Enciclopedia Italiana Treccani e contribuisce alle pagine culturali del «Manifesto» e del «Sole 24ore». Collabora alla Rivista “L’Eta del Ferro” ed. Castelvecchi.
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