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nobile e viaggiatore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paolo Andreani (Milano, 27 maggio 1763 – Nizza, 11 maggio 1823) è stato un viaggiatore e nobile italiano.
«Al nord di Cologno sta Moncucco, fatto bello all'occhio della grandiosa Villa Andreani, ora Sormani, una delle più distinte dei dintorni. Il maschio del palazzo sta sopra un rialto, che campeggia la pianura; i giardini offrono aranciere e passeggi; ed in essa, per la prima volta in Italia, nel 1783 Paolo Andreani, fra gli evviva di un numeroso concorso, diede l'esempio di un viaggio aereo in un globo d'aria rarefatta, da lui fatto espressamente costruire, e felicemente compì quello in allora portentoso volo»
Paolo Andreani viene ricordato per essere stato il primo ad effettuare un volo in mongolfiera in Italia, dopo la celebre impresa compiuta dai fratelli Montgolfier in Francia.
Il conte Paolo Andreani nacque a Milano il 27 maggio del 1763 da Giovanni Pietro Paolo Andreani (1705-1772) e da Clementina Sormani (1733-1763)[1], ultimogenito della nidiata: infatti, dopo un figlio morto a vent'anni, seguirono prima due figlie femmine, poi Gian Mario Andreani (1760-1830), ed infine Paolo. Gian Mario ebbe per il fratello sempre un affetto paterno: Paolo e Gian Mario rimasero orfani di padre in tenera età (a 9 anni Paolo, 12 Gian Mario) e furono posti sotto l'affidamento di un tutore[2]. Personaggio complesso e irrequieto[3], spaziò i suoi interessi dalla poesia (a 15 anni fu membro dell'Accademia letteraria dell'Arcadia[4]) a quelli scientifici. Presto prevalsero questi ultimi sui primi, e l'intraprendente giovine iniziò a fare i suoi sperimenti nella Villa Sormani di Moncucco, oggi frazione di Brugherio, comprata nel 1779[5] dal fratello Gian Mario come villa di residenza estiva.
Rimasto colpito dall'impresa dei fratelli Montgolfier[6], Paolo Andreani si propose anch'egli di ripetere l'esperimento sul suolo italiano. Avvalendosi della collaborazione dei fratelli Gerli, abili costruttori ed ingegneri, il ventenne Paolo Andreani tentò un primo volo nell'appena acquistata Villa di Moncucco il 25 febbraio del 1784[7], elevandosi dal suolo per qualche decina di metri. La mongolfiera realizzata dai fratelli Gerli fu progettata nei minimi dettagli:
«La mongolfiera, realizzata nell'arco di soli 24 giorni, misurava circa 23 metri di diametro (33 braccia milanesi), ed era dotata di un involucro perfettamente sferico in tela rivestito all'interno di carta e racchiuso in una rete alla quale era appesa una navicella di vimini. Il braciere per il riscaldamento dell'aria all'interno dell'involucro utilizzava come combustibile legno di betulla ed una mistura di alcol, trementina ed altri ingredienti»
Visto il buon esito dell'esperimento, l'Andreani annunciò pubblicamente che avrebbe effettuato un esperimento pubblico nella sua residenza estiva di Moncucco, in data 13 marzo[8]. L'Andreani approfittò della presenza in città dell'imperatore Giuseppe II, che ricevette l'invito da parte del giovane nobiluomo. L'imperatore, però, preferì declinare l'invito, ritenendo che fosse sconveniente per un monarca assistere al suicidio di un proprio suddito; per ciò, a detta di Pietro Verri, incaricò il Conte di Wilzeck di corrompere i fratelli Gerli con una forte somma di denaro, perché non aiutassero l'imprudente conte nel volo[9].
L'improvvisa defezione non scoraggiò Paolo, tanto che decise di sostituire i due ingegneri con due contadini brugheresi, Giuseppe Rossi e Gaetano Barzago[10], fatti ubriacare per superare il terrore di ascendere al cielo[11]. Davanti ad una folla eterogenea (da gente del luogo ad aristocratici curiosi; da intellettuali del calibro di Pietro Verri al parroco e memorialista di Brugherio, Don Paolo Antonio De Petro), il conte Andreani ascese a quota 1537 metri d'altezza[12], percorrendo ben otto chilometri fino alla Cascina Seregna di Caponago[13]. Il poco più che ventenne conte ottenne un trionfo degno di un eroe: il 28 marzo fu oggetto di una standing ovation al Teatro alla Scala di Milano[14], mentre poeti e cronachisti vari inneggiarono alla sua prodezza: Giuseppe Parini gli dedicò i due sonetti Per la salita fatta fin oltre le nubi col globo di Mongolfier eper felice ritorno dell'intrepidissimo signor Don Paolo Andreani nobile milanese[15] e Per la macchina aerostatica[16], mentre il canonico e scienziato Carlo Castelli ricordò così quel fausto giorno:
«Spettacolo più grande non erasi presentato allo sguardo di veruno degli innumerabili spettatori, né sensazione maggiore aveva provato il più di loro. Mirare una mole vasta al pari d’un ampio palazzo […] galleggiare, fendere dolcissima il lieve aere, senza che ondeggiamento mostrasse, o moto alcuno […] era portento da fermare, da scotere qualunque cuore il meno sensibile a siffatte impressioni.»
Con tono altrettanto aulico, il Parroco Don Antonio De Petro (1778-1819) rimarcava non soltanto la grandiosità dell'evento, ma anche la magnificenza del banchetto preparato da Gian Mario Andreani per gli ospiti accorsi per vedere la prodezza del fratello:
«Il giardino di Moncucco sarà ognora celebre per il felice aerostatico volo che primo in Italia Paolo Andreani fratello del conte Gianmario e cavaliere per i suoi rari talenti, per le estese sue cognizioni e per le amabili di lui maniere assai conosciute e caro a tutta Europa ed altre vaste regioni fuori di essa ch’egli visità con profitto. Il suo volo unito al concorso se straordinario di ogni genere di persone, ed allo squisito trattamento di ogni maniera di rinfreschi con ottimo ordine fatti distribuire dal padrone di casa formarono un sì compito e raro spettacolo che viva ne rimarrà sempre la memoria.»
Invitato a Parigi dall'Accademia Reale della città, "l'aeronauta di Moncucco" decise, improvvisamente, di smettere di dedicarsi all'aerostatica per avventurarsi in una serie di attività esplorative. Nel 1784, accolta la proposta da parte degli scienziati francesi di condurre una spedizione scientifica in Scozia insieme a Barthélemy Faujas de Saint-Fod, cinque anni dopo decise di avventurarsi nel continente americano, con l'intento di studiare gli usi e costumi dei nativi americani e l'organizzazione sociopolitica della neonata repubblica degli Stati Uniti (1789-1793)[12][17]. Qui realizzò (a piedi e in canoa) un avventuroso tour dei Grandi Laghi, ai confini tra le due nazioni, percorrendo quasi 5000 chilometri[18]. Nel corso di esso visitò e studiò sei popoli nativi americani ("indiani") stanziati nella grande regione. Il frutto di tali relazioni consisteranno in vari resoconti di viaggio, arricchiti da numerose osservazioni di carattere storico, sociale, geografico, geologico ed etnografico di grande importanza.
Ormai cinquantenne, Paolo decise di abbandonare la sua vita raminga per ritrovare quiete nella sua patria lombarda. Partito dagli Stati Uniti, tra il 1810 e il 1812[19] attraversa i Caraibi per poi dirigersi nel Vecchio Continente. Il ritorno in patria, da lui desiderato per l'avanzare della malattia che lo porterà a perdere l'uso delle gambe[18], gli fu impedito da una serie di fattori: i numerosi creditori che attendevano da Paolo il rimborso dei prestiti da loro concessi[20] e i sospetti degli austriaci nei suoi confronti, per via delle simpatie verso gli ideali illuministi e gli Stati Uniti. Morì a Nizza (dove si era trasferito nel 1817[20]), l'11 maggio 1823[21], ormai totalmente inabile e in condizioni indigenti.
La città di Brugherio ha da sempre dimostrato ammirazione nei confronti della figura di Paolo Andreani e del suo volo in mongolfiera. Nel 1984, per commemorare il bicentenario dell'ascesa in mongolfiera, la cultrice della memoria brugherese e prima bibliotecaria Tina Magni[22][23] ha scritto un libro per rievocare la figura dell'Andreani[24]. Sempre in tale occasione, l'allora ministro della difesa Giovanni Spadolini presenziò all'ascensione della mongolfiera. Nel 2005 le associazioni "Lion's Club" e i "Tre Re" si sono fatte promotrici della ristampa del libro della signora Magni[25]. A partire dal 2011, l'associazione "Compagnia della Mongolfiera" si propone "di valorizzare un evento storico e unico come il primo volo in Italia di una mongolfiera con persone a bordo, nel lontano 1784, frutto di una visione illuminista lombarda del conte Paolo Andreani"[26]. Ogni 13 marzo, pertanto, si commemora l'anniversario del primo volo in mongolfiera con persone a bordo.
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