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viceré di Kush durante il regno di Ramses XI Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pinehesy, Panehesy o Panehasy, secondo le diverse traslitterazioni (fl. X secolo a.C.), fu viceré del Kush[1] durante il regno di Ramses XI, l'ultimo re della XX dinastia egizia.
Pinehesy è citato nelle seguenti fonti:
Durante il regno di Ramses XI, Pinehesy riuscì a rimuovere temporaneamente dall'incarico il sommo sacerdote tebano di Amon, Amenhotep. Quest'azione viene spesso ricordata come "la guerra contro il Sommo Sacerdote" o "la soppressione del Sommo Sacerdote Amenhotep". Tuttavia, in un recente studio che ha approfondito la questione, Kim Ridealgh ha evidenziato che la consueta e tradizionale traduzione “soppressione” per il termine egiziano “thj ” è fuorviante, poiché suggerisce che Amenhotep sia stato in qualche modo assediato e/o privato della sua libertà. In realtà il termine indica un atto di aggressione più generale. [5] Per questo è preferibile usare una traduzione più neutra come “trasgressione contro il Sommo Sacerdote”.
Sebbene questa "trasgressione contro il sommo sacerdote di Amon" sia datata per i primi anni del regno (prima dell'anno 9 del regno, sulla base del Pap. BM 10053),[6] recentemente è opinione comune tra gli egittologi che esso abbia avuto luogo solo poco prima dell'inizio del Whm Mswt, del cosiddetto "Rinascimento", un'era inaugurata nel diciannovesimo anno del regno, probabilmente per sottolineare il ritorno alle condizioni normali in seguito al "colpo di Stato" di Pinehesy.
In seguito alla sua "trasgressione", Pinehesy venne cacciato dalla Tebaide, non è però chiaro chi abbia posto fine a questo periodo di anarchia. Sembra che Pinehesy mantenne più o meno la sua posizione in Nubia per oltre un decennio.
A circa dieci anni dall'esito della "trasgressione", nel Decimo anno del Whm Mswt, l'allora Sommo Sacerdote di Amon Piankh, in qualità di viceré di Kush, guidò un esercito in Nubia con lo scopo apparentemente di "incontrare" un certo Pinehesy, probabilmente il precedente viceré di Kush. Sebbene si sia spesso ipotizzato che lo scopo di questa spedizione fosse di attaccare Pinehesy,[7] questo non è affatto certo. Infatti il verbo utilizzato ha il significato più generale "andare a" piuttosto che "attaccare". [8] Inoltre nel Papiro della Rapina della Tomba, il determinativo negativo utilizzato per designarlo come nemico è assente.[9] [10] Altri egittologi hanno suggerito che Piankh potrebbe essere andato a sud per negoziare con Pinehesy, più o meno ufficialmente. Le fonti sono in realtà ambigue su questo punto e il clima politico potrebbe essere cambiato nel corso degli anni. Ci sono prove che a quel tempo Piankh potrebbe non essere più stato un fedele servitore di Ramses XI, il che lascia intravedere la possibilità che stesse negoziando segretamente con Pinehesy,[11] [12] se non forse addirittura complottando contro il re regnante.
E. Wente ha scritto: "Si ha l'impressione che il viceré e le sue truppe nubiane fossero lealisti, poiché le osservazioni fatte dal suo avversario Piankh nella lettera n. 301 sono piuttosto denigratorie nei confronti del faraone Ramses XI".[13] In tale lettera, meglio conosciuta come LRL n. 21, Piankh osserva: [14]
«Quanto al Faraone, in l.p.h., come potrà raggiungere questa terra? E chi è superiore a Faraone, in persona?»
Sfortunatamente, a causa della natura molto limitata delle fonti, non è possibile stabilire quali fossero le esatte relazioni tra i tre protagonisti principali, Piankh, Pinehesy e Ramses XI. Secondo alcuni studiosi la campagna nubiana va inquadrata come parte di una lotta per il potere in corso tra il sommo sacerdote di Amon e il viceré di Kush.[15] Tuttavia, è altrettanto possibile che Piankh sia venuto in soccorso di Pinehesy contro qualche nemico comune. In effetti, non sono chiari né lo scopo della spedizione né il suo esito.
Sembra che Pinehesy sia morto di vecchiaia mentre ancora controllava la Bassa Nubia. [16] Fu sepolto ad Aniba, dove fu scoperta una tomba su cui era inciso il suo nome.
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