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Pane casareccio di Genzano (IGP) è un prodotto di panetteria a Indicazione geografica protetta[1].
Pane casareccio di Genzano (IGP) | |
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Origini | |
Luogo d'origine | Italia |
Regione | Lazio |
Zona di produzione | Genzano di Roma |
Dettagli | |
Categoria | piatto unico |
Riconoscimento | I.G.P. |
Settore | Preparazioni di panetteria |
Consorzio di tutela | Consorzio di Tutela della IGP Pane Casareccio di Genzano (Genzano di Roma)
Ente di controllo: ICEA - Ist. Certif. Etica e Ambientale (Bologna) |
Provvedimento | Reg. CE n.2325/97 (GUCE L.322 /97 del 25.11.1997) |
È ottenuto da farina di ottima qualità di tipo 0 o 00, lievito naturale, sale, acqua e cruschello di grano. Il prodotto finito, estremamente leggero, si presenta nella classica forma a pagnotta tonda o in filone, con crosta scura e fine, mollica soffice e fortemente occhiata, dal profumo di cereale.
La zona di produzione è limitata al territorio del comune di Genzano di Roma[2] , in Provincia di Roma, nella regione Lazio.
Il prodotto ha le seguenti caratteristiche:
A seconda della forma si possono distinguere le seguenti tipologie, così come immesse in commercio:
Ogni pagnotta deve riportare sempre il bollino identificativo sul quale si trovano le seguenti indicazioni:
Il bollino identificativo viene applicato sulla forma prima che questa venga infornata, quindi non è necessario utilizzare alcuna sostanza collante in quanto è la pasta fresca e appiccicosa a garantirne l'adesione.
L'Indicazione Geografica Protetta pane casareccio di Genzano ha ottenuto la registrazione europea con Regolamento CE n. 2325/97 (pubblicato sulla GUCE L 322/97 del 25/11/1997).
Proviene dalla tradizione rurale del territorio di produzione; proprio nel comune della provincia di Roma il prodotto veniva lavorato e cotto in speciali forni a legna chiamati “soccie”. Fin dall'antichità era compito delle donne che abitavano nei borghi, preparare e portare il pane a cuocere nelle strutture pubbliche. Una volta inserite in forno le pagnotte, le lavoratrici lasciavano impressi sulla superficie segni particolari e ben riconoscibili, per distinguere i propri pani da quelli delle altre donne. Testimonianze storiche riportano inoltre che già attorno 1600 era diffusa la cultura del pane, tanto che il principe Cesarini Sforza, accanto al cui palazzo sorgeva il borgo, lo offrì in dono al Papa. Apprezzato già agli inizi del XX secolo, è solo dagli anni Quaranta che il prodotto ha visto ampliare le proprie prospettive, grazie all'introduzione delle impastatrici e dei forni elettrici che hanno alleviato, nel tempo, le fatiche dei fornai. Il pane di Genzano ha così iniziato a registrare consensi prima presso gli abitanti di Roma, dove veniva trasportato di notte e venduto il giorno successivo nei panifici locali, e poi anche al di là dei confini regionali. I motivi della particolarità del prodotto si devono però in larga parte all'impiego di strumenti che fanno parte della tradizione locale ed alle procedure di lavorazione tramandate di generazione in generazione.
Il pane è ottenuto attraverso le seguenti fasi di produzione:
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