Paleobiologia
disciplina biologica che studia le condizioni di vita delle piante e degli animali estinti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La paleobiologia è una disciplina relativamente nuova e in crescita che unisce i metodi e le scoperte di una scienza naturale, la biologia con i metodi e le scoperte di una scienza della terra, la paleontologia. È talora associata alla "geobiologia".
La ricerca paleobiologica utilizza la ricerca sul campo della biologia dei biota contemporanei e dei fossili antichi di milioni di anni per trovare risposta a domande riguardanti l'evoluzione molecolare e la storia evolutiva della vita. In questa ricerca scientifica sono analizzati tipicamente macrofossili, microfossili e tracce fossili. In ogni caso l'analisi biochimica, in corso nel ventunesimo secolo, di campioni di DNA e di RNA appare molto promettente, come pure la ricostruzione dell'albero filogenetico.
Un ricercatore che opera in questo campo è noto come un paleobiologo.
Aree di ricerca principali
- La paleobotanica applica i principi e i metodi dalla paleobiologia alla flora, specie alle piante terrestri, includendo anche i Funghi e le alghe marine. Vedere anche micologia, ficologia e dendrocronologia.
- La paleozoologia applica i principi e i metodi della paleobiologia allo studio della fauna, sia vertebrati che invertebrati. Vedere anche paleontologia, e paleoantropologia.
- La micropaleontologia applica i principi e i metodi della paleobiologia agli archei, batteri, protisti e polline/spore microscopiche. Vedere anche microfossili e palinologia.
- La paleobiochimica utilizza i principi e i metodi della chimica organica per scoprire e analizzare le testimonianze a livello molecolare della vita nel lontano passato, sia a livello microscopico che macroscopico.
- La paleoecologia studia gli ecosistemi del passato, il clima, e la geografia, per meglio comprendere la vita preistorica.
- La tafonomia analizza la storia post-mortem (ad esempio, decadimento e decomposizione) di un dato organismo individuale, per comprendere il comportamento, la morte e l'ambiente naturale dell'organismo fossile stesso.
- La paleoicnologia analizza le tracce lasciate dagli animali, la bio-erosione, i sentieri, le tane, i segni e altre tracce fossili lasciate da organismi del passato per comprenderne il comportamento e l'ecologia.
- La paleobiologia stratigrafica studia i cambiamenti geologici a lungo termine e a breve termine nel comportamento e nelle caratteristiche degli organismi. Vedere anche stratificazione, rocce sedimentarie e scala delle ere geologiche.
- La paleobiologia dello sviluppo evolutivo studia gli aspetti evolutivi delle modalità e delle traiettorie di crescita e sviluppo nella storia della evoluzione della vita—la tassonomia cladistica sia delle specie estinte che di quelle viventi. Vedere anche radiazione adattativa, biologia evolutiva, biologia dello sviluppo.
Paleobiologi
Riepilogo
Prospettiva
Il fondatore o "padre" della moderna paleobiologia è ritenuto essere il Barone Franz Nopcsa (1877-1933), uno scienziato ungherese, vissuto a cavallo fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, e noto anche come il Barone Nopcsa, Ferenc Nopcsa, e Franz Nopcsa von Felsö-Szilvás. Inizialmente egli denominò la disciplina col nome di "paleofisiologia".

Il merito di aver coniato il termine paleobiologia va al Professor Charles Schuchert. Egli propose il termine nel 1904, al fine di iniziare una "vasta e nuova scienza" unendo la "paleontologia tradizionale con le scoperte e gli approcci della geologia e della chimica isotopica".[1]
D'altra parte, Charles Doolittle Walcott, che operò presso lo Smithsonian, è stato citato come il "fondatore della paleobiologia precambriana". Sebbene sia conosciuto soprattutto per aver scoperto il giacimento di fossili animali del medio-cambriano, l'Argillite di Burgess, nel 1883, egli scoprì anche le "prime cellule fossili pre-cambriane note alla scienza"—una stromatolite allora nota come alga Cryptozoon. Nel 1899 scoperse le prime cellule fossili di acritarco, un'alga pre-cambriana da lui denominata Chuaria. Infine, nel 1914, Walcott riferì di "piccole cellule e catene di corpi simili a cellule" che appartenevano a dei batteri pre-cambriani batteri porpora.[2]
Paleobiologi vissuti nel resto del ventesimo secolo hanno avuto ruoli importanti nella scoperta degli archei e dei microfossili dell'era proterozoica: Nel 1954, Stanley A. Tyler e Elso S. Barghoorn hanno descritto dei cianobatteri vecchi oltre 2.1 miliardi di anni e microflora affine ai funghi nel loro sito fossile di Gunflint Chert. Undici anni dopo, Barghoorn e J. William Schopf hanno riferito riguardo a della microflora pre-cambriana ben conservata nel loro sito di Bitter Springs che è parte del Lago Amadeus, nel Territorio del Nord dell'Australia.[3]
Infine, nel 1993, Schopf scoperse dei batteri blu-verdi che producono O2 nel sito, vecchio di 3,5 miliardi di anni (Apex Chert), in Pilbara Craton, Marble Bar, nella parte nord-occidentale dell'Australia Occidentale. In questo modo i paleobiologi si sono almeno avvicinati alle origini della "catastrofe dell'ossigeno pre-cambriana."[4]
Riviste paleobiologiche
- Biology and Geology
- Historical Biology
- Palaios
- Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology
- Paleobiology
- Paleooceanography
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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