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ex residenza della famiglia reale greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Palazzo di Psichiko (in greco moderno Ανάκτορα Ψυχικού, anche noto come Villa Psichiko o Palazzo di Federica) è un'ex residenza della famiglia reale greca, situata nel comune di Filothei-Psychiko.
Palazzo di Psichiko | |
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Altri nomi | Villa Psichiko Palazzo di Federica |
Localizzazione | |
Stato | Grecia |
Località | Filothei-Psychiko |
Indirizzo | Via Diamantídou 14 |
Coordinate | 38°00′35″N 23°46′26″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | Inizio del XX secolo |
Piani | 2 |
Realizzazione | |
Proprietario | Polys e Rosemary Haji-Ioannou |
Il palazzo fu edificato agli inizi del Novecento a opera di un uomo d'affari greco-cipriota[1] e venne comprato nel 1937 da Giorgio II, per accogliervi il fratello Paolo e la cognata Federica, all'epoca fidanzati, dopo che si sarebbero sposati.[2] Nel 1947 la coppia salì al trono e si spostò al palazzo reale di Atene, ma nel 1964 la regina Federica rimase vedova e tornò ad abitare nella villa con la terzogenita, la principessa ereditaria Irene.[3] Tuttavia, dovettero abbandonarla con il colpo di Stato del 1967 e, abolita la monarchia, divenne proprietà statale ma andò in rovina, restando oggetto di numerosi vandalismi.[4]
Nel 1974 venne messa all'asta dalla Società Immobiliare di Stato e nel 1987 la vendita vide contrapporsi il Governo spagnolo (per conto della regina Sofia che voleva preservarlo), con il Ministero degli affari esteri che voleva ospitare nell'edificio l'ambasciata spagnola,[2][5] e la famiglia Haji-Ioannou, che ha potuto comprarla per 316.000.000 dracme.[2]
Le intenzioni di modificare ed espandere la struttura dei coniugi Polys e Rosemary Haji-Ioannou vennero bloccate per un ricorso presentato all'Assessorato all'Urbanistica dall'Associazione per la Protezione Ambientale di Psichiko.[4] L'Associazione sosteneva che l'aggiunta di diversi metri quadri non avrebbe rispettato la forma originaria dell'edificio.[4] Inoltre, l'armatore Polys intendeva installare, nelle stanze appartenenti in passato al personale del palazzo, dei sistemi di monitoraggio marittimo per le sue navi.[6]
Nell'aprile 2012 il Ministero della cultura greco rilasciò ai proprietari la concessione di espandere l'abitazione, ma l'anno seguente venne nuovamente imposto un divieto di costruzione, a causa di un'altra istanza presentata dall'Associazione e accolta dalla Corte amministrativa d'appello.[2] Infine, nel 2020, i proprietari riottennero il permesso giudiziario per operare con il loro progetto di modifica.[2]
L'edificio principale è costituito da due piani e presenta due annessi ausiliari, su un totale di 1.200 m² di costruzione.[2]
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