Palazzo Salvaghi
palazzo di Genova, in piazza San Bernardo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il palazzo Salvaghi,[1] o Salvago,[2] è un edificio storico italiano, sito in piazza San Bernardo al civico 26, nel centro storico di Genova.
Palazzo Salvaghi | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Località | Genova |
Indirizzo | Piazza San Bernardo, 26 |
Coordinate | 44°24′22.78″N 8°55′50.58″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1532 |
Inaugurazione | 1532 |
Uso | abitazione/uffici |
Realizzazione | |
Architetto | Domenico Caranca |
Appaltatore | Agostino e Giacomo Salvago |
L'edificio è stato inserito nella lista dei palazzi iscritti ai Rolli di Genova,[3] ed è sottoposto a vincolo da parte della Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria sin dal 9 agosto 1945.[4][5]
Costruito nel 1532 per Agostino e Giacomo Salvago sul sito della curia medievale della famiglia Stregiaporco e sul sedime dell'edificio che la Gabella del 1414 assegna a Marco Salvago, il palazzo costituisce la sede di rappresentanza dell'albergo sino al 1637, quando si affida a Bartolomeo Bianco una diversa collocazione nella casa esistente al civico 1 di vico Vegetti.
Secondo Federico Alizeri, Agostino Salvago:
«commise a Gio. Giacomo della Porta e a Nicolò da Corte il sontuoso portale, sul cui attico veggiam posarsi due forme d’uomini selvaggi allusivi al casato, nell’atto di regger lo stemma che ne fu tolto, com’io suppongo, ne’ casi della rivoluzione»
L'edificio a blocco, opera dell'architetto Domenico Caranca, si rinnova nel 1550 con Ottavio Semino che, sulla facciata principale, esegue gli affreschi, poi cancellati con il restauro del 1937 che scoprirà fasce bicrome e archetti trilobati medievali dietro le ultime porzioni di intonaco.
Ciò che resta oggi esternamente è il portale di Giacomo Della Porta e Nicolò da Corte; le due statue in marmo del timpano raffigurano due uomini selvaggi appoggiati su leoni come simbolo della famiglia Salvago. Rimasto sempre legato a proprietà unitarie, come i nobili Cicala e i borghesi Olcese, il palazzo è stato restaurato.
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