Palanzo
frazione italiana della provincia di Como Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Palanzo è una frazione del comune comasco di Faggeto Lario posta in altura a nord del centro abitato.
Palanzo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Comune | Faggeto Lario |
Territorio | |
Coordinate | 45°51′55″N 9°09′47″E |
Altitudine | 571 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | G256 |
Nome abitanti | palanzesi |
Patrono | Sant'Ambrogio |
Cartografia | |
La più antica menzione storica del territorio di Palanzo si ritrova in una bolla pontificia di Alessandro III datata 14 aprile 1162, nella quale il locum qui dicitur Palanzo iusta lacum cumanum viene confermato tra i possedimenti concessi all'arcidiocesi di Milano. Fu Federico II di Svevia, nel maggio 1240, a decretare lo spostamento di Palanzo sotto le dipendenze della città di Como.[1]
La località era un piccolo villaggio agricolo di antica origine della Pieve di Nesso.
Palanzo fu annessa a Pognana su ordine di Napoleone, ma gli austriaci annullarono la decisione al loro ritorno nel 1815 con il Regno Lombardo-Veneto.[2]
Dopo l'unità d'Italia, il paese non diede segni di crescita demografica. Fu il fascismo a decidere la soppressione del comune unendolo a Lemna.[3]
Fino al 1240 alle dipendenze dell'arcidiocesi di Milano,[1] l'attuale chiesa fu ricostruita nel primo trentennio del XVII secolo.[4] La riconsacrazione dell'edificio a seguito del termine dei lavori avvenne infatti nel 1636[5]. A questo stesso periodo risale l'affresco che, sulla facciata, sormonta il portale d'ingresso, dipinto che raffigura il santo titolare della chiesa a cavallo.[4] Ai lati dell'affresco, altri due dipinti: a sinistra si trova una rappresentazione allegorica della morte, mentre a destra è raffigurato un uomo che sostiene una meridiana.[4] Al tempo della visita pastorale di Feliciano Ninguarda (1593), il frontespizio della chiesa ospitava numerosi dipinti, tra i quali spiccavano le raffigurazioni dei Santi Ambrogio, Bernardo e della Madonna.[4]
Il campanile, risalente al XVI secolo, fu costruito riutilizzando parte dei materiali che componevano la torre del vicino castello di Palanzo.[6]
Internamente, la chiesa ospita una tela del XIX secolo raffigurante il santo titolare,[7] oltre a una tela seicentesca del Morazzone avente come tema una Crocefissione con Maria Maddalena tra i santi Ambrogio e Carlo[8] (1623)[5]. Quest'ultimo quadro, un tempo collocato L'altare maggiore, opera del marmista Gerolamo Sochi di Stabio, è del 1778.[9] Al primo Seicento risale invece l'altare oggi collocato nella cappella intitolata alla Madonna del Rosario, il quale, al momento della riconsacrazione della chiesa, si trovava invece sul presbiterio con funzione di altare maggiore.[9]
Poco sopra alla chiesa di Sant'Ambrogio si trovano i resti del castello di Palanzo. Databile tra i secoli XI e XII[6], il castello viene tradizionalmente inserito tra le fortificazioni fatte costruire o potenziare da Federico II di Svevia nel 1239.[12]
Ben visibili sono ancora oggi parte delle mura, rimaneggiate nel corso dell'Ottocento, e la parte inferiore della torre.[6]
Già proprietà comunale, dal 1912 è un monumento nazionale.[12]
Nel centro dell'abitato trova inoltre posto un monumentale torchio ligneo del XVI secolo[13]. Eretto nel 1572, costituisce una delle più antiche costruzioni del centro storico.[12]
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