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aviatore, partigiano e militare italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Osvaldo Alasonatti (Torino, 5 luglio 1922 – Torino, 12 ottobre 1944) è stato un aviatore, partigiano e militare italiano. Sottotenente di complemento della Regia aeronautica, ruolo servizi, si distinse particolarmente durante la seconda guerra mondiale nelle file della Resistenza, e fu decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.[2]
Osvaldo Alasonatti | |
---|---|
Soprannome | "Pippo" |
Nascita | Torino, 5 luglio 1922 |
Morte | Torino, 12 ottobre 1944 |
Cause della morte | fucilazione |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica |
Anni di servizio | 1942-1944 |
Grado | Sottotenente di complemento a.a. r.s. |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Seicento giorni nella Resistenza[1] | |
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Nacque a Torino il 5 luglio 1922, dopo aver frequentato l'Istituto magistrale "Domenico Berti" si arruolò volontario nella Regia Aeronautica frequentando il Corso per Allievi Ufficiali di complemento, ruolo servizi, tenutosi a Bari a partire dal 18 dicembre 1942. Nominato sottotenente di complemento[2] fu assegnato a prestare servizio sull'aeroporto di Torino-Caselle, dove fu sorpreso dall'armistizio dell'8 settembre 1943.
Unitosi ai partigiani, combatté nelle file dell'11ª Brigata Garibaldi e in seguito come capo di stato maggiore della 46ª Brigata Garibaldi, nelle Valli di Lanzo[3].
Catturato, con altri partigiani, durante un massiccio rastrellamento operato dai nazifascisti, fu rinchiuso presso le Carceri Nuove a Torino e processato dai tedeschi che, proprio perché militare, lo condannarono alla fucilazione alla schiena.[4] Il 12 aprile 1944, Alasonatti, impassibile durante il processo sommario, chiese al comandante tedesco di poter affrontare la morte da soldato.[4] Al rifiuto dell'ufficiale nazista, il giovane partigiano si gettò urlando contro il plotone d'esecuzione e cadde colpito alla fronte da una raffica. Insieme a lui morirono altri otto partigiani,[N 1] tra cui Giovanni Battista Gardoncini e Giuseppe Casana.[4]
A Osvaldo Alasonatti fu subito intitolata l'8ª Brigata SAP operante a Torino.[5] Nel dopoguerra sia lui che Giovan Battista Gardoncini furono decorati con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Gli sono state intitolate vie a Roma ed a Torino.
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