Ortica (Milano)
quartiere di Milano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Ortica (Urtiga in dialetto milanese, AFI: [yr'ti:ɡa]) è un quartiere di Milano, appartenente al Municipio 3.
Ortica era una frazione del comune di Lambrate (annesso a Milano nel 1923[1]). Il nome deriva dal fatto che originariamente sui suoi campi era molto diffusa l'ortica.[2] La località è stata resa celebre in una canzone di Enzo Jannacci, dedicata a una locale banda criminale.[2]
Nonostante la presenza di testimonianze risalenti ai secoli VI e VII secolo d.C, la prima attestazione del nome Ortica risale soltanto al 1696, in un documento conservato all'Archivio di Stato.[3] Decisamente più antica è invece l'attestazione della vicina località Cavriano, appena a sud dell'Ortica, storicamente appartenuta al monastero cittadino di Santa Maria Valle: essa risulta infatti già attestata in un documento del 1014 ed è anche riportata in una carta secentesca del Claricio, oltre che rilevata nel Catasto Teresiano del (1760), occupando una vasta zona tra Lambrate e Monluè, all'interno della quale si trovava anche l'Ortica.[3]
Il toponimo Ortica infatti - e la stessa località - cominciarono ad affermarsi soltanto nei decenni successivi alla costruzione della strada ferrata per Treviglio, che avrebbe costituito un elemento di cesura netto tra la zona a nord, che avrebbe vissuto un rapido sviluppo industriale, e quella a sud, che sarebbe rimasta agricola.[2] Dal 1896 al 1931 fu attiva nel quartiere la Stazione di Lambrate; il fabbricato viaggiatori è ancor oggi esistente, adibito ad altri usi. Il progressivo sviluppo ferroviario della città pose l'Ortica in un punto di snodo tra le diverse linee. A est del quartiere sorse inoltre il deposito delle locomotive.
Il centro storico e civile dell'Ortica è rappresentato dall'antica chiesetta dedicata ai santi Faustino e Giovita, martiri della prima età cristiana divenuti patroni di Brescia, che sorge sull'antica strada consolare romana che raggiungeva Aquileia, passando naturalmente per Brescia[2].
La deindustrializzazione iniziata negli Anni Novanta del Novecento ha profondamente trasformato il quartiere operaio, che tuttavia è riuscito a conservare vitalità alla propria identità popolare. Questa resilienza si è manifestata, ad esempio, nella trasformazione del dismesso stabilimento Ginori di via Tucidide in un megacondominio di circa 500 loft ad uso residenziale, di studi di artisti, musicisti, o anche di cucina e gastronomia. Un altro grande progetto è quello iniziato nel 2015 che si concreta nella realizzazione dei 20 grandi murales del progetto Or.Me. realizzati sui muri del quartiere a raccontarne la memoria e la storia. Progetto che continua, si va ampliando e richiama anche l'autonoma attività di altri artisti di strada. Uno degli ultimi murales realizzati, nel 2023, è stato il "murales dei diritti", in via San Faustino, omaggio a 200 persone straordinarie, visionarie che hanno avuto il coraggio di sfidare le convenzioni sociali e che, con passione, impegno e determinazione, hanno fatto la storia dei diritti umani e civili.
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