Orcia
fiume italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il fiume Orcia è un fiume della Toscana meridionale, affluente di sinistra dell'Ombrone, di cui è il maggiore tributario dopo la Merse. Raccoglie infatti quasi interamente le acque di un vasto bacino idrico, quello del monte Amiata. Nel suo corso riceve il Formone, l'Asso e l'Ente.
Orcia | |
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Stato | Italia |
Regioni | Toscana |
Lunghezza | 57 km |
Portata media | 12 m³/s |
Altitudine sorgente | 762 m s.l.m. |
Nasce | Monte Cetona 42°54′46.25″N 11°50′57.42″E |
Sfocia | Fiume Ombrone 42°58′14.79″N 11°21′04.89″E |
Le sue sorgenti si trovano sulle pendici sud-occidentali del Monte Cetona, in provincia di Siena, dove tocca i territori comunali di Cetona, Sarteano, Radicofani, Pienza, San Quirico d'Orcia, Castiglione d'Orcia e Montalcino. Relativamente agli ultimi due comuni, segna anche il confine con la provincia di Grosseto, inserendosi poi nei territori di quella provincia e più esattamente nei comuni di Castel del Piano e Cinigiano, dove avviene la sua confluenza nel fiume Ombrone.
Gran parte della vallata formata da questo fiume, la Val d'Orcia, è stata inserita nel 2004 tra i Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO per le straordinarie caratteristiche ambientali e paesaggistiche della zona.
L'area protetta
Riepilogo
Prospettiva
Basso corso del fiume Orcia | |
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Tipo di area | Sito di interesse regionale |
Class. internaz. | SIR IT5180102 |
Stati | Italia |
Regioni | Toscana |
Province | Siena |
Comuni | Civitella Paganico, Cinigiano, Castel del Piano e Montalcino |
Mappa di localizzazione | |
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Il Basso corso del fiume Orcia è un sito di interesse regionale (SIR) non compreso nel sistema delle aree protette e non incluso nella rete ecologica europea Natura 2000. È un esempio di ecosistema fluviale con alveo ampio, estesi greti ghiaiosi, formazioni ripariali autoctone in buono stato di conservazione e con scarso condizionamento antropico (garighe alveali di basso corso con santolinieti).[1]
i principali elementi di criticità interni al sito sono[1]:
- Insufficiente livello di conoscenza delle emergenze naturalistiche, delle cause di minaccia e delle tendenze in atto.
- Qualità delle acque non ottimale.
- Periodi estivi di magra accentuati da prelievi e derivazioni.
- Attività estrattive dismesse ai confini del sito.
- Disturbo antropico dovuto ad attività ricreative (pesca sportiva, caccia).
- Possibili interventi di regimazione idraulica e di asportazione della vegetazione in alveo.
- Possibile riduzione/cessazione del pascolo nelle garighe a santolina e nelle praterie.
- Presenza di specie alloctone (pesci, robinia).
- Possibile disturbo/distruzione di nidiate e alterazione di habitat provocati dal passaggio di automezzi.
I principali elementi di criticità esterni al sito sono[1]:
- Prevista realizzazione di un sito estrattivo su terrazzi fluviali confinanti con il SIR.
- Captazioni e prelievi idrici nel bacino.
- Aree circostanti con diffusissima e crescente presenza di colture intensive (vigneti) a forte impatto.
- Trasformazioni degli agroecosistemi, con progressiva scomparsa di siepi e alberature, e conseguente aumento della frammentazione degli habitat per le specie più sensibili legate a questi ambienti.
- Assi stradali e ferroviari lungo l'intero perimetro del sito.
I principali obiettivi di conservazione da adottare sono[1]:
- Conservazione/ripristino della naturalità dell'alveo e della qualità delle acque (EE).
- Mantenimento del mosaico vegetazionale costituito da praterie, garighe, boscaglie, ecc. (EE), ed eventuali interventi di riqualificazione della vegetazione ripariale (M).
- Conservazione delle garighe a Santolina etrusca (E). d) Mantenimento di un deflusso minimo nei mesi estivi, mediante la progressiva riduzione di captazioni ed emungimenti (E).
- Miglioramento delle conoscenze sulle emergenze naturalistiche, le cause di minaccia e le tendenze in atto (M). f) Riqualificazione dei popolamenti di pesci (M).
- Incremento della presenza di elementi di naturalità (infrastrutture ecologiche) nelle aree collinari circostanti occupate da vigneti intensivi (B). h) Programmi a medio termine di recupero/ampliamento dell'alveo a scapito di aree coltivate all'interno o nelle vicinanze delle aree di pertinenza fluviale e recupero delle aree estrattive abbandonate (B).
Indicazioni per le misure di conservazione[1]:
- Misure regolamentari tese a evitare interventi che favoriscano un aumento dell'artificialità e del carico antropico nel sito (a es., realizzazione di viabilità a uso non esclusivamente agricolo) (EE).
- Limitazione degli interventi di gestione della vegetazione in alveo e di regimazione idraulica a quelli strettamente necessari per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l'esecuzione di tali interventi (valido anche per gli altri SIR con caratteristiche simili) (EE).
- Definizione di un complesso di misure per il miglioramento della qualità delle acque e il loro uso compatibile (E).
- Attivazione di indagini sulle emergenze naturalistiche (prioritariamente sui popolamenti di uccelli nidificanti) e sullo stato di conservazione del sito (M).
- Misure contrattuali per la progressiva riduzione delle attività agricole in aree di competenza fluviale, destinando tali aree, così come le praterie e le garighe, a un pascolamento controllato (M).
- Definizione di misure regolamentari o contrattuali per l'incremento della presenza di siepi, alberature e aree incolte nelle zone collinari circostanti occupate da vigneti intensivi (B).
- Cessazione delle eventuali immissioni di pesci a scopo alieutico (B).
- Controllo degli scarichi di rifiuti solidi in alveo (B).
- Controllo del passaggio di veicoli in alveo (da consentire solo presso guadi definiti) (B).
- Interventi di rinaturalizzazione della vegetazione ripariale (B).
Geomorfologia
La tipologia ambientale prevalente nel SIR è data dal corso d'acqua ad alveo ampio che dà luogo a rete di canali anastomosati, con vegetazione pioniera dei greti sassosi e dei terrazzi fluviali, arbusteti e boschi ripariali. Altre tipologie ambientali rilevanti sono i seminativi e i pascoli contigui all'alveo.
Fauna
Importanti popolamenti di uccelli legati al mosaico di praterie, garighe, arbusteti e boscaglie ripariali. Sono con ogni probabilità presenti specie nidificanti di notevole interesse, a oggi non segnalate per la mancanza di apposite indagini, quali l'occhione (Burhinus oedicnemus).
Flora
Il SIR è caratterizzato dal mosaico di garighe a Santolina etrusca e Satureja montana (con buona presenza anche di Cistus incanus e Ampelodesmos mauritanicus) con praterie terotifiche.
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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