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club calcistico italiano di Olbia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'Olbia Calcio 1905 S.r.l.[1], meglio nota come Olbia, è una società calcistica italiana con sede nella città di Olbia.
Olbia Calcio 1905 Calcio | |
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Bianchi | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Bianco |
Simboli | Nave, Tavolara |
Inno | Olè, Olbia Olè Nena Derosas |
Dati societari | |
Città | Olbia |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie D |
Fondazione | 1906 |
Rifondazione | 2010 |
Proprietario | Swiss Pro Promotion |
Presidente | Guido Surace |
Allenatore | carica vacante |
Stadio | Bruno Nespoli (3 209 posti) |
Sito web | olbiacalcio.com |
Palmarès | |
Titoli nazionali | 1 Scudetto Serie D |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
Fondata nel 1906 (sebbene la sua nascita sia fatta risalire tradizionalmente al 1905)[N 1], fu rifondata nel 2010 in seguito all'esclusione decretata dal Consiglio Federale della FIGC conseguentemente al fallimento per motivi finanziari[2][3][4].
A partire dalla fondazione ha vinto nove campionati. Nel palmarès figura uno Scudetto Serie D vinto nel 2002.
Il colore sociale è il bianco, mentre i simboli identificativi sono la nave e Tavolara. Il campo da gioco è lo stadio Bruno Nespoli.
La nascita della prima società calcistica della città è stato incerto, ma secondo le cronache locali fu concepita nel 1905, più precisamente verso la fine di quell'anno e l'inizio di quello successivo, nell'allora città chiamata Terranova Pausania, il cui processo fondativo si chiuse il 12 gennaio 1906 col nome di Società Ginnastica Olbia, secondo quanto riporta un articolo de La Nuova Sardegna di quel giorno, ed essa nacque come società di ginnastica fondata da un atleta sassarese, tale Egidio Serra. L'articolo dell'epoca, scritto da Franco Sardo, elenca il primo consiglio direttivo che ebbe come presidente Agostino Amucano.
Intorno al 1912, in particolare il 20 giugno di quell'anno, secondo le cronache, si svolse una partita tra i ragazzi della società, arbitrata da Paolino Macera dell'Andrea Doria, mentre, la prima gara ufficiale in un campionato fu L.C. (Liberi Calciatori) Terranovese contro Calangianus, terminata 2-0 per gli olbiesi il 24 agosto 1924, poi, nella stagione 1924-1925, i galluresi vinsero il primo Torneo Sardegna battendo la Torres in finale.
Il ritorno ufficiale sui campi e la ripresa agonistica a livello federale, avvenne nella stagione 1938-1939 con la denominazione societaria G.I.L. Terranova, dove i ragazzi guidati dall'allenatore-giocatore Salvatore Satta detto "Menelik", ottennero la loro prima storica promozione in Serie C vincendo il campionato di Prima Divisione Regionale grazie alle reti del capocannoniere Flavio Piras e agli altri membri della squadra formata da: Spano A., Jodice, Piccaredda G.M., Dejana, Satta, Pulina, Piro C., Picciaredda F., Piras, Crola e Careddu, Aloia, Pittalis.
La prima stagione della neonata G.I.L. Olbia in Serie C, con Gesuino Sardo presidente e Mario De Palma in panchina non fu particolarmente fortunata, e infatti, dopo la prima vittoria in Serie C per 1-0 contro lo Stabia, seguirono una serie di sconfitte che portarono al dodicesimo e quartultimo posto, conquistando comunque la salvezza. Tuttavia la società, pur avendo regolarizzato l'iscrizione al campionato di Serie C successivo,[5] fu esonerata, insieme al Cagliari (l'unica altra compagine sarda militante in una serie a carattere nazionale), dalla disputa delle competizioni nazionali per la stagione 1940-1941, per via dell'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale il 10 giugno 1940 e dei conseguenti disagi delle trasferte nella penisola; GIL Terranova e Cagliari disputarono dunque il campionato di zona di Prima Divisione, pur conservando il titolo sportivo di Serie C nella quale sarebbero state reintegrate non appena la situazione fosse tornata alla normalità.[6] Fu solo nel 1947 che le squadre sarde furono reintegrate nei campionati nazionali.
Dopo la sospensione delle attività sportive per cause belliche, nell'estate 1947, i bianchi ricominciarono dal girone O della Serie C concludendo con un buon 6º posto, ma per difficoltà finanziarie, alla fine della stagione rinunciò all'iscrizione decidendo di ripartire dai campionati sardi minori.
Nel campionato di Prima Divisione Sardegna 1948-1949, l'Olbia retrocesse al termine di una stagione di passione, rimanendo inattiva agonisticamente per due stagioni. Tuttavia, l'attività calcistica proseguì a livello locale, grazie ad un gruppo di giovani locali rappresentati da Mariano Spano, Tonino Varrucciu e Bruno Garrucciu.
Dopo il periodo di inattività, la svolta arrivò al termine del campionato di Prima Divisione Sardegna 1951-1952 con l'arrivo del campione del mondo Gino Colaussi che terminò la sua carriera di giocatore, disputando 7 gare e segnando un gol nel corso dell'intero campionato, per iniziare quella di allenatore. Nell'anno successivo, l'Olbia si conquistò la promozione sul campo in Serie D e, proprio grazie a Colaussi in panchina, vennero lanciati giovani promesse come Gustavo Giagnoni che ad Olbia disputò 77 incontri con 23 gol prima di lanciarsi nella sua fortunata carriera di giocatore e allenatore ai massimi livelli.
Successivamente, l'Olbia dopo aver combattuto nelle posizioni di testa per tornare nella massima divisione dilettantistica, nella stagione di Promozione Sardegna 1956-1957 raggiunse il primo posto e tornò nel Campionato Interregionale, poi rinominato Serie D.
Quindici anni dopo, tra Serie D e una breve esperienza in Prima Divisione Sardegna nel 1963-1964 cui seguì un'immediata risalita nella quarta serie del campionato italiano, nel 1968, l'Olbia ritrovò per la terza volta la Serie C, sotto la presidenza di Elio Pintus e Paolo "Palleddu" Degortes in panchina, vincendo il girone F della Serie D e tornando tra i professionisti dopo un ventennio di assenza grazie alle reti di Benvenuto Misani, Selleri e alle parate di Bettella.
Negli anni disputati in Serie C e poi nella declassata Serie C2, dopo l'addio di Elio Pintus al timone della società nel 1981 e l'avvicendarsi di vari presidenti, i bianchi si stabilizzarono tra la terza e la quarta divisione professionistica ottenendo come miglior piazzamento un 4º posto nella stagione di Serie C2 1993-1994, poi, negli anni a venire, l'Olbia disputò campionati altalenanti tra Serie D e Serie C, fino alla stagione 2009-2010, quando, dopo appena un anno dallo storico risultato dei play-off in Serie C2 persi contro l'Alessandria (una vittoria e una sconfitta per 1-0, ma eliminati per peggior classifica), l'Olbia sempre per problemi finanziari ripartì dall'Eccellenza sarda, cambiando dirigenza e denominazione dopo l'arrivo dell'imprenditore bresciano Franco Rusconi che nel 2007 rilevò la società guidandola a buoni risultati in Serie C2 e arrivando a disputare i play-off nel 2008-2009.
Dopo tre stagioni nella massima divisione regionale e un fallimento avvenuto nel 2010, grazie alla ripartenza in Eccellenza con un gruppo di ex giocatori e Pino Scanu alla presidenza, l'Olbia riuscì, a tornare in Serie D, grazie ad un punteggio finale di 69 punti costituiti da: 21 gare vinte, 6 pareggiate e 3 perse con 69 reti fatte e 23 subite.
Nel campionato di Serie D 2014-2015, la squadra andò a sfiorare la promozione in Lega Pro concludendo con un 3º posto finale dopo Lupa Castelli Romani e Viterbese perdendo con quest'ultima la finale dei play-off nel girone G.
Il 30 novembre 2015, dopo 5 anni di gestione Pino Scanu, che riprese la società in Eccellenza dopo i problemi finanziari, venne nominato nuovo presidente Alessandro Marino, docente di strategia alla LUISS University, fino all'anno precedente nel CDA del Cagliari e vice presidente del Fluorsid Group.[7][8][9]
Sul campo l'Olbia rimontò dal nono al quinto posto, chiudendo il campionato a quota 62 punti a pari merito con Rieti e Torres, rispettivamente quarta e terza classificata in virtù del miglior posizionamento nella classifica avulsa. L'Olbia staccò così il biglietto per la disputa dei play-off che vinse con autorevolezza espugnando i campi del Grosseto (semifinale) e della Torres (finale). La vittoria di Sassari[10], che mancava da oltre 22 anni, riportò grandissimo entusiasmo in città[11] e consentì all'Olbia di posizionarsi nel gruppo delle prime società ripescabili per la Lega Pro 2016-2017.
Il 4 agosto 2016, in seguito alle decisioni assunte dal Consiglio Federale della FIGC, l'Olbia viene ufficialmente ripescata in Lega Pro e inserita nel girone A, ritornando dunque a disputare un campionato di terzo livello dopo 38 anni[12][13][14].
A cavallo tra gli anni '10 e '20 del terzo millennio si mantiene costantemente in terza serie disputando 8 campionati di fila tra i professionisti, mai accaduto prima d'ora, con l'apice nella stagione 2021-2022 in cui raggiunge i play-off promozione. Grazie anche a tale stabilità sopraggiungono nuovi investitori e il 21 ottobre 2023 il 70% del capitale societario viene ceduto al fondo svizzero Swiss Pro Promotion. Marino rimane presidente mentre i soci Alexandre Tartara, Gian Renzo Bazzu e Massimo Curreli restano in società come consiglieri[15]. Tuttavia, al termine della stagione 2023-2024, il club retrocede in Serie D con una giornata di anticipo, dopo otto stagioni di fila in terza serie.[16]
Cronistoria dell'Olbia Calcio 1905 |
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Il tradizionale colore che contraddistingue la società gallurese è il bianco, da cui è tratto l'appellativo di Bianchi che identifica i calciatori olbiesi. In occasione del primo derby con la Torres - disputato nel 1924 - l'Olbia indossò una divisa granata. Nei primi anni venti inoltre, l'U.S. Terranovese indossò casacche rossonere e biancocrociate. Sempre a quel periodo risale l'apposizione sulle divise da gioco dei quattro mori, simbolo dell'isola[18].
Lo stemma societario, nelle sue varie evoluzioni nel corso degli anni, è sempre stato caratterizzato dalla presenza della nave trireme e della sagoma dell'isola di Tavolara, facente parte del comune di Olbia nella subregione della Gallura. Talvolta, in alcune versioni, ha trovato posto l'immagine dei quattro mori.
L'attuale logo ha debuttato nel febbraio 2016. Il complesso ricorda quello del Cagliari; uno scudo triangolare racchiude al suo interno una nave, non più trireme, sulla cui vela compaiono i quattro mori. Sullo sfondo, verde smeraldo, si staglia la sagoma di Tavolara, nera. Sono presenti anche il nome "Olbia" e la data di fondazione, 1905. Lo stemma, sebbene maggiormente adatto ai moderni canoni di marketing, ha incontrato il disappunto di una frangia di tifosi poiché discordante dalla tradizione passata[19].
Il primo inno ufficializzato fu Olè, Olbia olè che omaggiava un vecchio coro/inno di battaglia urlato dai tifosi più calorosi negli anni settanta. Nel 2017 ha fatto il suo esordio il nuovo inno, Terranoa[20][21].
In origine i calciatori olbiesi giocavano su un campo corrispondente al centro Martini. Nel 1925 fu inaugurato il campo sportivo Armando Casalini, intitolato alla memoria dell'omonimo deputato fascista assassinato nel settembre del 1924[22][23].
Nel 1940, sul terreno ove sorgeva il campo Casalini, fu inaugurato lo stadio Comunale, successivamente intitolato al portiere Bruno Nespoli, deceduto il 25 gennaio 1960 in seguito ad uno scontro di gioco durante un'Olbia-Carrarese[22][24]. L'impianto sorge in Via Ungheria ed ha una capienza totale di 3 209 posti, inclusi i 784 del settore ospiti[25].
L'Olbia svolge le proprie sedute di allenamento allo stadio Bruno Nespoli, al Geovillage e presso il centro sportivo Gypsos di Tanca Ludos.
Di seguito l'organigramma tratto dal sito internet ufficiale della società[26].
Il settore giovanile dell'Olbia conta circa 300 iscritti[29]. La scuola calcio è composta da squadre Piccoli Amici (anni 2007, 2008 e 2009), Pulcini (2005, 2006 e misti) ed Esordienti (2003 e 2004)[30]. Inoltre sono presenti squadre Giovanissimi (provinciali ed élite), Allievi (élite) e Juniores (regionale)[31].
Con l'arrivo alla presidenza di Alessandro Marino - nel dicembre 2015 - è stato predisposto un potenziamento dell'Academy al fine di porre il settore giovanile olbiese come polo di riferimento per il territorio gallurese[29][32]. A tal proposito sono state intraprese una serie di iniziative fra le quali spicca la "Festa dei Piccoli Amici", la cui prima edizione si è svolta nel febbraio 2016, organizzata dalla Delegazione Provinciale di Tempio della FIGC e ospitata presso lo stadio Nespoli, alla quale hanno preso parte numerose società del territorio[32].
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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3º | Serie C | 18 | 1939-1940 | 2023-2024 | 19 |
Lega Pro | 1 | 2016-2017 | |||
4º | IV Serie | 1 | 1953-1954 | 36 | |
Campionato Interregionale | 1 | 1958-1959 | |||
Serie D | 11 | 1959-1960 | 2015-2016 | ||
Serie C2 | 21 | 1978-1979 | 2007-2008 | ||
Lega Pro Seconda Divisione | 2 | 2008-2009 | 2009-2010 | ||
5º | Campionato Interregionale - Seconda Categoria | 1 | 1957-1958 | 11 | |
Serie D | 6 | 1979-1980 | 2014-2015 | ||
Campionato Interregionale | 3 | 1981-1982 | 1985-1986 | ||
Campionato Nazionale Dilettanti | 1 | 1998-1999 |
Di seguito i principali record di squadra della storia dell'Olbia[33].
Il calciatore che detiene il record di presenze nell'Olbia è Antonio Flore, sceso in campo 358 volte. Il miglior marcatore dei sardi è invece Gianluca Siazzu, che ha totalizzato 95 reti.
Di seguito i primatisti di presenze e reti[33]. In grassetto i giocatori ancora in attività.
Record di presenze
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Record di reti
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A differenza di altre realtà isolane e italiane, il tifo ad Olbia rimane anarchico seppur caloroso in virtù dei derby regionali un fino al 1987, legato ad un club denominato Forza Olbia. Nel 1987 nascono ad Olbia le Brigate Bianche, gruppo che diventerà la prima compagine ultras della città. Il tifo comincia a radicarsi nella curva del Nespoli con la nascita, sulle orme dei predecessori, dei gruppi Boys e Sbandati nel 1992. I tre gruppi si accomuneranno in buona parte grazie alla definita ideologia politica destrorsa. Ad essi si affiancheranno con tempo alcuni gruppi passeggeri come la Gioventù Alcool e gli Ultrà Olbia Metropolitan[39].
Nel 2004 alcuni esponenti dei gruppi Boys e Brigate Bianche diedero vita al gruppo Ultras Olbia 1905, tuttavia soppresso in una stagione a causa di screzi e incomprensioni tra i diversi gruppi, tuttavia riuniti dopo alcuni anni sotto l'unico striscione: ‘’OLBIA’’.
Nel 2022 nasce il gruppo: ”Curva Mare Olbia”. Il 23 ottobre del 2024 nella trasferta a Trastevere, viene rubato lo striscione “Curva Mare Olbia” per mano degli ultras del Latina; il 27 Ottobre viene pubblicato un comunicato in cui viene sciolto il gruppo ultras.
Attualmente non ci sono gruppi ultras attivi a Olbia.
La tifoseria olbiese sostiene due principali amicizie, nate in corrispondenza nella nascita delle Brigate Bianche (1987 circa), con gli Sconvolts e i Furiosi di Cagliari e con le Brigate Giallorosse e la Gioventù Ultras di Calangianus. Alleanze molto sentite a base di una fitta rete di amicizie pro-Cagliari e contro la Torres, vennero sostenute dai tre primi gruppi degli ultras bianchi e portate avanti dalla Curva Mare. Inoltre, gli ultras olbiesi sostengono dal 2002 un solido gemellaggio con gli ultras del Frosinone[40]. Rapporti di amicizia intercorrono invece con le tifoserie di Nuorese, Catanzaro[41] e Voghera[42].
La rivalità più sentita dalla tifoseria bianca è quella con gli ultras della Torres, contro la quale l'Olbia gioca il derby del nord Sardegna[43]. Altra rivalità sentita è quella con i galluresi del Tempio, contro il quale l'Olbia gioca il derby di Gallura, uno dei più rilevanti dell'isola. Esistono rivalità e inimicizie nei confronti di Sora[44], Ancona, Arzachena, Alessandria, Piacenza, Lecco, Latina.
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