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Le Ninfee (Nymphaeaceae Salisb., 1805) sono una famiglia cosmopolita di piante spermatofite dell'ordine Nymphaeales[1] dai grandi e decorativi fiori acquatici.
Ninfee | |
---|---|
Victoria amazonica | |
Intervallo geologico | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Angiosperme basali |
Ordine | Nymphaeales |
Famiglia | Nymphaeaceae Salisb., 1805 |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Magnoliidae |
Ordine | Nymphaeales |
Famiglia | Nymphaeaceae |
Nomi comuni | |
Ninfeacee | |
Generi | |
Come in altri casi il nome di questa famiglia deriva dal suo genere più importante Nymphaea. Nome che sembra derivare dal vocabolo arabo ”nenufar” (derivato a sua volta dal persiano ”loto blu”). Ad introdurlo nella nomenclatura botanica è stato il medico, botanico e teologo tedesco Otto Brunfels (Magonza, 1488 – Berna, 25 novembre 1534) nel 1534[2].
Il nome scientifico attualmente accettato di questa famiglia (“Nymphaeaceae”) è stato proposto dal botanico inglese Richard Anthony Salisbury (2 maggio 1761- 1829) in una pubblicazione del 1805.
Sono piante acquatiche tipicamente radicanti (annuali o perenni). Sono prive di cellule oleifere e senza l'alcaloide benzilisochinolina (sostanza secondaria in quanto non interviene nel metabolismo di base della pianta)[3]. Alcune specie possono essere considerate palustri in quanto riescono a sopportare facilmente abbassamenti temporanei del livello dell'acqua. L'altezza media di queste piante dipende dalla profondità del bacino idrico e comunque superano raramente i due metri nei climi temperati, mentre in ambienti tropicali possono raggiungere anche i 7 – 8 m. La forma biologica delle specie di questa famiglia è in prevalenza idrofita radicante (I rad); ossia sono piante acquatiche perenni le cui gemme si trovano sommerse o natanti e hanno un apparato radicale che le ancora al fondale.
Le radici sono secondarie da rizoma e sono fissate sul fondo fangoso.
Le foglie sono ampie e di consistenza più o meno coriacea, lamina piana e peltata con picciolo inserito verso il centro della lamina in una insenatura stretta e profonda. Sono galleggianti ma a volte sono semi-sommerse. La forma è più o meno rotonda (o cordata o sagittata) con bordo continuo (in qualche caso può essere dentato). La lunghezza del picciolo è in funzione della profondità dell'acqua. Le due pagine (quella sopra e quella sotto) hanno ovviamente strutture anatomiche diverse interfacciando due elementi completamente differenti (aria e acqua). La lamina superiore è protetta da uno strato ceroso (questo per non essere bagnata, così l'acqua scivola via senza bloccare le aperture aerifere) e cosparsa da diversi stomi preposti appunto allo scambio aerifero ed è di colore verde. La lamina inferiore può essere violacea in quanto può contiene delle sostanze tipo antocianina. L'antocianina è un glucoside privo di azoto che ha la funzione di convertire i raggi luminosi del sole in calore[4][5]. In questo modo anche la parte inferiore della foglia collabora ad incrementare i processi metabolici di tutta la foglia. Le foglie hanno delle nervature che si irradiano dal nervo centrale fino in corrispondenza del margine della foglia. Spesso è presente un certo dimorfismo fogliare: in alcune specie sono presenti delle foglie sommerse, più chiare e fragili (a lamina quasi cartacea) non peltate.
Nei generi non europei si possono avere delle foglie con nervature provviste di spine (Euryale ferox), oppure con bordi rialzati (Victoria regia).
L'infiorescenza è formata da grandi fiori natanti generalmente solitari ascellari o extra-ascellari. La lunghezza del peduncolo, a sezione rotonda, è in funzione della profondità dell'acqua. Normalmente i fiori durano a lungo e generalmente si aprono durante il giorno a cielo sereno (nelle zone tropicali alcune specie hanno fiori notturni). Una caratteristica peculiare delle specie di questa famiglia è la transizione graduale e senza soluzione di continuità tra i petali e gli stami. Infatti i petali diminuiscono progressivamente di grandezza verso il centro-interno del fiore tanto che gli ultimi petali si presentano talmente contratti che possono essere configurati come dei filamenti staminali; in questo modo il fiore delle “ninfee” riesce a mettere bene in evidenza tutta le struttura di passaggio e relative morfologie dai sepali fino all'androceo-gineceo (parte più interna e centrale del fiore).
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, polipetali (con un numero imprecisato di petali), spirociclici (i petali sono a disposizione spiralata/ciclica[6]), in genere tutti gli altri elementi del fiore (calice e componenti riproduttivi) sono a disposizione spiralata. Il perianzio è ipogino. Il colore del fiore può essere bianco, rosa, rosso, viola, celeste e giallo o colorazioni intermedie.
Il frutto è una bacca globosa a deiscenza irregolare; l'apice è coronato da ciò che rimane degli stili. La particolarità di questi frutti è che la loro maturazione può avvenire sott'acqua, mentre in altre specie avviene a pelo dell'acqua. In tutti i casi a fine fioritura il tessuto assiale di protezione del frutto si stacca in più parti dai carpelli liberi, in questo modo i numerosi semi, ellissoidi, lisci (in certi casi, o pubescenti e crestati in altri casi) e provvisti di albume, contenuti nel frutto hanno la via libera per la disseminazione[9].
Questa famiglia, originaria probabilmente dell'Asia, ha ormai una distribuzione cosmopolita. Comprende specie rustiche perfettamente adattate ai climi temperati, e specie tropicali a fioritura diurna profumatissima (o anche notturna) soprattutto dell'emisfero boreale, ma vi sono anche specie abitatrici dell'Africa del sud, dell'Australia e della Nuova Guinea. Altre specie invece provengono dall'America del nord e dall'America tropicale.
L'habitat tipico sono le acque dolci non molto alte a lento deflusso sia a basso contenuto nutrizionale (ambiente oligotrofico), oppure in altri casi ricche di sostanze come azoto e fosforo (ambiente eutrofico).
Sui rilievi (relativamente all'areale europeo) queste piante si possono trovare fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte montano.
La famiglia appartiene al clade delle angiosperme basali.[1]
Comprende 5 generi con circa 80 specie:[10]
Il Sistema Cronquist[11] includeva nella famiglia anche il genere Nelumbo (ora inserito nella famiglia Nelumbonaceae, Proteales[1]) e i generi Cabombae Brasenia (Cabombaceae[1]).
La famiglia Nymphaeaceae è molto antica; numerosi fossili di queste piante sono stati trovati ad esempio nei depositi del Cenozoico in Francia o anche in strati ancora più antichi (Cretaceo inferiore[12]).
Sono qui elencati alcuni generi fossili delle “ Nymphaeaceae”[13]:
Per meglio comprendere ed individuare i vari generi della famiglia l'elenco che segue utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche[14].
Alcune specie di questa famiglia hanno delle proprietà medicamentose per cui sono utilizzate nella medicina popolare. Sono utili contro la dissenteria, la dispepsia e le emorroidi.
Alcune popolazioni utilizzano come cibo i rizomi e i fiori. Altre piante di questa famiglia sono importanti per la ricchezza di amido. In Cina gli stami di alcune piante sono utilizzati per aromatizzare il tè.
Moltissime specie di questa famiglia sono utilizzate come piante ornamentali per decorare stagni, vasche e laghetti. L'impiego delle Ninfee nei giardini ha una storia antichissima se già 5000 anni prima di Cristo ci sono delle documentazioni di questo uso nell'antico Egitto[15]. Da queste piante per scopi soprattutto commerciali sono stati ricavati molti ibridi o cultivar specialmente in Francia in Inghilterra e negli Stati Uniti. L'impianto va fatto in acque poco profonde: 15 – 30 cm. Se la posizione è soleggiata una fioritura abbondante è garantita. La moltiplicazione può essere fatta per cespi (specialmente se si tratta di cultivar o ibridi e quindi facilmente sterili) o per seme.
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