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quartiere di Cagliari Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nuovo Borgo Sant'Elia è un quartiere di Cagliari di 4 749 abitanti.[1] Confina con La Palma a nord-est e il Quartiere del Sole a sud-ovest, separati dal viale Poetto, e con Borgo Sant'Elia tramite l'omonima via.
È delimitato a nord dal canale di San Bartolomeo[2] e a ovest si affaccia sul mare.[3] Un tempo era tagliato in due dal canale dei Pescatori[4] del quale oggi rimane soltanto il piccolo porto,[5] era poi ricco di paludi salmastre scomparse dopo la bonifica del suolo effettuata contestualmente all'urbanizzazione, all'inizio degli anni 1970.[6][7]
Sulla terra sottratta al mare che prese il posto del canale dei pescatori[4] venne edificato il complesso del Favero,[3] ispirato al brutalismo delle Unité d'Habitation di Le Corbusier. I lavori, finanziati dalla legge 18 aprile 1962, n. 167 assieme alle vele di Scampia e ai quartieri ZEN di Palermo e Romanina di Roma, iniziarono nel 1975 e si conclusero nel 1978 con la consegna dell'opera all'Istituto Autonomo Case Popolari, che assegnò un anno dopo i 1 256 alloggi.[8] Il quartiere vede poi la costruzione dell'Asse Mediano di Scorrimento ad isolarlo ulteriormente dalla città,[7] già scollegata al quartiere per via dell'assenza di una viabilità adeguata.[9]
Il Nuovo Borgo Sant'Elia si espande con la costruzione di tre nuovi complessi tra gli anni 1980 e gli anni 1990: Le Lame, Le Torri e Gli Anelli. La popolazione cresce di 6 000 abitanti ed è in questo periodo che ha origine la stigmatizzazione del quartiere diventando teatro di criminalità tra furti[10] e occupazione di terreni o edifici,[11] roghi di autovetture,[12] aggressioni[13] e traffico di droga.[14]
Negli anni 2010 viene avviata una riqualificazione del quartiere nel tentativo di porre un freno al degrado,[7][8] iniziata nel 2012 con la costruzione dell'arena grandi eventi. Nel quartiere sarebbe dovuto sorgere anche un museo di arte nuragica e contemporanea, il Betile,[7] voluto dall'ex presidente della Sardegna Renato Soru ma ostacolato dall'ex Sindaco di Cagliari Emilio Floris e dal vecchio presidente della Regione Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci. Nel 2014 è stato ristrutturato il lungomare, inaugurato dal sindaco Massimo Zedda,[15] mentre dal 2022 un nuovo ponte pedonale collega lo stesso con il padiglione del Sale.[16] Tra le iniziative promosse dal comune vi sono i festival dedicati all'arte di strada (i quali dotato il quartiere di diversi murale ad opera di artisti come Ericailcane)[17] e i progetti di ecosostenibilità, come i plogging organizzati in collaborazione con Marevivo.[18]
A distanza di 40 anni il complesso del Favero si presenta in precarie condizioni igienico-sanitarie[19] tanto da indurre l'amministrazione comunale a valutarne la demolizione,[20] scatenando l'opposizione dei residenti.[21]
Fa registrare il maggior numero di cittadini in avvicinamento all'età per il pensionamento di vecchiaia in rapporto a coloro che si affacciano nel mondo del lavoro con un ricambio di oltre il 10%, presentando di conseguenza un alto indice di dipendenza. Quest'ultimo è accentuato dall'età media piuttosto bassa dovuto all'alto tasso di fecondità totale,[11] rendendo parecchio basso l'indice di vecchiaia.[1]
I nuclei familiari sono i più numerosi della città, con una media di quasi 2 componenti e mezzo, è poi qui che si registra la più importante presenza di coniugati in rapporto ai celibi, questi ultimi spesso stigmatizzati dagli stessi residenti.[11] L'indice di mascolinità è basso, i cittadini giovani sono prevalentemente uomini mentre quelli anziani sono principalmente donne.
La fascia di età scolare universitaria — tra i 19 e i 25 anni — è stata la più rappresentata della città per un decennio,[1] nonostante si riscontri una forte dispersione scolastica,[11] nonché un'importante tasso di disoccupazione.[29]
Abitanti censiti[30]
Negli ultimi due decenni risulta essere il quartiere che più si è spopolato con una flessione in negativo di quasi il 30%.
Il quartiere fa registrare il minor numero di immigrati residenti della città, i pochi presenti sono kirghisi e indiani, prevalentemente di età avanzata.[1]
L'Asse Mediano di Scorrimento, ostacolo fisico che lo separa dalla città,[7][8] ne segna anche il confine nord del quartiere.[31] Allo stesso si ricongiungono le vie intitolate a Salvatore Ferrara[32] ed Emanuele Pessagno,[33] a doppia carreggiata e parte di un più ampio progetto di collegamento dello stadio. Le più importanti strade urbane del quartiere sono via Piero Schiavazzi[3] e via Samuele Utzeri, che circondano il complesso del Favero.[34]
Il trasporto pubblico locale serve la zona tramite gli autobus del CTM, in servizio sulla linea 6 avente capolinea in via Piero Schiavazzi.[35]
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