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pittore, incisore e scenografo italiano (1918-2013) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nunzio Sciavarrello (Bronte, 23 maggio 1918 – Catania, 10 ottobre 2013) è stato un pittore, incisore e scenografo italiano. [1] [2]
Per l'attitudine manifestata già dall'età di dieci anni, dopo varie esperienze di apprendistato nella sua città natale, frequenta la scuola comunale di disegno. Nel 1932, al seguito di un esperto decoratore si occupa di pittura murale ed affresco.
Nel 1934 visita Roma per un breve soggiorno, dove nel 1936 vi si trasferisce e si trova impegnato nelle problematiche della "Scuola romana", vivendo i momenti più fecondi.
A Roma frequenta la scuola libera di via Margutta e nel 1939 anche l'Accademia di Belle Arti dove conosce Mino Maccari che diviene il suo maestro, nella stessa città conoscerà Duilio Cambellotti e Ferruccio Ferrazzi[3]. Fra i suoi compagni di corso Arnoldo Ciarrocchi e Dario Cecchi. Scoppiata la guerra, è con i Granatieri sui Balcani[4].
Nel 1942 rientrato a Roma riprende il lavoro ed elabora le incisioni dedicate alla libertà, alle condizioni sociali e alla condanna della violenza. Approfondisce gli studi e la ricerca sul valore e sulla funzione del «segno», che si rivelerà determinante per tutta la sua opera. Nel 1945, rientrato a Bronte, realizza dipinti e incisioni, di questo periodo è il suo dipinto "Panico sull'Etna".[5]
Partecipa alla XVII Promotrice d'arte di Catania ed espone alcune minuscole incisioni realizzate a Roma tra il 1940 e il 1944. Tra queste, la nota puntasecca del 1943 "Disparità sociali, disperazione delle donne romane". Nel 1948 si trasferisce a Catania.
Il 2 ottobre 1958, col notaio Gaetano Musumeci, Mario Giusti, Turi Ferro, Michele Abruzzo, Umberto Spadaro, Nino Succi, Piero Corigliano e Pietro Platania è tra i fondatori dell'Ente Teatro Sicilia (poi Teatro Stabile di Catania).[6]
Dopo aver dato vita a Catania all'Istituto d'arte (1950) e al Liceo artistico (1964), nel 1967 fonda[7] l'Accademia di belle arti della città, della quale è il direttore sino al 1988.
Dal 1973 al 1983 fa parte del consiglio di amministrazione della Triennale d'arte di Milano con Remo Brindisi e Giampaolo Fabris presidenti. Nel 1974 consegue il "Trofeo città di Lecce" e successivamente nel 1975 gli viene conferito il riconoscimento di prima classe con medaglia d'oro della Presidenza della Repubblica quale benemerito della cultura e dell'arte, nel 1976 presso la Galleria Arte Club, gli viene assegnato il "Premio XXIV Casali per la pittura. Al Centro Culturale Cavallotto nello stesso anno viene presentata la monografia di Anna Maria Damigella "II segno libero di Sciavarrello", da Vanni Scheiwiller, Sebastiano Addamo e Domenico Danzuso.
Nel 1983 istituisce nella città di Catania, l'Istituto per la Cultura e l'Arte e due anni dopo, all'Accademia di belle arti di Catania presenta un'ampia raccolta d'arte italiana quale donazione personale e della sua famiglia alla città, per costituire il patrimonio iniziale di una galleria d'arte moderna e contemporanea.
Nel 1990 consegue la "Tavolozza d'argento" di Tremestieri Etneo e l'anno seguente promuove l'istituzione di un Museo di scultura in pietra lavica all'aperto, nei giardini del Castello di Nelson di Bronte.
Ha realizzato scene e costumi per opere teatrali e balletti programmati al Teatro Massimo Bellini di Catania, fra cui: Il cavaliere della rosa di Richard Strauss; Follie viennesi di Johann Strauss, Persefone di Pietro Ferro; Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
Nel volume "Segno e colore nell'arte di Sciavarrello" (di Anna Maria Damigella, in Arte Italiana Moderna n. 106, edizione "II pesce d'oro", del 1993, a cura dì Vanni Scheiwiller) è pubblicata un'ampia antologia critica con scritti di: Michele Biancale, Santi Bonaccorsi, Stefano Bottari, Bianca Cordaro, Mauro Corradini, Domenico Danzuno, Raffaele De Grada, Libero de Libero, Giorgio Di Genova, Giuseppe Finocchiaro D'Inessa, Giuseppe Frazzetto, Francesco Gallo, Paolo Giansiracusa, Vito Librando, Mino Maccari, Luciano Marziano, Ottavio Morisani, Marcello Passeri, Vanni Schewiller, Ermanno Scuderi, Fiore Torrisi, Antonino Uccello, Remo Wolf.
Nel 2021 gli viene intitolata l'aula magna della sede principale dell'accademia di belle arti di Catania.
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