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Notte fra il 23 e il 24 giugno, giorno della ricorrenza della natività di Giovanni Battista, considerata dal folklore popolare una notte magica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La notte di San Giovanni è la notte che precede la ricorrenza della natività di San Giovanni Battista, il 24 giugno di ogni anno, quindi la notte fra il 23 e il 24 giugno. A questa notte sono legate innumerevoli credenze, usanze, riti e superstizioni diffuse sia in Italia che nell'Europa settentrionale.[1] Questa notte è conosciuta anche come notte delle streghe in quanto vi viene attribuito dalla superstizione popolare il raduno delle streghe per il loro sabba.[2]
Molti proverbi popolari sono ispirati a questa notte, per esempio La notte di San Giovanni destina il mosto, i matrimoni, il grano e il granturco è un proverbio popolare a sfondo religioso, diffuso in molte zone d'Italia e la cui spiegazione va ricercata nella straordinarietà di questa notte a cui sono attribuiti poteri magici e sortilegi.[1]
«La note de San Zuane
destina mosto, sposalizi, gran e pane.»
Il proverbio in veneto ci indica alcuni dei sortilegi compiuti durante la nottata magica: per la mietitura si avanza qualche dubbio a causa della rugiada che, secondo la tradizione, cadrebbe questa notte sul grano; anche il granoturco e l'uva si trovano in una fase delicata dei loro processi; per quanto riguarda il matrimonio, le ragazze cercano di interpretare i presagi per capire le loro sorti amorose.[1]
Nel Molise vi è un'antica usanza che prevede di interpretare il piombo fuso versato nell'acqua dove assume varie forme, inoltre le ragazze per saper se si sposeranno entro l'anno scelgono due cardi e dopo una serie di riti li mettono sul davanzale della finestra. Il mattino seguente, a seconda della posizione assunta dal cardo, sarà possibile esprimere la tanto e sospirata previsione sul matrimonio.
Ma anche in Sardegna si usa porre sulla finestra il fiore del cardo per la manifestazione dei presagi: in questo caso si valuta se il fiore ha attirato formiche o moscerini, che sono associati ai contadini o ai pastori.[1] In Calabria vi è l'usanza del dono da parte delle madri alle loro figlie di una bambola costruita con fiori ed erbe, a rappresentarne il simbolo della fertilità e maternità.[3]
«Chi nasci la note de San Zuane
no vedi strighe e no sogna fantasme.»
"Chi nasce la notte di San Giovanni non vede streghe e non sogna fantasmi."
Il proverbio evidenzia che i fortunati che nascono in questa notte sono investiti di poteri straordinari.[1]
«San Giovanni col su' fogo
el brusa le strighe, el moro, e 'l lovo»
"San Giovanni con il suo fuoco, brucia le streghe, il moro ed il lupo."
Il proverbio rileva l'usanza antica di accendere i fuochi, utili per allontanare la sfortuna e i contagi.
San Giovanni e gli inganni
"San Svan al fa veder l'ingan"
"San Giovanni fa vedere gli inganni"
Il proverbio suggerisce di non mentire in questo giorno perché le bugie verrebbero scoperte.
Alla Notte di San Giovanni sono ispirate le seguenti opere:
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