Nisiro
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Nìsiro[1] (in greco Νίσυρος?, Nisyros) è un'isola vulcanica appartenente geograficamente al Dodecaneso tra Coo e Piscopi. È a 80 km dal porto di Rodi. Ha una forma approssimativamente rotonda, con un diametro di circa 8 km e una superficie di 41,2 km². Dal punto di vista amministrativo è un comune della periferia dell'Egeo Meridionale (unità periferica di Coo) con una popolazione di 948 abitanti al censimento 2001[2] e che comprende oltre all'isola omonima l'isola di Gyali (10 abitanti) e le isole disabitate di Pacheiá, Pergoússa, Kandelioússa, Ágios Antónios e Strogýli
Nisiro comune | |
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Νίσυρος | |
Localizzazione | |
Stato | Grecia |
Periferia | Egeo Meridionale |
Unità periferica | Coo |
Territorio | |
Coordinate | 36°35′N 27°10′E |
Altitudine | 698 m s.l.m. |
Superficie | 50,06 km² |
Abitanti | 948 (2001) |
Densità | 18,94 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 853 03 |
Prefisso | 22420 |
Fuso orario | UTC+2 |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Nisiro è contornata da alcune isolette che formano un arcipelago in miniatura, da cui spicca Gyali. L'isola è in massima parte montuosa. Le sue coste rocciose ospitano litorali fatti di ciottoli neri e ghiaia con qualche rara eccezione. L'antico nome dell'isola era Porfiris.
Una voce importante nell'economia locale è l'estrazione della pomice nell'isoletta di Gyali.
È il vulcano più orientale del mar Egeo, facente parte dell'arco vulcanico dell'Egeo meridionale. L'isola è stata formata dalle primarie esplosioni e dalle successive eruzioni degli ultimi 150000 anni. All'interno dell'isola si osservano vari crateri la cui età varia fra i 24000 e i 44000 anni. Cinque effusioni di lava successive hanno poi completamente ricoperto la parte occidentale della caldera vulcanica.
La sezione nord orientale, in località Voriatiko e quella sud occidentale in località Karaviotis, presentano ancora testimonianze di colate laviche avvenute molto più tardi. Una sesta struttura craterica vicino Karaviotis produceva ancora in epoca storica colate laviche che raggiunsero la costa in un periodo compreso tra il 1422 ed il 1888. L'attività vulcanica è limitata attualmente ad emissioni di fumo e a calde sorgenti sulfuree lungo la costa. Nella zona è segnalata anche una certa attività sismica. Negli anni novanta sono stati effettuati, da un'équipe italo-inglese, test e ricognizioni geologiche sul possibile sfruttamento delle risorse geotermiche per la generazione di energia elettrica "pulita".
Dal X-XI secolo l'isola fu amministrata da capitani genovesi per conto dell'impero Romano d'Oriente, com'era di consuetudine per gli imperatori bizantini in cambio della protezione dei mari, affidata a clan genovesi dotati di potenti flotte, concedevano a questi di riscuotere i dazi, l'uso dei territori e delle materie prime.
Nel 1312 i genovesi concessero ai Cavalieri Ospitalieri di stabilirsi sull'isola dietro pagamento. Negli anni seguenti la piccola isola fu teatro di scontri con veneziani, saraceni e pirati, finché nel XVI secolo cadde in mano ai turchi.
Nel 1912 fu occupata dagli italiani nell'ambito della guerra italo-turca; nel 1944 durante la fine della seconda guerra mondiale fu presa dai tedeschi e al suo termine nel 1945 dagli inglesi, restando sotto il protettorato britannico fino al 1948 quando passò al governo greco.
Palaiocastro (o Paleocastro) è l'acropoli dell'antica città di Nisiro a poca distanza dal porto di Mandraki con resti di mura ciclopiche costruite con materiale lavico. Alcuni dei reperti si trovano nel municipio di Mandraki.
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