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calciatore italiano (1905-1965) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nino Lolli (Mirandola, 28 novembre 1905 – Mirandola, 8 ottobre 1965) è stato un calciatore e politico italiano.
Nino Lolli | ||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | |||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||
Ruolo | centrocampista | |||||||||||||||
Termine carriera | 1933 | |||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||
Squadre di club1 | ||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||
Nino Lolli | |
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Sindaco di Mirandola | |
Durata mandato | 24 aprile 1945 – 25 gennaio 1948 |
Successore | Oreste Gelmini |
Dati generali | |
Partito politico | PSI |
Centrocampista, giocò nel Modena, nella Mirandolese e nel Bologna: con quest'ultima squadra conquistò lo scudetto di campione d'Italia del campionato di Divisione Nazionale 1928-1929.
Alla fine della seconda guerra mondiale, venne designato dal Comitato di Liberazione Nazionale quale primo sindaco di Mirandola dopo la Liberazione.
Nino Lolli nacque da Attilio e Carolina Mascherini. Anche il fratello Libero Lolli si dedicò al calcio, ma morì prematuramente il 23 settembre 1934, all'età di soli 24 anni: in sua memoria è intitolato lo stadio comunale di Mirandola.
Conclusa l'esperienza calcistica a seguito di un grave infortunio, Nino Lolli trovò impiego nell'ufficio bieticoltori di Mirandola, dove non nascose le sue idee socialiste, nonostante il regime fascista. Dopo l'8 settembre 1943, a causa dell'aggravarsi della situazione, fu costretto a scappare dalle persecuzioni nazifasciste, giungendo in bicicletta fino in Piemonte.[1][2]
Grazie alla sua esperienza e al fatto di essere "figlio d'arte" (il padre Attilio, fervente socialista,[3] fu avvocato e sindaco di Mirandola in epoca prefascista, dal 1914 al 1918), il 24 aprile 1945 venne designato dal Comitato di Liberazione Nazionale (di cui fece parte durante la lotta di Liberazione[4]) quale sindaco pro-tempore, nomina poi confermata dal decreto prefettizio del 18 luglio successivo. Alle prime elezioni comunali del 17 marzo 1946, la lista formata dal Partito Socialista e dal Partito Comunista vinse con il 75% dei voti, ottenendo 24 consiglieri su 30, che in seguito confermarono l'incarico di primo cittadino a Lolli. A seguito della scissione di palazzo Barberini, Nino Lolli e la sua giunta furono costretti alle dimissioni e il 25 gennaio 1948 il consiglio comunale elesse quale nuovo sindaco il comunista Oreste Gelmini.[1]
Nel 1949 Nino Lolli venne arrestato con l'accusa di peculato ed incarcerato per 35 giorni, ma venne in seguito scagionato. Tale vicenda lo portò ad allontanarsi dalla politica, tornando a dirigere l'ufficio bieticoltori fino alla sua scomparsa, avvenuta all'età di 59 anni in seguito ad una malattia incurabile.[1]
Nella stagione 1923-1924 debuttò, nel ruolo di centrocampista, nel Modena FC,[1] che chiuse al 7º posto della classifica del campionato di Prima Divisione - Girone A. Ritornato nella Mirandolese, vinse il campionato 1925-1926.[5]
In seguito passò nelle file del Bologna FC, esordiendo nella terza partita di campionato del 21 ottobre 1928 nella partita Bologna-Reggiana (5-1). Nella stagione 1928-29 contribuì alla vittoria del titolo di campione d'Italia, giocando nelle partite contro il Genova 1893 e il Brescia Calcio.[6]
A seguito di un grave infortunio di gioco con rottura di tibia e perone, dovette rallentare la promettente attività sportiva.[1] Dal 1929 al 1933 giocò nella US Mirandolese.
Mario Merighi, suo amico, lo descrisse come «un uomo onesto, capace e dedito al lavoro e alla carica di amministratore pubblico; una persona da additare come esempio per le future generazioni».[1]
Alla memoria di Nino Lolli è dedicato il giardino pubblico (noto anche come "giardini alti") di fronte al palazzo della GIL e al castello dei Pico.
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