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tradizioni natalizie della Russia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Questa voce descrive le principali tradizioni natalizie della Russia, oltre agli aspetti storici e socio-economici della festa.
Il Natale ortodosso cade ufficialmente il 7 gennaio che corrisponde al 25 dicembre del Calendario giuliano, che è quello tuttora adottato dalla Chiesa russa e che differisce da quello civile.[1][2][3][4][5] La festività viene celebrata 13 giorni dopo il Natale cattolico poiché attualmente la differenza tra il Calendario giuliano e quello gregoriano è appunto di 13 giorni; il 25 dicembre, giorno in cui cade la festa nella maggior parte dei Paesi, è invece un giorno feriale[2].
L'Avvento dura 40 giorni[3], avendo inizio il 28 novembre[3] e terminando il 6 gennaio[3]. L'intero periodo natalizio si conclude poi il 13 gennaio[2], la data del "vecchio Capodanno", o "Capodanno ortodosso", sempre secondo il calendario giuliano[2], mentre le vacanze natalizie iniziano solitamente il 31 dicembre[3] e terminano il 10 gennaio[3].
All'epoca dell'Unione Sovietica, il Natale non era riconosciuto come giorno festivo[2][4][5][6]: ciò ha contribuito a far sì che la festa più sentita del periodo sia il Capodanno civile (1º gennaio)[4].
Il termine per "Natale" in russo è Рождество Христовo (Roždestvo Christovo) o semplicemente Рождество (Roždestvo), che significano rispettivamente "Nascita di Cristo" e "Nascita" (dal verbo родиться [rodit'sja], ovvero "nascere").[1][2][3][5]
In Russia, le celebrazioni del Natale furono introdotte ufficialmente nel X secolo da Vladimiro I di Kiev.[1]
Il Natale fu soppresso come giorno festivo negli anni venti del XX secolo dalle autorità sovietiche, in seno alla politica di laicizzazione del Paese.[1] Tuttavia, nel 1935 fu ripristinata l'usanza di addobbare gli abeti per Natale.[1]
Il Natale tornò ad essere considerata una festa a tutti gli effetti negli anni novanta del XX secolo, con la caduta del comunismo.[2][4][5][6]
Nei 40 giorni precedenti il Natale, si osserva(va) un periodo di digiuno[5][6], durante il quale sono bandite le pietanze a base di carne o latte[6]. Un digiuno completo è previsto invece per la vigilia di Natale.[6]
Durante la Vigilia di Natale, ha luogo il Кrestnij Chod ("processione della Croce"), durante il quale sacerdoti e fedeli escono dalla chiesa portando in giro una candela ed intonando canti natalizi.[6]
Il tradizionale portatore di doni natalizi in epoca pre-rivoluzionaria era Koljada, raffigurato come una ragazza vestita di bianco che viaggiava a bordo di una slitta.[6][7] Il termine "Koljada" deriva da "calende".[7]
In occasione dell'Epifania compariva invece Babuška (letteralmente "(La) Nonna"), corrispondente alla Befana italiana. "[3][8]
Anche questa figura, come Koljada, fu soppressa con l'avvento del comunismo.[9]
Con l'avvento del comunismo[9], Koljada e Babuška furono sostituite da Nonno Gelo (in russo: Ded Moroz), raffigurato come un vecchietto vestito con un lungo abito blu, bianco o rosso[3][10][11].
Nonno Gelo è accompagnato da sua nipote Sneguročka, ovvero la "Fanciulla di neve"[3][10][12], considerata una personificazione dell'inverno[12].
Il tradizionale cenone della Vigilia di Natale è costituito da dodici portate[6] (in riferimento ai dodici apostoli[6]), in cui sono normalmente assenti i piatti di carne e pesce[3][6].
Una particolare tradizione è quella di digiunare durante la Vigilia di Natale finché non compare la prima stella in cielo.[3]
Immancabile pietanza del periodo natalizio in Russia è la kutia, una sorta di porridge dolce[3][6] a base di grano con l'aggiunta di semi di sesamo, miele e talvolta anche di nocciole[13].
Tradizionalmente, l'onore di prendere il primo cucchiaio di kut'ja spetta al capo-famiglia, che pronuncia le parole "Cristo è nato", a cui gli altri commensali rispondono con la frase "Glorifichiamo!.[13]
Tradizionale bevanda del periodo è lo vzvar, una calda bevanda dolce a base di frutta.[3]
I tradizionali canti natalizi sono chiamati in russo koljadki.[4]
Un particolare tipo di canto natalizio è rappresentato dalle podbljudnye pesni, associate a cerimonie di carattere divinatorio.[14]
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