NGC 2736, nota anche come Nebulosa Matita o con la sigla RCW 37, è un resto di supernova visibile nella costellazione delle Vele; venne scoperta da John Herschel nel 1835 dal Capo di Buona Speranza.
NGC 2736 Resto di supernova | |
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NGC 2736 | |
Scoperta | |
Scopritore | John Herschel |
Data | 1835 |
Dati osservativi (epoca J2000) | |
Costellazione | Vele |
Ascensione retta | 09h 00m 17s[1] |
Declinazione | -45° 54′ 57″[1] |
Coordinate galattiche | l = 264,3; b = +00,3[1] |
Distanza | 815 a.l. (250 pc) |
Magnitudine apparente (V) | 12.0 |
Dimensione apparente (V) | 10' x 10' |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Resto di supernova |
Dimensioni | 1,6 a.l. (0,5 pc) |
Altre designazioni | |
RCW 37, ESO 260-N014, h 3145, GC 1745[1][2] | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di resti di supernova |
Si osserva nella parte orientale della costellazione, circa 5° a SSW della stella γ Velorum; la sua tenue nebulosità si confonde con quella del bordo sudorientale della Nebulosa di Gum e i delicati filamenti della Nebulosa delle Vele. La sua declinazione moderatamente australe comporta che dalle regioni boreali la sua osservazione sia in parte difficoltosa, mentre a nord dei 44°N è sempre invisibile. Dall'emisfero australe invece è osservabile per buona parte delle notti dell'anno. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è compreso fra i mesi di dicembre e maggio.
Trovandosi alla distanza di circa 250 parsec (815 anni luce), ricade nello stesso ambiente galattico della celebre Nebulosa delle Vele, di cui probabilmente costituisce la parte più orientale; si tratta di una struttura filamentosa e molto tenue, che si muove nello spazio da ovest a est alla velocità di circa 644.000 km/h.[3] La grande velocità di espansione ha suggerito una correlazione con un'altra esplosione di supernova più recente, il cui resto è noto come RX J0852.0-4622, avvenuta all'interno del ben noto resto di supernova che costituisce la Nebulosa delle Vele; una parte del materiale espulso da questa seconda esplosione ha raggiunto il bordo esterno della bolla in espansione generata dalla precedente esplosione, generando la formazione nebulosa osservabile.[4]
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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