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scrittrice statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nora Keita Jemisin (Iowa City, 19 settembre 1972) è una scrittrice di letteratura fantastica statunitense.
I suoi lavori esplorano un'ampia varietà di temi inclusi i conflitti e l'oppressione culturale.[1] Ha vinto numerosi premi per i suoi lavori inclusi premi Locus e Hugo.
Nel 2010 il suo racconto breve Non-Zero Probabilities è stato un finalista per i premi premio Hugo e Nebula per il miglior racconto breve.[2] Il suo romanzo di debutto, I centomila regni (The Hundred Thousand Kingdoms), fu candidato al Nebula nel 2010 e inserito nella lista breve per il Premio James Tiptree Jr..[3][4] Nel 2011 è stata candidata al Premio Hugo, Premio World Fantasy,[5] e il Premio Locus, vincendo il Locus Award per il miglior primo romanzo.[6] The Hundred Thousand Kingdoms ha vinto anche il premio Sense of Gender nel 2011.
Nel 2016, il suo romanzo La quinta stagione ha vinto il premio Hugo per il miglior romanzo, rendendola la prima autrice afroamericana a vincere un premio Hugo in questa categoria.[7] I due seguiti, Il portale degli obelischi e Il cielo di pietra, hanno vinto rispettivamente il premio Hugo per il miglior romanzo nel 2017[8] e nel 2018,[9].
Nata ad Iowa City ma cresciuta tra New York e Mobile in Alabama. Ha vissuto in Massachusetts per dieci anni e quindi si è trasferita a New York[10]. Dal 1990 al 1994 ha frequentato l'Università Tulane conseguendo un BS in psicologia[10] e ha proseguito i suoi studi all'Università del Maryland, College Park per ottenere il Master of Education.
Dopo aver frequentato nel 2002 il workshop di scrittura Viable Paradise,[11] ha pubblicato diversi racconti e romanzi. Jemisin è stata un membro del gruppo di scrittura BRAWLers della zona di Boston[12] ed è membro di Altered Fluid, un gruppo di critica della narrativa speculativa.[12]
È stata ospite d'onore alle convention di fantascienza WisCon 2014[13] e Arisia 2015 a Boston.[14]
Nel suo discorso come ospite d'onore alla convention Continumm 2013 in Australia ha fatto notare che il 10% dei membri della Science Fiction and Fantasy Writers of America (SFWA) ha votato per lo scrittore Theodore Beale, noto anche come Vox Day ed esponente dell'alt-right, per l'elezione del presidente dell'SFWA. Ha proseguito definendo Beale "un autonominatosi misogino, razzista, antisemita e altre varianti di stronzo"[15] e ha precisato che il silenzio su questi argomenti era equivalente ad accettarli; Beale le ha risposto definendola "istruita, ma ignorante semiselvaggia",[16] il link al commento di Beale fu twittato sul feed degli autori dell'SFWA e in seguito Beale fu espulso dall'organizzazione.[17]
Dal 2016 ha iniziato a tenere la colonna bimensile Otherworldly per il The New York Times[18]
Dal maggio 2016 ha aperto un canale di finanziamento su Patreon che le ha permesso di ottenere fondi sufficienti ad abbandonare il suo lavoro come psicologa di supporto e concentrarsi a tempo pieno sulla scrittura.[19] L'anno seguente la rivista Bustle ha definito Jemisin "la scrittrice di fantascienza che ogni donna dovrebbe leggere".[20]
Jemisin vive e lavora a Brooklyn, New York,[21]. È cugina di secondo grado del cabarettista W. Kamau Bell.[22]
Il racconto The Awakened Kingdom, ambientato nello stesso milieu narrativo di questa trilogia, è stato pubblicato in un omnibus, insieme a tali romanzi, il 9 dicembre 2014.[28]
Un trittico intitolato Shades in Shadow è stato pubblicato il 28 luglio 2015. Contiene tre storie brevi, tra cui un prequel della trilogia.[29]
Il racconto The City Born Great, pubblicato nel 2016, è un precursore della serie.
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