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Il motore da mozzo della ruota (chiamato anche motore da ruota o da mozzo) è in genere un motore elettrico che viene installato nel mozzo di una ruota e la rende motrice.
Questo tipo di motore aggiuntivo fu propugnato da Ferdinand Porsche nel 1897 a Vienna, Austria. La formazione ingegneristica iniziale di Porsche era basata sullo studio dell'elettricità, non sulla combustione interna. Di conseguenza, le prime automobili da lui sviluppate erano veicoli elettrici equipaggiati da batterie, i cui motori erano montati sui mozzi.
La Lohner Porsche, dotata di un motore su ciascuna delle ruote anteriori, fu mostrata in anteprima all'Esposizione Mondiale di Parigi dell 1900 e creò scalpore nel giovane mondo automobilistico. Negli anni successivi, 300 Lohner Porsche furono prodotte e vendute ad acquirenti facoltosi (gli unici che se la potevano permettere).[3]
Successivamente, la crescita in fatto di potenza espressa dal motore a benzina (montato internamente al mezzo) ha superato la potenza dei motori elettrici montati secondo questa configurazione. Nel volgere di pochi anni, le automobili sono passate ai motori a benzina con sistemi di trasmissione più potenti ma mai efficienti come lo furono quelle elettriche a ruota.
Una potenziale eccezione è relativa alla concessione di brevetto (EN) US8,096,103, United States Patent and Trademark Office, Stati Uniti d'America. The General Wheel Rotation Power Motor (17 gennaio 2012). Si tratta di un motore a tre cilindri comandato a pressione e contenuto nel mozzo, che applica questa forza attraverso delle manovelle direttamente collegate al cerchio rotante circostante.[4]
Diverse concept car sono state sviluppate utilizzando i motori da ruota:
I campi elettromagnetici del motore vengono forniti agli avvolgimenti stazionari del motore. La parte esterna del motore segue, o cerca di seguire, quei campi, facendo girare la ruota attaccata. Se il motore è a spazzole (soluzione non ottimale, data la crescente disponibilità di motori brushless), l'energia viene trasferita dalle stesse quando vengono in contatto con l'albero rotante del motore. Nel caso dei propulsori con tecnologia ''senza spazzole'' viene eliminato il contatto fisico tra le parti fisse e quelle in movimento, tramite commutazione elettronica. Si tratta di una soluzione più costosa, ma molto più efficiente e di lunga durata rispetto ai sistemi a spazzole.
Un motore del mozzo in genere può essere progettato in una delle tre configurazioni possibili. Il meno pratico è il motore a flusso assiale, in cui gli avvolgimenti dello statore sono tipicamente inseriti tra serie di magneti. Le altre due configurazioni sono entrambe progetti radiali con i magneti del motore legati al rotore; nel primo (motore a rotazione interna) il rotore si trova all'interno dello statore, come in un motore convenzionale. Nell'altro, denominato motore a rotazione esterna, il rotore si trova all'esterno dello statore e ruota attorno ad esso. L'applicazione dei motori del mozzo negli usi veicolari è tuttora in evoluzione, pertanto nessuna delle ultime due configurazioni è diventata standard.[20]
I motori elettrici hanno la loro coppia motrice massima all'avvio, rendendoli ideali per la trazione. Il fatto che la coppia massima si verifichi quando il rotore inizia a girare è il motivo per cui i motori elettrici non richiedono una trasmissione.
La disposizione del ''motore da mozzo'' presenta alcuni vantaggi e svantaggi rispetto ai veicoli elettrici convenzionali:
Le auto con controllo elettronico dei freni e dell'accelerazione per ogni singola ruota offrono maggiori opportunità per le dinamiche del veicolo computerizzate come:
I gruppi di ruote con motori da mozzo possono ruotare con angoli maggiori di quelli consentiti da una cremagliera dello sterzo convenzionale.
Poiché i motori da mozzo frenano e accelerano un veicolo con un unico sistema elettrico/elettronico a stato solido, molte delle caratteristiche di cui sopra possono essere aggiunte come aggiornamenti software piuttosto che richiedere l'installazione di sistemi hardware aggiuntivi.
L'eliminazione della trasmissione meccanica (alberi di trasmissione e assali, cambi, differenziali) offre un notevole risparmio di peso e costi di produzione, riducendo al contempo l'impatto ambientale del prodotto stesso.[22]
Il principale svantaggio di un ''motore da mozzo'' è che il peso del motore elettrico aumenta il peso non sospeso, che influisce negativamente sulla maneggevolezza e sulla guida. In questi casi, le ruote sono solitamente più lente nel rispondere alle condizioni stradali, in particolare per quanto riguarda i movimenti veloci sui dossi, e tendono a trasmettere i dossi al telaio invece di assorbirli, oltre a non riuscire a copiare efficacemente la superficie stradale e tendendo così a distaccarsi da essa, difetti che sono correlati alla velocità d'escursione ruota e quindi correlato all'entità delle deformità stradali e della velocità veicolare, motivo per cui non è adatta ad una guida dinamica, soprattutto ad alta velocità, questa differenza rispetto alle ruote senza motore si riducono fino ad annullarsi a basse velocità, motivo per cui il loro uso è principalmente per un applicazione a bassa o bassissima velocità.
Per ridurre al minimo il peso dovuto all'introduzione di un motore nella ruota, si cerca di ridurre al minimo il contenuto di acciaio nel motore elettrico, per esempio utilizzando un motore elettrico a riluttanza magnetica e realizzare avvolgimenti per le bobine dello statore tramite filo Litz per ridurre le perdite relative a correnti parassite, altre soluzioni sono una maggiore integrazione del motore nel cerchione rendendoli un unico componente in contrapposizione alla soluzione originaria che prevede l'accoppiamento del motore con il cerchione, rimane però il fatto che pur adottando diverse soluzioni per ridurre la massa, una ruota con motore integrato rimane più pesante di una ruota semplice.
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