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Il monte Poggiolo (212 m s.l.m.) è una collina appartenente all'Appennino forlivese. Situata in comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, a una decina di chilometri da Forlì, sulla sinistra orografica del fiume Montone, l'altura è importante per la presenza, sulla sua vetta, di una rocca medievale, nota come Rocca di Montepoggiolo.
Monte Poggiolo | |
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Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Forlì-Cesena |
Altezza | 212 m s.l.m. |
Catena | Rilievi collinari dell'Appennino romagnolo |
Coordinate | 44°12′06.12″N 11°57′00″E |
Mappa di localizzazione | |
Nata probabilmente come torre di vedetta della cittadella di Castrocaro, i primi documenti storici che riportano indirettamente informazioni su questa rocca portano la data del 906 e citano un tal «conte Berengario del castello di Montepoggiolo»[1].
Dalla rocca di Montepoggiolo si scopriva “la pianura della Romagna papale da Faenza fino a Ravenna, e l'Adriatico, di modo che non è possibile far passare fra queste mura e la Terra del Sole di giorno alcun corpo considerabile senza esserne avvisati”[2]
Collocata in posizione strategica elevata la Rocca di Montepoggiolo fu contesa nei secoli dalle varie signorie di Forlì, Faenza e Castrocaro.
Vicende cronologiche del castello di Monte Poggiolo:
La Rocca, costruita in mattoni, si presenta tuttora con una pianta quadrilatera irregolare. Dispone di quattro torrioni cilindrici agli angoli del fortilizio caratterizzati da grandi muri a scarpa. Un grande torrione cilindrico, la torre principale, svolge le funzioni di mastio del complesso fortificato. Nel quadro delle fortificazioni difensive preposte al controllo armato del territorio circostante, Montepoggiolo rappresenta la tipologia classica di avamposto militare collegato ad un più ampio e articolato sistema difensivo capace di trasformare, in caso di necessità, la rocca in una vera e propria "macchina da guerra".
Oggi si presenta in stato di abbandono e degrado strutturale, anche se sono stati avviati diversi interventi di restauro parziale.
Alla base del monte, in località Ca' Belvedere, sono stati ritrovati a partire dal 1983 migliaia di reperti litici, manufatti risalenti ad oltre ottocentomila anni fa, considerati di grande importanza per la conoscenza dell'Italia del Paleolitico poiché hanno spostato molto indietro nel tempo le conoscenze relative alla presenza dell'Homo erectus nella Penisola italiana[3].
Anche se non sono mai state rinvenute ossa umane, il sito di Ca' Belvedere è comunque importante poiché è il luogo dove gli ominidi hanno realizzato i loro manufatti, lasciando in loco le schegge del lavoro eseguito e in qualche caso il pezzo stesso che, abbandonato perché forse non ben realizzato, ha permesso agli archeologi di ricostruire tutte le fasi del lavoro, scheggia per scheggia fino a riassemblare la pietra originale. A Monte Poggiolo vediamo nostri simili di un tempo lontanissimo mentre agiscono e possiamo ricostruire i gesti del loro lavoro quotidiano. Altri manufatti esaminati presentano microtracce dell'uso che ne è stato fatto (per scuoiare, tagliare carne ecc). Insomma siamo in presenza di un luogo eccezionale che un tempo era una spiaggia dell'Adriatico preistorico[4][5].
I reperti sono conservati presso il Museo civico archeologico "Antonio Santarelli" di Forlì.
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