Elicona
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L'Elicona (in greco antico: Ἑλικών?, Helikṑn, "il (monte) tortuoso", a sua volta da ἕλιξ, hélix, "spirale, zigzag"; in greco Ελικώνας?) è un monte situato nella regione di Tespie anticamente in Aonia e oggi in Beozia (Grecia)[1]; con i suoi 1.748 metri è la vetta più alta della regione.
Elicona | |
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Stato | Grecia |
Periferia | Beozia |
Altezza | 1 748 m s.l.m. |
Coordinate | 38°20′N 22°50′E |
Altri nomi e significati | (GRC) Ἑλικὼν (EL) Ελικώνας |
Mappa di localizzazione | |
L'Elicona è reso celebre dalla mitologia greca per la presenza della sorgente Ippocrene, sacra alle Muse e toponimo formato sulla radice hippo- "cavallo", giacché la tradizione voleva che fosse stato uno zoccolo del cavallo Pegaso a farle zampillare[2] e i fiumi Olmeo e Permesso che da esse discendevano, erano reputati in grado di fornire l'ispirazione a coloro che vi si fossero dissetati.
Sulle sue pendici si trovava il villaggio di Ascra, dove nacque il poeta Esiodo (VII secolo a.C.), il quale racconta di avere incontrato le Muse mentre, giovinetto, era intento a pascolare le greggi sui fianchi della montagna, dove Eros e le Muse avevano già allora santuari e un terreno per le danze vicino alla cima. Furono esse - egli sostiene - a ispirargli la Teogonia, che si apre perciò con questa invocazione:
«Cominci il canto mio dalle Muse Eliconie, che sopra
l'eccelse d'Elicona santissime vette han soggiorno,
e con i molli pie' d'intorno alla cerula fonte
danzano, intorno all'ara del figlio possente di Crono.
Esse, poiché nel Permesso lavate han le tenere membra,
o d'Ippocrène nell'acque, oppur del santissimo Olmèo,
intreccian d'Elicona sui vertici sommi, carole
agili, grazïose: ch'è grande virtù nei lor piedi»
Le Muse lo avrebbero dunque ispirato, e grazie a loro egli iniziò a cantare le origini degli dei. Fu così che l'Elicona divenne un simbolo dell'ispirazione poetica.
Oltre alle fonti sopra ricordate (e citate dallo stesso Esiodo), la tradizione vuole che si trovasse sull'Elicona anche la fonte in cui Narciso si specchiò rimanendo colpito dalla propria bellezza.
Nell'inno omerico a Posidone, il dio viene apostrofato, in una breve invocazione, come "signore dell'Elicona".
Il monastero di Ossios Loukas (XI secolo), che si trova sul fianco occidentale dell'Elicona, è stato dichiarato dall'UNESCO "Sito patrimonio dell'Umanità".
Numerosissimi sono i riferimenti letterari all'Elicona. Ai vv. 37-42 del ventinovesimo canto del Purgatorio Dante Alighieri, in procinto di descrivere la mistica processione celeste che precede l'apparizione di Beatrice così chiede aiuto alle Muse:
Un altro riferimento si trova nel famosissimo settimo sonetto del Canzoniere di Francesco Petrarca:
Un celebre passo è contenuto nella seconda ottava del primo canto della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso:
nel prologo dell'Orfeo di Claudio Monteverdi:
Più irriverente l'accenno di Carlo Porta nel suo Sonettin col covon sul Romanticismo, in cui, atteggiandosi a "classicista" nella polemica con i Romantici, comprova questa sua affermazione con la sua frequentazione dell'Elicona.
«Mì Romantegh? Soo ben che el me cojonna
Mì sont classegh fin dent al môll di oss
Mangi, bevi, foo el porch in Eliconna
E ai Romantegh, per mì, ghe caghi addoss»
«Io Romantico? So bene che mi cogliona
Io sono classico fin dentro al midollo
Mangio, bevo, faccio i miei porci comodi sull'Elicona
E ai Romantici, da parte mia, gli cago addosso.»
L'Elicona ispirò le danze che il compositore ungherese Leó Festetics teneva nel suo castello nei pressi di Keszthely. Festetics chiamò anche Biblioteca dell'Elicona la biblioteca che fondò per promuovere la letteratura e la cultura nella sua città natale.
Sempre dall'Elicona prende il nome la Helicon Arts Cooperative, un ente no-profit che opera nell'ambito dell'arte e della produzione di film a Hollywood.
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