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gioco da tavolo da tavoliere Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Monopoly è un classico gioco da tavolo creato da Elizabeth Magie all'inizio del XX secolo. Una versione modificata da Charles Darrow fu pubblicata dalla Parker Brothers nel 1935.
Monopoly | |
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Logo del gioco | |
Tipo | gioco da tavolo |
Luogo origine | Stati Uniti |
Autore | Elizabeth Magie[1][2] Charles Darrow |
Editore | Hasbro |
Regole | |
N° giocatori | 2-6 |
Dadi | 2 da 6 |
Requisiti | |
Età | 8+ |
Preparativi | 5-15 minuti |
Durata | 1, 5-6 ore |
Aleatorietà | elevata |
In Italia fu pubblicato, a partire dal 1936, con il nome Monòpoli[3][4] dalla Editrice Giochi e dalla Helicon S.a. per la vendita all'estero. Nell'estate del 2009, la distribuzione italiana divenne di proprietà della Hasbro, che introdusse il nome originale.
Il gioco prende il suo nome dal concetto economico di monopolio, ovvero il dominio del mercato da parte di un singolo venditore. Concesso in licenza in più di cento Paesi e tradotto in oltre trentasette lingue, secondo un report della Hasbro il Monopoly, dalla sua prima edizione, è stato giocato da circa 750 milioni di persone.[5] Il Guinness dei primati ha ripreso nel 1999 la precedente statistica della Hasbro, per cui sarebbe stato giocato da 500 milioni di persone.[6] Benché non sia esplicitamente dichiarato, è da considerare che le cifre si riferiscano al primato per il più grande numero di persone che giochino ad un gioco da tavolo protetto da copyright, escludendo quindi giochi tradizionali come scacchi, dama ed altri. Il gioco termina quando un giocatore termina il soldo, dunque vince essendo in possesso di più proprietà.
La dinamica di gioco è piuttosto semplice: i giocatori spostano sul tabellone il proprio segnalino secondo il risultato del tiro di due dadi, lanciati a turno. L'attività del gioco consiste nell'acquistare proprietà terriere, sviluppandole mediante la costruzione, a pagamento, di case ed alberghi ed incassando le rendite dai giocatori la cui pedina si fermi su una casella relativa ad una sua proprietà. Alcune proprietà, come le stazioni, non sono edificabili ma garantiscono comunque una rendita. Quando un giocatore non ha contanti per pagare una rendita, può ipotecare o vendere le proprietà di cui è in possesso. Se neanche così è in grado di pagare il dovuto, dichiara bancarotta ed esce dal gioco.
Il gioco prevede inoltre la possibilità di essere mandati in prigione (dalla quale si può uscire pagando una cauzione) e dalla quale si possono comunque ricevere pagamenti da altri giocatori, e di pescare alcune carte chiamate "Imprevisti" e "Probabilità", che possono risultare in un'evenienza positiva o negativa per il giocatore.
Lo scopo è restare l'ultimo giocatore in gioco, mandando in bancarotta tutti gli altri[7]. A causa della possibile lunghezza del gioco, si può anche impostare una partita a tempo (per esempio una o due ore), al termine del quale è dichiarato vincitore colui che, contando il denaro contante e il valore delle proprietà, possieda la maggiore ricchezza.[8][9]
Le origini del Monopoly sono molto controverse. La versione diffusa per molti anni afferma che sia stato inventato da Charles B. Darrow, un ingegnere disoccupato, che nel 1934 propose alla casa editrice Parker Brothers un gioco di sua invenzione, basato sulla compravendita di terreni e di immobili. La società tuttavia rifiutò la proposta, così Darrow produsse il gioco da solo, mettendolo in vendita in un grande magazzino di Filadelfia: le prime 5000 copie furono vendute molto rapidamente e l'anno successivo la Parker Brothers decise di acquistarlo.[10]
In realtà, il gioco che Charles Darrow propose alla Parker non era una sua invenzione ma si trattava della rielaborazione di altri giochi apparsi sul mercato con vari nomi. Il meccanismo di base del gioco era stato ideato nel 1903 da Elizabeth Magie, la quale aveva creato un gioco da tavolo intitolato The Landlord's Game (Il gioco dei latifondisti)[7]. Magie era una seguace dell'economista Henry George e il gioco era stato concepito come uno strumento didattico per insegnare la sua teoria dell'imposta unica sui terreni.[11]
Il gioco si svolgeva su una plancia composta da 40 caselle disposte a formare un quadrato di dieci caselle per lato. Le quattro caselle d'angolo identificavano il punto di partenza, (che la Magie chiamò Mother Earth) al passaggio del quale si otteneva del denaro, la prigione (Jail), il Parco Pubblico e la casella Vai in Prigione. Al centro di ogni lato era presente una casella che indica una ferrovia. Le restanti caselle rappresentavano proprietà da acquistare o tasse/multe da pagare. Si trattava in pratica della stessa struttura del gioco che sarebbe poi stato pubblicato da Darrow.[10]
Il gioco di Magie era coperto da un brevetto statunitense del 1904 ed è stato prodotto per la prima volta nel 1906. Dall'immagine relativa alla plancia sottoposta a brevetto, sembrano mancare riferimenti ai cartoncini "Chance" e "Community Chest" ("Imprevisti" e "Probabilità"). Una casella "Chance" appare tuttavia sin dalla prima edizione pubblicata del gioco.[10]
Le vendite non furono molto elevate, ma il gioco divenne abbastanza popolare soprattutto nel nord-est degli Stati Uniti, subendo una leggera evoluzione.[10]
Agli inizi del XX secolo, i giochi in scatola non rappresentavano ancora un prodotto di largo consumo, così il gioco della Magie venne spesso "copiato" manualmente, dando vita a numerose varianti casalinghe. Poco alla volta, i giocatori iniziarono a personalizzare le proprietà, attribuendovi nomi di vie delle loro città e l'intero meccanismo divenne un vero e proprio "folk game", come viene definito nel linguaggio statunitense.[10]
Scaduto il brevetto del 1904, nel 1921 la stessa Magie introdusse alcune modifiche, probabilmente ispirate proprio alle regole "casalinghe" più popolari, ottenendo così un secondo brevetto nel 1924. Il nuovo gioco proponeva due diversi regolamenti, uno più simile all'originale, l'altro influenzato dalle modifiche popolari, queste ultime molto vicine al concetto dell'attuale Monopoly ed anche la struttura della plancia di gioco era notevolmente modificata, essendo state spostate le stazioni nelle caselle d'angolo.[10]
Il gioco crebbe in popolarità e cominciò a essere chiamato Auction Monopoly (per la particolarità di indire aste fra i giocatori) o più semplicemente "Monopoly".[10]
Altri soggetti brevettarono i propri set di regole: fra questi, Dan Layman, che nel 1932 vendette la propria edizione di Auction Monopoly alla società Electronic Laboratories di Indianapolis con il titolo di Finance. La Electronic Laboratories cedette la licenza del gioco alla Knapp Electric, che mise il gioco in commercio.[10]
Ruth Hoskins, dopo aver appreso il gioco direttamente da Dan Layman, lo portò con sé quando si trasferì ad Atlantic City e, insieme ai suoi amici, introdusse i nomi della sua nuova città.[10]
A seguito di distribuzioni via conoscenti, il gioco giunse fino a Charles Todd, il quale a sua volta conosceva personalmente la fidanzata di Charles Darrow; egli invitò la coppia a giocare e introdusse Darrow alle regole di quello che, popolarmente, continuava ad essere chiamato Monopoly.[10]
Charles Darrow introdusse a sua volta alcune piccole modifiche, elaborò una sua versione della plancia di gioco, come altri in passato ottenne un brevetto per la propria versione ma diversamente dagli altri decise di chiamare il gioco Monopoly.[10]
Darrow iniziò una produzione artigianale del gioco, che poi sarebbe stato acquisito dalla Parker e immesso sul mercato in una versione del tutto simile a quella attualmente disponibile.[10]
Quando la Parker Bros. acquisì i diritti per la pubblicazione di Monopoly, tuttavia, essendo a conoscenza dell'esistenza degli altri giochi, allo scopo di proteggere i propri copyright, ottenne i diritti sia di The Landlord's Game sia di Finance (in questo secondo caso acquisendo l'intera casa editrice). Al fine di evitare possibili somiglianze, i due titoli furono però immessi sul mercato con notevoli modifiche sia grafiche che strutturali.[10]
Tutta la vicenda restò ignota per decenni, fino a che Ralph Anspach realizzò e commercializzò il gioco Anti-Monopoly, venendo accusato dalla Parker di violazione dei suoi diritti sul gioco Monopoly. La causa si trascinò per anni, con numerose sentenze contrarie a Ralph Anspach, fino a che, quasi per caso, l'autore di Anti-Monopoly non scoprì la vera storia e giunse ad ottenere una sentenza favorevole da parte della Corte suprema degli Stati Uniti, che stabilì, una volta per tutte, che il gioco Monopoly non poteva essere considerato un'invenzione originale di Charles Darrow.[10] In effetti, nel corso del dibattimento, molte persone testimoniarono di aver giocato un gioco da tutti chiamato Monopoly ben prima dell'uscita del gioco di Charles Darrow.[10]
Nell'estate del 1936 Arnoldo Mondadori ricevette dagli Stati Uniti una scatola del gioco Monopoly insieme a una lettera che proponeva l'acquisto dei diritti del gioco per pubblicarlo in Italia.
Mondadori chiamò alcuni suoi funzionari, traduttori e giornalisti che lavorano per lui nell'ufficio di via della Maddalena a Milano e mostrò loro la scatola e il gioco, dicendo: "Pubblico libri e non giochi. Se siete interessati, prendete l'idea e lanciate il gioco; per quanto posso proverò ad aiutarvi”. Tra questi traduttori vi era Emilio Ceretti, fondatore della Editrice Giochi.
L'azienda fu fondata da Ceretti, Paolo Palestrino (successivamente Micio Borletti) e Walter Toscanini (figlio del maestro Arturo) attraverso un investimento di 5.000 lire ciascuno e il gioco - in pieno regime fascista - si scontrò subito con le leggi del tempo, che vietavano l'uso di nomi inglesi. Così Ceretti decise di italianizzare il marchio, sia per non soccombere al veto del Prefetto di Milano, sia per salvaguardare i propri diritti commerciali.
Il gioco divenne quindi Monòpoli e non Monopòli, come sarebbe stato più linguisticamente corretto e per molti anni fu commercializzato con l'enfasi sulla seconda "o" sdrucciola, proprio per evitare errori di pronuncia e quindi censure.
Dopo aver tradotto il gioco, questo fu portato di casa in casa tra le famiglie milanesi per iniziarne la diffusione. Le famiglie milanesi si entusiasmarono e Luigi Barzini scrisse nella terza pagina del più famoso quotidiano italiano del tempo, il Corriere della sera, un articolo per descrivere il gioco.
A "La Rinascente” di Milano si svolsero dimostrazioni gratuite su come giocare e in pochi giorni iniziò ad esserci una folla nutrita di persone che accorrevano per imparare.
Emilio Ceretti, per tradurre il gioco, fruì di un appartamento messo a disposizione dal poeta Delio Tessa in via Rugabella a Milano ove, in una stanza, vi era una macchina da scrivere. Presso tale domicilio la Editrice Giochi indicò la sua prima sede legale e i primi depositi aziendali, come si legge nell'annuario degli Editori Milanesi.
Nel 1939 la sede legale dell'azienda fu trasferita in via degli Arditi, ma mantenne i depositi in via Rugabella, depositi che andarono completamente distrutti in seguito ad un bombardamento nel 1943.
Così come per molti giochi dell'epoca - a partire dal 1936 - il gioco del Monopoly fu oggetto di "italianizzazione", nel senso che, oltre al rispetto dell'autarchia del linguaggio nei confronti del Regime, furono numerosi i tentativi di ripubblicazione del gioco all'estero quale gioco italiano (vedasi ad esempio il Giuoco del Ponte, che altro non era che il bridge inglese). Un esempio è il caso dell'edizione commercializzata dalla Helicon S.A. per il mercato fuori dal territorio dello Stato. Helicon S.A. - società fondata nel 1932 da Mondadori, Bompiani e Mauri - nasceva infatti con lo scopo di acquistare i diritti di opere inglesi e americane e per la diffusione del prodotto letterario italiano all'estero, nonché di rappresentanza in Italia dell'Agenzia Britannica Curtis Brown. Helicon, la cui sede legale era ubicata in via dei Cappuccini 2 a Milano, realizzò due sole edizioni di Monopoli, stampate dalla Società Anonima Arti Grafiche Bertarelli,[12] la prima nel 1936 e la seconda nel 1937, commercializzate parallelamente all'edizione diffusa da Editrice Giochi.
Con la liquidazione della Helicon, nel 1939,[13] l'unica edizione in produzione rimarrà esclusivamente quella pubblicata da Editrice Giochi.
I nomi delle vie erano quelli della Milano dell'epoca, con l'eccezione di Vicolo Corto e Vicolo Stretto, ma dopo la caduta di Mussolini alcuni nomi, come Via del Fascio, vennero sostituiti con altri più "neutrali".
Da allora il gioco è rimasto praticamente inalterato nella sua struttura di base, tranne che per la modifica di alcune regole.
Il nome dei toponimi (vie, larghi, piazze, giardini e parchi) rientra nelle personalizzazioni nazionali del gioco e si riferisce, nell'edizione originale americana, a toponimi presenti ad Atlantic City (New Jersey) e dintorni, e nelle edizioni europee a toponimi presenti nelle città capitali (Londra, Parigi, Berlino, Copenaghen), talvolta adattati. In altri casi (Austria, Belgio), vengono assunti i principali nomi di via delle maggiori città dei rispettivi Paesi.
L'edizione italiana riporta invece toponimi ideati da Emilio Ceretti, che prese liberamente spunto dalla toponomastica di Milano (dove viveva e sede della casa produttrice del gioco). Esistono infatti ancor oggi a Milano: viale Gran Sasso (nel gioco è chiamata bastioni), viale Monte Rosa, piazza Vesuvio, via o piazza Accademia, via Verdi, via Raffaello Sanzio, via Dante, corso Vittorio Emanuele (nell'edizione del periodo fascista via Vittorio Emanuele era al posto di via Marco Polo), via Marco Polo, via Magellano, corso Cristoforo Colombo, Stazione Ferrovie Nord, piazza Costantino, viale Traiano, piazzale Giulio Cesare, corso Littorio (ora corso Matteotti, nell'edizione del periodo fascista largo Littorio era al posto di largo Augusto), largo Augusto e via dei Giardini.
Parco della Vittoria, uno dei "terreni" presenti nel gioco, è una traduzione adattata dal nome inglese Boardwalk, che si riferisce al lungomare della città di Atlantic City. Il nome italiano è un toponimo comune, ma nella sua traduzione italiana non si riferisce ad alcun luogo reale.
Altro aspetto interessante è la tematizzazione dei toponimi: vie inventate da Emilio Ceretti (marrone), montagne (azzurro), istruzione superiore (fucsia), artisti (arancione), navigatori (rosso), impero di Roma I (giallo), impero di Roma II (verde), aree verdi (viola). Nella prima versione pubblicata nel 1936, nei contratti rossi vi erano toponimi con riferimento a casa Savoia, nei verdi con riferimento al fascismo.
Allorquando Ceretti, Toscanini e Palestrino procedettero alla traduzione del gioco per la preparazione della prima edizione da lanciare sul mercato, erano soliti ritrovarsi in una stanza (ove era installata all'uopo una sola macchina da scrivere) messa loro a disposizione dal poeta Delio Tessa in via Rugabella a Milano, proprio nel 1936. Allo stesso tempo furono organizzati numerosi incontri per spiegare, a titolo gratuito, il meccanismo di gioco e le sue regole ai numerosi che accorrevano "per il gioco arrivato dall'America": tra questi, anche il maestro Toscanini, padre di Walter, anch'egli attirato, più che dal gioco in sé, dalla possibilità di udire i versi del poeta Tessa.
La via Rugabella a Milano, via storica che sarà poi gravemente danneggiata da un bombardamento nel 1943, rappresenterà la prima sede storica della Editrice Giochi.
Nel corso degli anni sono state prodotte diverse edizioni in occasione dei decennali di anniversario del primo Monopoli e svariate edizioni speciali:
Per quasi tutte le edizioni speciali esistono svariate edizioni (Monopoly Junior Frozen; Monopoly Electronic Banking con maggiori carte di credito; diverse edizioni del Monopoli classico ma rinnovate).
Nell'estate 2009 il gioco è commercializzato dalla Hasbro, che allinea la produzione italiana a quella europea. Per la prima volta dopo più di 70 anni, anche in Italia il Monopoli viene chiamato Monopoly.
Tra le edizioni non in vendita in Italia:
Il 9 settembre 2009 è avvenuto il lancio di Monopoly City Streets, gioco su internet che sostituisce la classica plancia con le mappe di Google Maps.
Dove non indicato, la confezione è rettangolare.[17] Tutte le edizioni in lire hanno 400 banconote (125 da 100 lire, 125 da 1.000 lire, 125 da 10.000 lire e 25 da 50.000 lire).
Le banconote delle confezioni del 1936 e 1937 sono più grandi delle successive (10 x 5,5 cm e poi 8,5 x 4,5) e così i cartellini dei contratti (7,2 x 6,2 cm e poi 6,5 x 5,4). I tabelloni 1936 e 1937 hanno un puntino dopo il numero del brevetto 225/13 (225/13.) mentre le edizioni successive non lo hanno. L'interno dei coperchi Editrice Giochi del 1936 e 1937 è dorato mentre nelle edizioni successive è rosso. I segnalini sono in metallo fino all'edizione logo verde del 1942. Dalla successiva edizione 900, sempre del 1942, sono in legno (esiste con diversi varianti di segnalini sia piatti che non - una decina censiti). La prima edizione lusso è del 1937 ed ha 2 dadi grandi (le edizioni normali li hanno piccoli). Ha anche casette ed alberghi in galalite e non legno. Messa in vendita in solo 200 copie. Il tabellone del Monòpoli 900 ha un piccolo timbro arancio "cartotecnica" vicino la casella prigione ed esistono anche con istruzioni data 1/1942. I primi Monòpoli costavano 50 lire (l'edizione lusso 100 lire).
I segnalini, almeno per le scatole bianche e blu, sono diversi dai precedenti e dai successivi.
Nell'ottobre 1991 Hasbro acquista Tonka Corporation e con essa i diritti mondiali di Monopoli.
Comincia la produzione delle edizioni in euro.
Posteggio gratuito | Via Vittorio Emanuele (L. 22.000) |
Imprevisti | Corso Umberto (L.22.000) |
Largo Savoia (L. 24.000) |
Stazione Marittima (L. 20.000) |
Viale Augusto (L. 26.000) |
Viale Traiano (L. 26.000) |
Società Acqua Potabile (L. 15.000) |
Piazza Giulio Cesare (L. 28.000) |
In prigione! | ||
Piazza Dante (L. 20.000) |
Monòpoli | Via del Fascio (L. 30.000) | ||||||||||
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Corso Raffaello (L. 18.000) |
Corso Impero (L. 30.000) | |||||||||||
Probabilità | Probabilità | |||||||||||
Via Verdi (L. 18.000) |
Largo Littorio (L. 32.000) | |||||||||||
Stazione Ferroviaria (L. 20.000) |
Stazione Autobus (L. 20.000) | |||||||||||
Piazza Università (L. 16.000) |
Imprevisti | |||||||||||
Corso Ateneo (L. 14.000) |
Giardini Margherita (L. 35.000) | |||||||||||
Società Elettrica (L. 15.000) |
Tassa di Lusso (Pagare L. 10.000) | |||||||||||
Via Accademia (L. 14.000) |
Parco della Vittoria (L. 40.000) | |||||||||||
Prigione / Transito | Imprevisti | Stazione Aerea (L. 20.000) |
Tassa Patrimoniale (Pagare L. 20.000) |
Probabilità | Ritirate al passaggio L. 20.000 VIA! | |||||||
Viale Vesuvio (L. 12.000) |
Viale Monterosa (L. 10.000) |
Bastioni Gran Sasso (L. 10.000) |
Vicolo Stretto (L. 6.000) |
Vicolo Corto (L. 6.000) |
La mascotte del gioco è Rich Uncle Pennybags, un omino grassoccio e baffuto che indossa un abito elegante da giorno e un cilindro. Il personaggio fu disegnato dall'artista Dan Fox e apparve per la prima volta nell'edizione statunitense del gioco del 1936.
In URSS il Monopoly era vietato per via del suo carattere capitalistico. Solo dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica fu creata una versione del gioco in cirillico. A Cuba, invece, ancora oggi il Monopoly è considerato dalle autorità eccessivamente vicino alle idee del capitalismo ed è sottoposto a bando sin dagli inizi del governo di Fidel Castro sull'isola.[20]
A seguito della cessazione dei diritti di pubblicazione di Monopoli nel 2009, Editrice Giochi ha pubblicato Metropoli, gioco da tavolo ispirato fortemente a Monopoly.[21]
Dagli anni ottanta sono stati molteplici gli adattamenti videoludici di Monopoly, sia con licenza ufficiale, sia sotto forma di imitazioni non autorizzate dalla Hasbro (tra questi, il caso più famoso fu Automonopoli). Il primo adattamento ufficiale venne pubblicato dalla Leisure Genius nel 1985 per Amstrad CPC, ZX Spectrum e Tatung Einstein e successivamente convertito anche per molti altri home computer.[22][23]
Nel corso degli anni, Monopoly è stato realizzato da produttori diversi per molti sistemi operativi e piattaforme qui di seguito elencate (non in ordine cronologico): PC, Macintosh, NES, SNES, Game Boy, Game Boy Advance, Nintendo 64, Nintendo GameCube, PlayStation, PlayStation 2, PlayStation 3,[24] Sega Master System, Sega Genesis, Sega Game Gear, Xbox, Xbox 360, Wii e per smartphone.
Nelle trasposizioni, il gameplay è rimasto invariato nei concetti di base e nelle regole dal gioco da tavolo e ha compreso le possibilità di solo single player (nelle prime versioni) e multiplayer.
Nel 2023 è stato pubblicato Monopoly GO!, versione modificata del gioco di natura freemium e distribuito per dispositivi mobili su iOS, iPadOS e Android.
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