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industria giapponese di fotografia e apparecchi di riproduzione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Minolta fu un'azienda giapponese di elettronica di consumo e d'ufficio. Era specializzata in apparecchi di riproduzione (fotocopiatrici, telefax, stampanti laser, digitalizzatori di immagini) e ottici (macchine fotografiche e relativi accessori, binocoli)
Fondata a Osaka nel 1928, nel 1933 produsse i primi apparecchi con il suo marchio ed esistette come realtà indipendente fino al 2003, anno di fusione con Konica a formare Konica Minolta[1], che tuttavia chiuse le proprie attività nel settore fotografico il 19 gennaio 2006[2] con contestuale cessione a Sony delle proprie linee produttive.
Il nome Minolta sopravvive nei prodotti a marchio Konica Minolta nel ramo business.
Questo periodo si distinse per la produzione di fotocamere a nome NIFCA (acronimo di NIppon Foto CAmeras), con design copiato alle folding più all'avanguardia come le Zeiss Ikon, ma costruite interamente in Giappone con componenti importati, quali otturatori Compur e obiettivi Zeiss, oppure otturatori Vario e lenti Wekar. Nel 1929 fu creata la prima fotocamera folding di Minolta, la "Nifcalette" formato 4x6,5 cm su pellicola 127.
Lo sviluppo e la crescita della società si consolidò e viene riorganizzata sotto il nome di Molta Company (MOLTA è l'acronimo di Mechanismus, Optik und Linsen von TAjima). È in questo periodo che videro la luce i primi modelli con marchio Minolta (che nel frattempo fu registrato), come le folding Semi-Minolta formato 4,5x6 cm su pellicola 120. Nel 1936 fu presentata la "Minoltaflex", prima reflex bi-ottica giapponese molto simile alle Rolleicord e Ikoflex dell'epoca.
Nuovi sviluppi e crescita aziendale richiesero una nuova riorganizzazione. Nel 1937 fu completato lo stabilimento di Sakai per la finitura di lenti e obiettivi; fino ad allora il vetro ottico grezzo veniva fornito dalla Asahi Otical Company (Pentax). Nel 1942 venne costruito lo stabilimento di Itami per la fusione del vetro ottico, cosicché Minolta divenne uno dei tre più grandi produttori di vetro ottico giapponese. Dopo i danni subiti durante la seconda guerra mondiale, nel 1946 fu avviata la costruzione dell'impianto di Toyokawa. Nel 1950 fu prodotta la "Konan 16", una fotocamera di precisione in formato 10x14 mm su pellicola 16 mm, molto simile alle Minox dell'epoca. La diversificazione della produzione iniziò nel 1957, dove a Tokyo Minolta costruì il primo Planetarium di fabbricazione interamente giapponese. Nel 1958 nasce la prima reflex mono obiettivo (SLR) di Minolta, la "SR-2", introducendo uno dei primi attacchi tra ottica e corpo macchina a baionetta giapponesi. Nel 1960, forte di una crescita continua, Minolta si espanse al mercato estero e aprì una filiale a New York; nel frattempo l'azienda entrò nel mercato di proiettori da ufficio e fotocopiatrici.
Nel 1962 nacque la "SR-7", una SLR dotata del primo esposimetro incorporato al mondo. Nello stesso anno una fotocamera compatta 35 mm, la "HI-MATIC", venne scelta per il programma spaziale "Friendship 7" dalla NASA, diventando la prima fotocamera al mondo a riprendere lo spazio. Nel 1963, con il compimento di 35 anni dalla fondazione, fu completato il Centro di Ricerca e Sviluppo di Sakai. Nel 1964 anche l'impianto di Toyokawa diventa operativo e vengono prodotte le prime fotocopiatrici elettrostatiche da ufficio. Nel 1965 venne aperta la filiale europea di Minolta ad Amburgo. Nel 1966 fu presentata la serie "SR-T", una nuova linea di SLR 35 mm caratterizzate da una costruzione meccanica e ottica di alto livello; in particolare, il modello "SR-T 101" è stata la prima reflex Minolta ad essere equipaggiata di esposimetro TTL (Thru The Lens). Nel 1968 continuò la collaborazione con la NASA con un esposimetro portatile "Space Meter" che ruotò intorno alla Luna con la stazione Apollo 8. Nel 1969 prosegue l'avventura lunare con l'Apollo 11, equipaggiato con lo "Space Meter". Nel 1971 fu completato lo stabilimento di Sayama per la finitura, il rivestimento e la lappatura delle lenti per gli obiettivi della serie "Rokkor", che prendono il nome dal vicino monte Rokko, alla base del quale vengono estratti i minerali necessari per la composizione dei vetri ottici.
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