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La Minardi M02 fu la vettura dell'omonimo team che disputò la stagione 2000 di Formula 1. Progettata da Gustav Brunner e guidata da Marc Gené e Gastón Mazzacane risultava essere la monoposto con il maggior numero di soluzioni inedite.[1]
Minardi M02 | |||||||||
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Mazzacane alla guida della Minardi M02 | |||||||||
Descrizione generale | |||||||||
Costruttore | Minardi | ||||||||
Categoria | Formula 1 | ||||||||
Squadra | Telefónica Minardi Fondmetal | ||||||||
Progettata da | Gustav Brunner | ||||||||
Sostituisce | Minardi M01 | ||||||||
Sostituita da | Minardi PS01 | ||||||||
Descrizione tecnica | |||||||||
Meccanica | |||||||||
Motore | V10 Fondmetal a 72° | ||||||||
Trasmissione | Minardi in titanio longitudinale semi-automatico a 6 rapporti + retro | ||||||||
Dimensioni e pesi | |||||||||
Lunghezza | 4420 mm | ||||||||
Larghezza | 1800 mm | ||||||||
Altezza | 950 mm | ||||||||
Passo | 3020 mm | ||||||||
Altro | |||||||||
Carburante | Elf | ||||||||
Pneumatici | Bridgestone | ||||||||
Risultati sportivi | |||||||||
Debutto | Gran Premio d'Australia 2000 | ||||||||
Piloti | 20. Marc Gené 21. Gastón Mazzacane | ||||||||
Palmares | |||||||||
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Campionati costruttori | 0 | ||||||||
Campionati piloti | 0 |
La M02 venne presentata il 16 febbraio 2000 a Bilbao vicino al Museo Guggenheim.[2] Il titolare della scuderia, Gabriele Rumi, si dichiarò molto ottimista[2], così come Marc Gené, soddisfatto della vettura, ma preoccupato per la scarsa potenza del motore.[2] L'altro pilota, il neoassunto Gastón Mazzacane, dichiarò invece di essere contento di poter gareggiare in Formula 1 e di poter adattarsi velocemente alla vettura.[2] Anche Gustav Brunner affermò di essere molto soddisfatto della vettura.[2]
Per la stagione 2000, la Minardi modificò i colori della sua livrea, adottando il giallo come elemento principale, oltre al blu.[3] Il cambio di colorazione era dovuto, soprattutto, al maggior peso acquisito dallo sponsor principale, Telefónica, che pareva dovesse acquistare una rilevante quota del team (operazione, poi, non concretizzatasi).[3] La Minardi poté contare anche su alcuni sponsor nuovi, tra cui il network televisivo sudamericano PSN e la linea di abbigliamento spagnola Lois.[3]
La stagione 2000 fu caratterizzata da pochissime modifiche ai regolamenti, che, di fatto, non comportarono stravolgimenti riguardo al modo di concepire le vetture rispetto all'anno precedente.[4] Al contrario di molte vetture concorrenti, la M02 presentava invece moltissime nuove soluzioni innovative.[1]
La progettazione e lo sviluppo della monoposto furono affidati a Gustav Brunner, il quale aveva a disposizione un budget di 50 milioni di dollari, sette volte inferiore a quello delle squadre di vertice, e un personale di cento unità a coadiuvarlo.[5] Nonostante un miglioramento delle prestazioni rispetto all'anno precedente,[5] però, la vettura scontava problemi di competitività legati ad un motore poco potente ed obsoleto e i due piloti, Marc Gené e Gastón Mazzacane, non furono mai in grado di lottare per ottenere punti.
La più importante novità della Minardi M02 risultava il cambio. A partire dal Gran Premio di Spagna ne venne infatti introdotto uno la cui scatola era costruita completamente in titanio.[6] Sviluppato con la collaborazione della CRP[7], un'azienda di Modena, il nuovo cambio risultava poco ingombrante e leggero.[8] La scuderia italiana calcolò un risparmio di peso pari al 25% oltre ad una maggiore rigidità torsionale.[6] Nello stesso pacchetto erano compresi anche gli attacchi delle sospensioni, i cui portamozzi erano costruiti con lo stesso materiale,[1] permettendo un'ulteriore razionalizzazione in termini di riduzione del peso.[6] Tra l'altro, le sospensioni posteriori erano costruite sul modello di quelle anteriori adottate dalla Ferrari, seguendo il modello già adottato l'anno precedente.[9]
Modifiche vennero fatte pure nell'abitacolo, che venne abbassato grazie ad un'inedita forma, creata per facilitare l'entrata nel posto di guida ai piloti.[1] Inedito risultò poi il fondo della vettura in cui veniva aggiunta un'appendice esterna ed una centrale.[1] Anche l'avantreno e le fiancate, entrambi molto squadrati,[1] subirono dei cambiamenti, così come gli scarichi del motore, sistemati più in alto,[1] e il cofano motore, molto basso.[1] Inalterate rimasero invece le pinze dei freni.[1]
Il punto più problematico della vettura era rappresentato dal motore Ford (rinominato Fondmetal), scarsamente potente, visto che disponeva di appena 720 CV, contro gli oltre 800 dei protagonisti[10] ed era ingombrante e pesante.[11] Nonostante fosse stata spesa una cifra rilevante per il suo sviluppo,[8] non risultò affatto competitivo. Nel gennaio del 2000, infatti, Rumi aveva concluso un accordo con la casa americana per la fornitura dei propulsori Cosworth utilizzati nella stagione di Formula 1 1998, acquisendo anche il diritto a svilupparli tramite una squadra di tecnici appositamente messagli a disposizione.[12] L'operazione, di fatto, era diretta ad una riduzione dei costi, visto che lo scopo di Rumi era quello di rivendere il motore aggiornato a scuderie militanti in altre categorie dell'automobilismo, come il campionato sport prototipi.[12]
Il propulsore, poi, siccome era oltre trenta chilogrammi più pesante rispetto a quello dei concorrenti richiedeva un impianto di raffreddamento più ampio, il che andava a danno dell'aerodinamica della monoposto.[5]
Durante la stagione i due piloti Minardi non riuscirono ad ottenere alcun punto, ottenendo come miglior risultato tre ottavi posti, e concludendo il campionato al decimo posto nel campionato costruttori, davanti alla sola Prost.
Legenda | 1º posto | 2º posto | 3º posto | A punti | Senza punti/Non class. | Grassetto – Pole position Corsivo – Giro più veloce |
Squalificato | Ritirato | Non partito | Non qualificato | Solo prove/Terzo pilota |
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