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scrittore statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Michael Cunningham (Cincinnati, 6 novembre 1952) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, noto per il suo romanzo Le ore, vincitore nel 1999 del Premio Pulitzer per la narrativa.
Cunningham è nato il 6 novembre 1952 a Cincinnati, Ohio, ed è cresciuto a Pasadena in California. Si è laureato in Letteratura inglese all'Università di Stanford, e ha successivamente conseguito un Master of Fine Arts (MFA) presso l'Iowa Writers' Workshop dell'Università dell'Iowa. Durante i suoi studi in Iowa, alcuni dei suoi racconti sono stati pubblicati in diverse riviste, come The Atlantic Monthly, The Paris Review, Red Book. Il suo primo racconto, uscito nel 1981, Cleaving, è incentrato sull'importanza della famiglia; White Angel diventerà un capitolo del suo romanzo Una casa alla fine del mondo e verrà incluso nella raccolta The Best American Short Stories pubblicata nel 1989 da Houghton.
Nel 1984 l'uscita del suo primo romanzo Golden State, con protagonista l'adolescente David Stark e la sua famiglia in via di disintegrazione, non riceverà particolare attenzione della critica[1], che accoglierà invece positivamente il successivo Una casa alla fine del mondo (1990), di cui un estratto verrà pubblicato sul New Yorker.[2] Nel 1993 lo scrittore riceve la Guggenheim Fellowship e nel 1995 gli viene conferito il Whiting Award.[3]
Cunningham ha insegnato al Fine Arts Work Center di Provincetown, in Massachusetts, e nel programma di scrittura creativa del Brooklyn College. Insegna scrittura creativa all'università di Yale e risiede a New York.[4]
La sua passione per la lettura, e soprattutto per alcuni autori, come T.S. Eliot e Virginia Woolf, nasce quasi per caso al liceo, e rappresenta per lui una sorta di illuminazione. In un'intervista esprimerà così il suo stupore di adolescente davanti alla scrittura di Woolf: "Oh, stava facendo con il linguaggio qualcosa di simile a quello che Jimi Hendrix fa con una chitarra."[5] Sarà proprio ispirandosi ad un romanzo di quest'ultima, La signora Dalloway, riscritto in chiave contemporanea, che Cunnigham nel 1998 otterrà il suo successo come scrittore.[6]
In precedenza aveva pubblicato Una casa alla fine del mondo (1990), di cui nel 2004 verrà prodotta la versione cinematografica, con la regia di Michael Mayer[7], Carne e sangue (1995) e Dove la terra finisce (2002). Nel 2006 pubblica un libro di poesie e prose di Walt Whitman, Laws for Creations, e collabora con Susan Minot ad un'opera teatrale e alla sceneggiatura di un film, Evening, un amore senza tempo[8] (2007), tratto dall'omonimo romanzo dell'autrice.
I suoi più recenti romanzi sono By Nightfall (2010), The Snow Queen (2014) e A Wild Swan and Other Tales (2015), quest'ultimo ispirato al mondo delle fiabe, rivisto in chiave moderna[9], con le illustrazioni di Yuko Shimizu.
Oltre al Premio Pulitzer e al PEN/Faulkner Award per Le Ore, per questo romanzo Cunningham ha ricevuto anche il Whiting Award del 1995 e il premio Fernanda Pivano per la letteratura americana nel 2011.[10]
Cunningham è dichiaratamente omosessuale ed ha avuto una lunga relazione con lo psicoterapista Ken Corbett[11]. Nonostante i personaggi dei suoi libri siano spesso persone omosessuali, l'autore ha dichiarato di non volere che "le tematiche relative all'omosessualità delle sue opere siano percepite come la loro caratteristica principale".[12]
Di seguito si riporta un elenco sintetico delle opere di Michael Cunningham, ordinate per data di pubblicazione.
Vincitore del premio Pulitzer per la narrativa nel 1999 e del PEN/Faulkner Award, il libro di Cunningham è un omaggio dello scrittore a Virginia Woolf, una delle sue muse ispiratrici[13] e una delle protagoniste di questo romanzo: in particolare, viene descritta la dinamica del suo suicidio (1941) e alcuni giorni in cui l'idea del romanzo La Signora Dalloway (pubblicato nel 1925) stava maturando[14]. Alcuni passi tratti da La Signora Dalloway[15] collegano sullo sfondo le vite dei personaggi di Le ore e l'influenza della scrittrice è evidente anche nello stile del romanzo, soprattutto nell'uso delle ripetizioni. Le storie dei personaggi sono ambientate in diversi periodi storici ma le loro vicende si svolgono in parallelo a quelle della scrittrice britannica.
La maggior parte dei personaggi del romanzo è queer ma non vi sono temi affrontati nel romanzo che rimandano a problematiche legate al genere o alla sessualità dei personaggi; la loro omosessualità resta un dato come un altro, che delinea la loro vita quotidiana insieme a qualsiasi altra caratteristica. L'omosessualità non è elemento estraneo alla letteratura e alla vita di Virginia Woolf, la stessa Clarissa Dalloway del romanzo di Woolf ha amato una donna da giovane. [16]
Oltre a Virginia Woolf, personaggi principali sono Laura Brown (Julianne Moore nell'adattamento cinematografico), una casalinga che vive nei sobborghi di Los Angeles nell'America del 1949 e che legge La Signora Dalloway per evadere dalla propria quotidianità, e i due amici Richard e Clarissa. Richard è un poeta malato di AIDS, e rappresenta una trasposizione contemporanea del personaggio di Septimus Smith presente nel libro Mrs. Dalloway. Clarissa, interpretata nel film da Meryl Streep, è un'intellettuale newyorkese, soprannominata dall'amico "Mrs Dalloway" per sua la somiglianza con l'omonimo personaggio del libro di Virginia Woolf. Nell'intervista sul romanzo Cunningham la descrive come "alla perenne ricerca di un ideale impossibile" e ammette di essersi ispirato alla madre e alla vita che questa visse negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.[13] I temi predominanti del libro sono l'amore, i tormenti interiori e la speranza[17].
L'autore nell'intervista ha rivelato inoltre che il libro intendeva essere una rivisitazione contemporanea dell'opera The Hours di Virginia Woolf,[13] titolo provvisorio dell'opera Mrs. Dalloway, ambientato dall'autrice nell'arco di un giorno, e scandito dal susseguirsi delle ore.[18] Casualmente Cunningham aveva iniziato a scriverlo all'età di 43 anni, la stessa che aveva Virginia Woolf quando completò Mrs Dalloway.[19] Egli ha rivelato inoltre che il prologo dell'opera era inizialmente l'ultimo capitolo, e che solo successivamente avrebbe deciso di introdurre la storia degli ultimi giorni di vita della Woolf iniziando dalla scena della sua morte.
L'intento dell'autore con questo romanzo era di dare una risposta alle questioni irrisolte e ai "what if" di La Signora Dalloway.[20] Un'altra tecnica adottata da Cunningham nel descrivere i personaggi di Clarissa e Laura consiste nell’ "americanizzazione" del contesto, per renderlo più accessibile ai lettori della classe media statunitense[20], pur rimanendo fedele allo stile dell'opera originale. I personaggi del romanzo di Cunningham sono inoltre più liberi di vivere la propria sessualità.[20]
L'adattamento cinematografico è del 2003; il film, diretto da Steven Daldry, con protagoniste Meryl Streep, Julianne Moore e Nicole Kidman nel ruolo di Virginia Woolf, è stato nominato per nove Academy Awards e ha fatto vincere Nicole Kidman come migliore attrice protagonista.
Riconoscimenti:
Per Le ore l'autore ha ricevuto i seguenti premi:
Nel 1995 gli è stato conferito il Whiting Award e nel 2011 il premio Fernanda Pivano per la letteratura Americana[10] Nel 2024 il Premio Gregor von Rezzori.
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