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La metropolia di Adrianopoli è una diocesi del patriarcato di Costantinopoli (in greco Ιερά Μητρόπολις Αδριανουπόλεως?, Iera Mitropolis Adrianoupoleos). Costituisce una delle circoscrizioni ecclesiastiche attive del patriarcato in territorio turco, benché quasi completamente priva di fedeli.[1]
Adrianopoli, l'odierna Edirne in Turchia, fu una sede metropolitana e capoluogo della provincia romana dell'Emimonto nella diocesi civile di Tracia e nel patriarcato di Costantinopoli.
Incerte sono le origini del cristianesimo a Adrianopoli, e nessun vescovo è noto prima del concilio di Nicea del 325. Il primo vescovo conosciuto è Eutropio, una delle vittime della reazione ariana dopo il concilio niceno, grande oppositore di Eusebio di Nicomedia, che dovette lasciare la sua sede attorno al 330. Anche il suo successore, Lucio, subì la persecuzione degli ariani e morì in carcere.
La sede è documentata in tutte le Notitiae Episcopatuum tra le metropolie del patriarcato, occupando una posizione che varia tra il 12º e il 40º posto nell'ordine gerarchico delle metropolie. Nella Notitia attribuita all'imperatore Leone VI (inizio X secolo), sono attribuite a Adrianopoli 11 diocesi suffraganee: Sozopoli, Agatopoli, Deulto, Trapobyzia, Carabos, Bucello, Probatos, Scopelo, Brisi, Bulgarofigo e Tzoida.[2] Dopo la caduta della città in mano ottomana (circa 1370/1380), il numero delle suffraganee diminuì drasticamente: l'ultima diocesi suffraganea sopravvissuta, quella di Agatopoli, divenne arcidiocesi autocefala nel 1760.[3]
Adrianopoli è una delle poche chiese ortodosse delle quali è stato conservato il Synodicon, testo di carattere storico-dogmatico ad uso liturgico, dove, in particolari occasioni e feste dell'anno, si leggevano pubblicamente i nomi degli antichi vescovi della propria sede di appartenenza e si anatematizzavano gli eretici dell'ortodossia. Il Synodicon di Adrianopoli contiene i nomi di 37 vescovi da Manuele (VIII secolo) a Gerasimo III (XV secolo).
All'epoca delle crociate la città fu occupata da Federico Barbarossa nel 1189, e nel 1206 sottomessa alla tutela di Venezia e governata da Teodoro Brana, un bizantino al servizio dell'Impero latino di Costantinopoli. In questo periodo fu istituita, come altrove nel patriarcato, un'arcidiocesi di rito latino.
Dal XIV secolo i metropoliti di Adrianopoli sono insigniti del titoli di «ipertimo e esarca di tutto l'Emimonto».
Durante la guerra d'indipendenza greca, il metropolita Doroteo Proinos (1813-1821) fu incarcerato e condannato all'impiccagione. Stessa sorte subì anche il patriarca Cirillo VI di Costantinopoli, che dal 1810 al 1813 era stato metropolita di Adrianopoli e che, dimessosi dall'incarico patriarcale, si era ritirato nella sua antica sede.
Verso la metà dell'Ottocento la città e il cantone di Kırklareli, abitato in maggioranza da fedeli ortodossi bulgari, fu amministrata da un vescovo ausiliare di Adrianopoli. Il 7 maggio 1906 questa circoscrizione ecclesiastica fu eretta a metropolia del patriarcato, con il nome di «metropolia di Quaranta Chiese».[4]
All'inizio del XX secolo la metropolia comprendeva circa 60000 fedeli, di cui un terzo a Adrianopoli, con 68 chiese e oltre 100 preti; la popolazione scolastica stimata superava i 10000 ragazzi, distribuiti in un centinaio di scuole.[5]
A seguito del trattato di Losanna, per porre fine alla guerra greco-turca, nel 1923 fu attuato uno scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia che portò alla totale estinzione della presenza cristiana ortodossa nel territorio turco della metropolia di Adrianopoli.
L'ultimo metropolita, Policarpo Vardakis, fuggì con i propri fedeli oltre il fiume Evros, che segnava il confine tra Turchia e Grecia, ponendo la propria sede nella località di Kum Tsiflik, ribattezzata Nea Orestiada, oggi semplicemente Orestiada, 26 km. a sud di Edirne; questo territorio faceva parte della metropolia di Adrianopoli, ma si trovava in territorio greco e non turco. La sede ecclesiastica fu rinominata «metropolia di Nea Orestiada». Quando Policarpo Vardakis fu eletto metropolita di Chio nel 1931, la metropolia di Nea Orestiada fu soppressa e il suo territorio annesso a quella di Didimoteicho, che assunse il nome di «metropolia di Didimoteicho e Orestiada».
Con la fine della presenza cristiana ortodossa a Adrianopoli e nel suo territorio (1923), il patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha iniziato ad attribuire il titolo di Eraclea a metropoliti non residenti.[6] Dal 18 ottobre 2014 il titolare è Anfilochio Sterghiou, rappresentante del patriarca presso la Chiesa di Grecia ad Atene.[7] Oggi tuttavia la metropolia è censita tra le diocesi attive del patriarcato sul territorio turco.[1]
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