Medana
insediamento in Slovenia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Medana[1] (in sloveno Medana;[2] in friulano Medan o Medane[3]) è un paese della Slovenia, nel comune di Còllio.
Medana insediamento | |
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Localizzazione | |
Stato | Slovenia |
Regione statistica | Goriziano |
Comune | Collio |
Territorio | |
Coordinate | 45°59′06.53″N 13°31′17.24″E |
Altitudine | 184,4 m s.l.m. |
Superficie | 1,3 km² |
Abitanti | 241 (2002) |
Densità | 185,38 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 5212 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
La località è situata a 1,8 km a sud del capoluogo comunale e 1,3 km dall'Italia.
Il 3 agosto 1882 vi nacque il celebre poeta sloveno Alojz Gradnik. In suo onore, si svolgono ogni anno a Medana le giornate della poesia e del vino.
Dopo la caduta dell'Impero romano, e la parentesi del Regno ostrogoto, a seguito della Guerra gotica (553) promossa dall'imperatore Giustiniano I il Còllio entrò a far parte dei domini bizantini.
Dopo la calata, nel 568, attraverso la Valle del Vipacco nell'Italia settentrionale dei Longobardi, seguiti poi da popolazioni slave, entrò a far parte del Ducato del Friuli[4].
Medana (Villa de Mandan) fu già menzionata in documenti storici del 610[5].
In seguito alla caduta del regno longobardo e alla sua inclusione nei domini di Carlo Magno, nel 781 entrò nel Regnum Italiae affidato da Carlo al figlio Pipino; nell'803 venne istituita la Marchia Austriae et Italiae che comprendeva il Friuli, la Carinzia, la Carniola e l'Istria. Alla morte di Pipino nell'810, il territorio passò in mano al figlio Bernardo[6].
Con la morte di Carlo Magno nell'814, la carica imperiale passò a Ludovico I che affidò il Regno d'Italia al suo primogenito Lotario, il quale già nell'828 (dopo aver deposto Baldrico per non aver saputo difendere le frontiere orientali dagli Slavi) divise la parte orientale del Regno, ossia la Marca Orientale (o del Friuli), in quattro contee: Verona, Friuli, Carniola e Istria (comprendente il Carso e parte della Carniola interna).
In seguito al Trattato di Verdun, nell'843, le contee di Istria e Friuli (conglobate nella “Marca d'Aquileia”) entrarono a far parte del Regnum Italicum[7] poi, nel 951, della Marca di Verona e Aquileia; dopo un'iniziale sottomissione al Ducato di Baviera dal 952, nel 976 passò al Ducato di Carinzia appena costituito dall'imperatore Ottone II.
Nel 1077 passò al Principato ecclesiastico di Aquileia; abati di Rosazzo possedevano vigneti nella regione già nel 1157[5] (documento tra un abate e il conte di Gorizia Enghelberto II), ed i Gesuiti, che vi costruirono un monastero, introdussero sofisticati metodi di coltivazione nelle vigne, che incoraggiarono lo sviluppo della viticoltura.
Tutto il Collio restò in mani patriarcali fino al 1330[4] quando la sua parte orientale, compresa Medana, venne annessa dalla Contea di Gorizia, mentre le attigue San Lorenzo di Nèbola, San Lorenzo di Brizza e la maggior parte di Nèbola rimasero ai Patriarchi e passando a sua volta, dopo il 1420, sotto l'autorità della Repubblica di Venezia.
Nel 1500 gli Asburgo s'impossessano della Contea di Gorizia, divenuta poi Contea di Gorizia e Gradisca, e quindi di territori fortemente ambiti dalla Serenissima la quale mirava ad espandersi ad est dell'Isonzo; l'assetto territoriale tra le due potenze, stabilito dal Trattato di Noyon (a causa del quale la Serenissima perse l'alta valle del fiume Isonzo) e sancito da quello di Worms (1521), diede luogo a una linea di confine tortuosa ed incerta, con enclavi arciducali in territorio veneziano e viceversa[8]; anche la pace firmata a Madrid dopo la sanguinosa Guerra di Gradisca ristabilì con meticolosa precisione il confine preesistente[8]; in particolare Medana si trovava vicino al confine con i territori veneziani[9].
Con la Convenzione di Fontainebleau del 1807, passò, per un breve periodo fino al 1814, assieme a tutti i territori sulla sponda destra del fiume Isonzo, nel Regno d’Italia napoleonico sotto il Dipartimento di Passariano come frazione del comune di Cormons[10].
Col Congresso di Vienna nel 1815 rientrò a far parte dei domini asburgici nel Regno d'Illiria come comune catastale autonomo[11]; passò in seguito sotto il profilo amministrativo al Litorale austriaco nel 1849 sempre come comune autonomo, che comprendeva gli insediamenti (naselja) di Zegla (Ceglo) e Plešivo (comprendente anche la parte ora in territorio italiano) dell'attuale comune di Còllio.[12]
Dopo la prima guerra mondiale fu annesso al Regno d’Italia e venne inquadrato nella provincia di Gorizia. In seguito all'abolizione della stessa nel 1923, passò alla provincia del Friuli sempre come comune autonomo[13] con le medesime frazioni del periodo asburgico. Nel 1927 il comune passò alla ricostituita provincia di Gorizia venendo soppresso l'anno successivo per essere inglobato dal neocostituito comune di Castel Dobra.[14]
Fu soggetto alla Zona d'operazioni del Litorale adriatico (OZAK) tra il Settembre 1943 e il 1945 e tra il 1945 e il 1947, trovandosi a ovest della Linea Morgan, fece parte della Zona A della Venezia Giulia sotto il controllo Britannico-Americano del Governo Militare Alleato (AMG); passò poi alla Jugoslavia e quindi alla Slovenia, ad eccezione di parte degli insediamenti di Castelletto Zeglo (Ceglo) e Plessiva di Medana (Plešivo) che rimasero all'Italia e furono aggregati al comune di Cormons.
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